Scivolone a Milano: Barbacetto querelato per diffamazione dal Comune

Pericoloso segnale contro la libertà di stampa. Protesta il cdr del Fatto Quotidiano. E la CGIL si divide

Speciale per Senza Bavaglio
Laura Verlicchi
Milano, 16 giugno 2024

Non è un bel segnale quello che arriva da Milano: il Comune querela per diffamazione un giornalista in sede civile, quindi con richiesta di risarcimento danni. E non lo è anche per chi non condivide le posizioni deI giornalista in questione: Gianni Barbacetto, firma del Fatto quotidiano, autore di molti, e spesso polemici, articoli nei confronti del sindaco Beppe Sala.

Ma non è per questi che è stato querelato: bensì per dei post sui social network, dove, a proposito dell’inchiesta sull’urbanistica che ha investito Palazzo Marino, si pone delle domande, altrettanto pungenti, naturalmente,  sospettando “ mazzette” e “bustarelle”. Così, il sindaco ha convocato la giunta per deliberare l’azione giudiziaria nei confronti di Barbacetto, una decisione “a tutela prima di tutto – così ha detto – dei dipendenti comunali”.

I quali però non sono tutti d’accordo: tanto che anche la Cgil si è divisa, con tanto di note contrapposte, tra chi definisce “fuori luogo qualsiasi attacco ai dipendenti del Comune” e l’area alternativa che ha espresso solidarietà al giornalista.

Al fianco di Barbacetto si è immediatamente schierato il comitato di redazione del Fatto Quotidiano, poi la maggioranza dei consiglieri dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia (i due contrari appartegono alla stesa corrente sindacale del portavoce del sindaco Beppe Sala),  l’Associazione Lombarda dei Giornalisti e il gruppo Cronisti Lombardi. Tutti, sia pure con sfumature diverse, sottolineano la grave scorrettezza di un’amministrazione pubblica che attacca un giornalista, tanto più con una punitiva richiesta di risarcimento danni: nei casi in cui si temano davvero abusi del diritto di informare è a disposizione il Consiglio di disciplina, come ricorda l’Ordine.

La vicenda ha già travalicato il perimetro degli addetti ai lavori, con la petizione “Siamo tutti Barbacetto”, che in pochi giorni ha superato il migliaio di firme, in cui si chiede alla giunta il ritiro della denuncia: e anche tre consiglieri comunali, Carlo Monguzzi, Daniele Nahum e Alessandro Giungi,  hanno presentato una mozione a favore di Barbacetto.

Il giornalista, dal canto suo, ha annunciato la sospensione di ogni attività sui social, ricordando però che le attività del Comune in campo urbanistico sono oggetto di inchieste della procura e aggiungendo: “Tutto quello che posto sui social passa prima sul mio giornale, Il Fatto Quotidiano, che però non è stato querelato: io da solo sono più debole”. Ed è proprio questo il punto: perché quanti sono oggi i giornalisti “non garantiti” impegnati a cercare notizie e informare a tutto campo? Tanti, soprattutto giovani. E pochi hanno alle spalle una testata forte e una redazione pronta a schierarsi al loro fianco. Milano contro Barbacetto è un segnale pericoloso: per tutti.

Laura Verlicchi
verlicchilaura7@gmail.com

P.S. A questo punto non ci meraviglieremmo se qualcuno dei membri del consiglio dell’Ordine dei giornalisti chiedesse il deferimento di Gianni Barbacetto al Consiglio di Disciplina, giacché nell’Ordine c’è qualcuno che appartiene alla stessa corrente sindacale del portavoce del sindaco. (J.P.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le iconografie di Senza Bavaglio sono di Valerio Boni

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