Gallavotti: “I colossi del web devono rispettare il copyright e pagare i giornalisti”

Speciale per Senza Bavaglio
Eugenio Gallavotti

Milano, 27 novembre 2022

Basta regali ai colossi della Rete. Ricorriamo a tutti gli strumenti per ottenere la prevista adeguata remunerazione dei servizi giornalistici diffusi gratuitamente online. È urgente applicare concretamente la direttiva europea per il copyright, compreso l’articolo 15 (proventi ai giornalisti).

È uno dei punti del programma di Senza Bavaglio. Difficilmente lo troverete nelle altre liste. 

Ecco perché è necessaria un’alternanza all’attuale gestione delle nostre istituzioni. Non solo per il fallimento dell’Inpgi, la vacanza contrattuale, lo svuotamento delle redazioni, gli iniqui compensi ai freelance, la mancata erogazione dell’ex fissa a ben 2.400 aventi diritto e così via. 
I responsabili dei nostri enti, nonostante le nuove norme Ue, non hanno fatto alcunché in questi anni sul fronte della rivoluzione digitale: pirati e grandi piattaforme, veri vampiri della professione, continuano a pubblicare in Rete – a costo zero – ogni genere di articolo.

È logico e altrettanto drammatico: se la gente usufruisce gratis del tuo lavoro – scrollando semplicemente un telefonino – il tuo lavoro vale zero. Con danni evidenti alla tua reputazione, alla considerazione dell’opinione pubblica…

Una stortura del mercato online che va raddrizzata, con retribuzioni aggiuntive per i professionisti dell’informazione, come hanno cominciato a ottenere gli organismi di categoria di altri Paesi europei.

Perché il giornalismo ha innanzitutto bisogno di soldi. Che vanno recuperati da chi ce li ha, da chi ha sfruttato il web in spregio alle più elementari regole antitrust. Nessun comparto industriale/professionale può sopportare così a lungo una massiva distribuzione gratuita dei suoi prodotti.

Sarebbe una priorità, eppure viene inspiegabilmente/colpevolmente ignorata. E parliamo ormai di editori a tutti gli effetti come Google e Facebook che – violando diritti per quasi vent’anni – hanno rastrellato quote enormi di lettori e pubblicità, oltre a sommergere il pianeta di bufale come modello di business (descritto minuziosamente nel documentario “The Social Dilemma”). 

Se tutti mangiano il panettone senza pagarlo, la pasticceria chiude (e in giro circolano surrogati scadenti). Ovvero: se qualcosa è gratis, il prezzo sei tu.

È vero che l’Italia – perché costretta, e con più di due anni di ritardo rispetto alla Francia – ha afferrato la ciambella di salvataggio della direttiva Ue. Ma a tutt’oggi si ipotizza di riservare ai giornalisti una quota tra il 2 e il 5 per cento di ciò che dovrebbero versare i big della Rete, quando per esempio l’editoria libraria – per gli autori esordienti – prevede minimo il 7. E poi il 2 o il 5 per cento di cosa, di quanto?  

L’applicazione della direttiva è tuttora una confusa astrazione. Mentre il giornalismo è sempre più povero: solo in un nuovo paesaggio digitale riuscirà a sopravvivere. E a ripristinare un’immagine riconoscibile. Da quanto tempo ci chiamano giornalai?

La Fnsi potrebbe fare molto e non solo in Italia, per esempio promuovendo iniziative a livello europeo che coinvolgano i governi, costringendo al redde rationem le aziende più ricche della storia, inafferrabili elusori, monopolisti chi più chi meno.

Non è vero che la qualità dell’informazione è diminuita perché i giornalisti di oggi sono meno bravi di quelli di ieri (luogo comune sbrigativo assai, da messaggino social). La qualità dell’informazione è diminuita perché i giornalisti si trovano a operare in un’angustia sempre più stringente, in uno scenario fortemente indebolito. Oggi anche Oriana Fallaci e Camilla Cederna finirebbero nel laminatoio di questo sistema digitale. Tutti in pasticceria. Chiusa. 

Eugenio Gallavotti*
Candidato per Senza Bavaglio alle elezioni per i delegati della FNSI
gallavottieugenio@gmail.com
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@sbavaglio
© RIPRODUZIONE RISERVATA

*Già delegato al congresso Fnsi, consigliere Alg, membro del Cdr Hachette-Rusconi. Si occupa di digitale e diritti connessi, per l’applicazione concreta della direttiva Ue 790/2019 (articolo 15: proventi ai giornalisti da parte dei prestatori di servizi online). «Articolo 15 is the new Articolo 21».

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