Sconclusionati attacchi di ControCorrente per dividere e spappolare il sindacato

Speciale per Senza Bavaglio
Massimo A.Alberizzi
Milano, 30 gennaio 2023

In uno degli ultimi incontri che ho avuto prima che morisse, Leonardo Sciascia mentre sorseggiavamo un caffè al bar dell’hotel di piazza Montecitorio dove usava soggiornare quand’era a Roma, mi ammonì con la sua aria bonaria da buon padre di famiglia: “Guardati – mi disse – dai mafiosi e dai professionisti dell’antimafia. Ti consiglio di estendere questo concetto ai corrotti e ai professionisti dell’anticorruzione, ai politici e ai professionisti dell’antipolitica e insomma a tutti coloro che professano una fede e poi hanno comportamenti che sconfessano le loro parole”.

Il monito del grande intellettuale mi è tornato alla mente leggendo il pezzo diffuso dall’abruzzese Patrizia Pennella, pubblicato su un sito poco noto che non menziona l’autore (metterci la faccia no, eh?), dal titolo provocatorio ma piuttosto sconclusionato: “La grande ammucchiata lombarda per salvare le poltrone e affossare le associazioni regionali”.

Novità lombarda

Il riferimento è alla novità che si è materializzata in Lombardia tesa a fermare quel che resta di ControCorrente e che con una certa arroganza e prosopopea pretende di governare ancora il sindacato dei giornalisti, nonostante i fallimenti sul piano sindacale e sul piano gestionale degli enti di categoria.

Naturalmente in questo articolo non si fa un discorso di contenuti ma di schieramenti: o sei con me o contro di me. Non viene sfiorato neppure di striscio il concetto che si può e si deve stare al fianco dei colleghi lavorando a loro favore e si riduce a “salvare poltrone e affossare le associazioni regionali”.

Affondo livoroso

Ed è qui che salta alla mente Sciascia e il suo ammonimento che in questo specifico caso tradurrei così: “Stai attento ai poltronisti e ai professionisti dell’antipoltronismo”. L’affondo più livoroso non è rivolto alle correnti storicamente all’opposizione – cioè noi di Senza Bavaglio e Unità Sindacale – ma piuttosto a Stampa Democratica e Nuova Informazione che, cito testuale, “si erano illuse di aver creato una grande coalizione pronta a marciare da Milano su tutti gli enti di categoria, sono rimaste orfane di Unità Sindacale e Senza Bavaglio”.

Solo chi non ha l’attitudine a pensare con il proprio cervello o che ha passato tutta la vita a prendere ed eseguire ordini, insomma a fare la yes woman, può credere che le coalizioni, i gruppi e/o le alleanze si costruiscono sull’assioma “tu dai una cosa a me e io do una cosa a te” sulla base di convenienze e opportunità personali.

Mi dispiace deludere Patrizia che ha diffuso questo pezzo e soprattutto l’autrice (che anche se non ci ha messo la faccia credo proprio di aver identificato) ma l’alleanza per la gestione della Lombarda nasce dall’esigenza di superare steccati e divisioni, e ha come obiettivi principali la difesa del lavoro, del welfare e della dignità dei giornalisti.

Posti e prebende

Su questo progetto si basa la coalizione. Non su promesse di posti e prebende, comportamenti estranei allo spirito e all’educazione sindacal-politica di Senza Bavaglio.

Noi non ci sogneremmo mai di designare una candidata o un candidato alla segretaria politica del sindacato senza un vero e profondo dibattito congressuale dal quale possa emergere la figura da candidare più rappresentativa e – soprattutto – più condivisa da tutti.

Il sindacato dei giornalisti è in bancarotta anche per questi comportamenti assurdi e provocatori ma anche arroganti e presuntuosi che mirano a dividere non a unire. Viene in mente il Marchese del Grillo che arrogantemente sentenziava: “Io so’ io, E voi non siete un cazzo”.

La scelta compiuta da un ristrettissimo numero di persone di candidare alla segreteria la ligure Alessandra Costante (soprannominata #Inchemanisiamo, ndr) rischia di fare implodere il sindacato ed è grave che persone navigate che si sono sedute su diverse poltrone di prestigio del nostro sindacato non se ne rendano conto o, peggio, scientemente non intendono rendersene conto.

Assalto degli editori

Da anni ormai il sindacato ha fallito i suoi compiti travolto non solo dalla crisi dell’editoria (cui si suole addebitare tutti i mali) ma anche dall’incapacità dei suoi dirigenti (Alessandra Costante compresa) che non hanno saputo reagire all’assalto degli editori.

Anzi ha dato loro corda e consegnato le chiavi per scardinare il sistema. Non vi rendete conto che i giornali sono illeggibili, la Rai è allo sbando e i grandi network televisivi sono preda di interessi politici e commerciali?

La difesa dell’informazione come bene prezioso della democrazia non è al centro dell’attenzione né degli editori né del sindacato, ormai ridotto a un fantasma di sé stesso.

Difendere la ditta? No, grazie!

Ma la filosofia che sottintende all’articolo dall’estensore anonimo viene chiarita dalla frase “Nessuna intesa è possibile con chi vuole affossare gli enti della categoria” che mostra come sia diverso culturalmente il nostro approccio da quello di chi ha scritto il pezzo.

Noi non difendiamo “la ditta” a prescindere. Non difendiamo l’INPGI, noi difendiamo le pensioni dei colleghi; noi non difendiamo l’Ordine, ma l’onestà e il prestigio del giornalismo; noi non difendiamo la Casagit, ma la salute dei suoi iscritti; non difendiamo il Fondo Complementare ma il welfare degli operatori dell’informazione. Non difendiamo il sindacato ma il diritto a un lavoro dignitoso per i giornalisti tutti.

Obiettivi da raggiungere

I colleghi e i gruppi con cui abbiamo steso un patto di collaborazione mirano proprio a questi obiettivi. Ma ha ragione l’articolista anonimo: nessuna intesa è possibile con chi vuole difendere a tutti i costi gli enti della categoria senza rendersi conto che così si danneggiano i giornalisti e il giornalismo. Si tenga i posti e le prebende e ci lasci gestire in armonia con chi ci sta il sindacato e la smetta di difendere a oltranza l’indifendibile. Occorre impedire a persone come lei di trascinarci nel baratro.

Massimo A. Alberizzi

Pubblichiamo qui di seguito lo stupefacente articolo anomino ma fatto proprio da ControCorrente e diffuso dalla collega Patrizia Pennella affinché ciascuno possa rendersi conto di come siamo caduti in basso quando si spaccia per coerenza una pura e semplice ambizione frutto della mancanza di cultura politica e sindacale.

La grande ammucchiata lombarda per salvare le poltrone
e affossare le associazioni regionali

“La grande ammucchiata milanese, che ha riportato Paolo Perucchini per la terza volta al vertice dell’Associazione lombarda dei giornalisti, è già andata in frantumi. Al primo banco di prova politico, l’approvazione dello Statuto dell’Inpgi, si è sciolta come neve al sole. Stampa Democratica e Nuova Informazione, che si erano illuse di aver creato una grande coalizione pronta a marciare da Milano su tutti gli enti di categoria, sono rimaste orfane di Unità Sindacale e Senza Bavaglio. Il loro voto contrario non soltanto ha spalancato le porte all’arrivo del commissario ad acta, al quale il ministero del Lavoro affiderà la redazione dello Statuto, ma ha anche reso ancora più evidenti le reali finalità dell’accozzaglia milanese.
Il voto dell’Inpgi dimostra che Non Rubateci il futuro #Controcorrente aveva visto giusto nel rifiutarsi di prendere parte ad una coalizione nata senza alcuna visione politica e programmatica condivisa. Sbaglia chi pensa che possano esistere maggioranze variabili.

Quello che è successo all’Inpgi ha una chiara valenza politica e non potrà non avere ripercussioni sui prossimi appuntamenti della categoria, a cominciare dal Congresso della Fnsi. Nessuna intesa è possibile con chi vuole affossare gli enti della categoria. Nessuna interlocuzione è possibile con chi crede di poter distruggere la struttura federale della Fnsi e mettere in ginocchio le Associazioni regionali di Stampa. #Controcorrente andrà avanti con coerenza. Sì, perché la coerenza e i valori condivisi che tengono insieme una comunità sono più importanti dei destini e delle aspirazioni dei singoli.

Dal Nostro Archivio:

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