Repubblica e Stampa: salgono i dividendi, scendono i giornalisti

La Exor, holding della famiglia Agnelli – Elkann: ha chiuso il 2023 con un utile di 4,2 miliardi e distribuirà un dividendo di circa 100 milioni

Speciale Per Senza Bavaglio
Laura Verlicchi
Milano, 17 aprile 2024

Salgono i dividendi, scendono i giornalisti: è la stampa, bellezza.  Prendiamo Exor, la holding della famiglia Agnelli – Elkann: ha chiuso il 2023 con un utile di 4,2 miliardi e può permettersi di distribuire un dividendo di circa 100 milioni, in rialzo rispetto all’anno precedente.

Merito di Stellantis e Ferrari, spiega anzitutto John Elkann nella lettera agli azionisti, doverosamente ripresa da tutti gli organi d’informazione. Già, l’informazione: una voce di peso nei bilanci della società, azionista di maggioranza di Gedi, che edita   la Repubblica e La Stampa.

Ma è ancora così?  No, secondo i giornalisti delle testate superstiti di quello che fu l’impero editoriale di De Benedetti, acquistato da Exor nel 2020. Da allora, sono stati venduti praticamente tutti i giornali locali, compreso – qualche settimana fa – lo storico quotidiano genovese, il Secolo XIX. Una “dismissione”, hanno commentato allora i comitati di redazione di Gedi: un gruppo “fatto a pezzi” dai nuovi proprietari e “smantellato senza alcuna strategia, testate con anche oltre cent’anni di storia rimpiazzate da siti tutti centrati sul marketing e sulla vendita di prodotti”.

Ovvero, nella traduzione di Elkann ad uso degli azionisti: “Il focus della media company si è spostato verso il digitale, una soluzione più adatta per le sue testate nazionali. Di conseguenza, quasi tutti i giornali locali sono stati venduti, ultimo tra questi Il Secolo XIX. Oggi, la strategia in ambito news di Gedi è centrata su La Repubblica e La Stampa».   Ma anche lì è già in vista la cura dimagrante, a base di piani di ristrutturazione, con decine di prepensionamenti in entrambe le testate: e non è neppure la prima volta.

Laura Verlicchi
verlicchilaura7@gmail.com

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Le iconografie di Senza Bavaglio sono di Valerio Boni

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