I due gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle alla Camera e al Senato hanno espresso la loro solidarietà ai giornalisti condannati a pagare le esose spese giudiziarie per aver impugnato il Contratto di lavoro, che sta causando ingenti danni all’Informazione nel nostro Paese.
Ecco il documento firmato dai deputati e senatori.
Movimento 5 Stelle
Roma, 30 novembre 2017
“Lo abbiamo sempre detto: ciò che uccide la libera stampa e umilia la dignità dei giornalisti è il grumo di potere che tiene assieme editori impuri e certo sindacalismo di potere cui non frega nulla delle sorti della categoria”. Lo denuncia in una nota il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle in merito alla recente sentenza del Tribunale di Roma nella quale si dà torto a 21 cronisti che avevano impugnato il contratto di lavoro del 2014 siglato da Fieg e Fnsi, “un accordo al ribasso che sdogana la precarizzazione”, insistono i parlamentari Cinquestelle.
“Non commentiamo la sentenza che comunque non entra nel merito ma contesta ai ricorrenti un difetto di legittimazione attiva, in quanto non sarebbero iscritti a Fnsi, ma alle sue articolazioni regionali. Anche se i giornalisti sindacalizzati non possono che aderire alle associazioni territoriali e quelli tra i ricorrenti che hanno la fortuna di avere una vera busta paga, subiscono una trattenuta che fa capo direttamente a Fnsi”, spiegano i portavoce del M5S.
“Il contratto del 2014, ricordiamolo, non è stato nemmeno vidimato dalla Giunta del Fnsi del giugno di quell’anno, ma è figlio di un vero e proprio inciucio, consumato quasi sotto silenzio, tra i vertici del sindacato unico e la controparte degli editori, che ringraziano per l’abbassamento di paletti e tutele a favore dei cronisti. Tra i giornalisti condannati, con i quali solidarizziamo – insistono i deputati – molti sono disoccupati o free lance con compensi bassissimi. E dovrebbero pagare la spropositata somma di 40mila euro di spese legali a beneficio, tra gli altri, della presidenza del Consiglio che con il ministro Lotti ha una responsabilità morale precisa in questa vicenda”.
“Mentre si strepita a sproposito sul tema delle fake news, ecco cosa intende il M5S quando parla di giornalisti asserviti perché sotto ricatto, dunque loro malgrado. Sul fronte degli editori, sappiamo chi sono e cosa fanno i De Benedetti e i Caltagirone, ma dall’altra parte c’è un sindacato unico che si è fatto casta, si è sganciato totalmente dai problemi concreti dei cronisti e pensa solo alla conservazione del proprio potere: esattamente quello che diciamo quando critichiamo le grandi sigle dei lavoratori”, concludono gli eletti M5S.
Parlamentari 5 Stelle
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