Stampa Romana: “Ripristinare l’Ufficio stampa nel Consiglio regionale Lazio”

Senza Bavaglio
Roma, 23 febbraio 2023

“Da anni prospettata come imminente, è stata rinviata ancora, al 2026, l’assunzione di un dirigente giornalista”.

Cambiano i colori in Consiglio regionale del Lazio, ma la politica di rispettare le regole dei professionisti dell’informazione e della comunicazione se ne infischia. Dopo le due legislature regionali a guida Pd che hanno sostenuto Zingaretti, adesso c’è la presidenza di Antonello Aurigemma, Fratelli d’Italia, ma nell’organizzazione degli uffici nulla è cambiato: la politica pensa alle prossime elezioni europee (Aurigemma probabile candidato) e ha dunque sempre altre priorità, piuttosto che garantire il rispetto delle professionalità preposte ad assicurare la trasparenza dell’istituzione.

Non molla però la Consulta degli uffici stampa, organo statutario dell’Associazione stampa romana, che chiede a gran voce il ripristino dell’ufficio stampa, scomparso da tempo dall’organigramma del Consiglio regionale del Lazio, e la selezione per la nomina di un dirigente giornalista, visto che dal 2010 non c’è un capo ufficio stampa iscritto all’Albo dei giornalisti come vuole la legge.

Da quasi tre lustri, dunque, l’amministrazione sotto ordina surrettiziamente a dirigenti amministrativi il personale giornalistico, con la subdola compiacenza di alcuni colleghi sempre pronti e proni, pur di ottenere qualche misero tornaconto. L’Associazione stampa romana e l’Ordine del Lazio da oltre un decennio denunciano tale situazione e chiedono, anche in Tribunale, che a guidare l’ufficio stampa sia un dirigente giornalista.

E la tecnostruttura del Consiglio regionale del Lazio che fa? Ce lo spiega la Consulta degli uffici stampa di Stampa Romana.

“L’ufficio stampa – si legge in una nota della Consulta – è scomparso da anni dall’organigramma del Consiglio regionale del Lazio. E’ stata rinviata al 2026 la previsione di un concorso per l’assunzione, da anni prospettata come imminente, di un dirigente giornalista. Di conseguenza, resta immutata la più volte denunciata sotto ordinazione dei giornalisti a dirigenti amministrativi. Infatti, dopo una serie di incomprensibili riorganizzazioni, una parte dei giornalisti in servizio alla Pisana risponde al dirigente ad interim dell’Area ‘Comunicazione, Stampa, URP, Pubblicazioni e banche dati, Tutela della privacy’ privo dell’iscrizione all’Albo dei giornalisti, così come vuole la legge 150 del 2000″.

“Da tempo – prosegue la nota della Consulta uffici stampa – l’Associazione Stampa Romana chiede il rispetto delle regole. Adesso appare improcrastinabile un confronto, per la definizione dei nuovi profili professionali introdotti con il più recente rinnovo del contratto delle funzioni locali – dal quale curiosamente è sparito il profilo del ‘Giornalista pubblico’ introdotto nel 2018 -, ma soprattutto per una riorganizzazione dell’attività d’informazione che tenga conto della situazione di disagio lavorativo in cui versano alcuni colleghi. A tale proposito, la Consulta stigmatizza le ingiuste e immotivate disposizioni lesive della dignità e della professionalità del proprio vicepresidente vicario, Ugo Degl’Innocenti, al quale tra l’altro è stato interdetto inaspettatamente e senza alcun preavviso l’accesso al sito del Consiglio regionale, nel quale inseriva news e comunicati istituzionali sin dal 2008”.

ll vicepresidente della Consulta degli uffici stampa Asr, Ugo Degl’Innocenti, durante un convegno sugli uffici stampa pubblici e privati

Dopo oltre un decennio d’impegno sindacale e per il rispetto delle regole, il collega Degl’Innocenti (uno dei fondatori di Senza Bavaglio, ndr), giornalista pubblico in servizio alla Pisana dal 2007, è oggetto di azioni che appaiono a dir poco vessatorie, come l’interdizione, sempre senza alcun preavviso, dell’accesso alla casella di posta con cui s’inviano i comunicati stampa o al sito istituzionale, nel quale inseriva, al pari dei suoi colleghi, le news istituzionali, o l’accesso ai ritagli della rassegna stampa quotidiana prima delle otto del mattino.

Per non parlare delle cosiddette posizioni organizzative (leggi: trattamento accessorio), le migliori attribuite sistematicamente e arbitrariamente a personale meno qualificato, ma con una “pregevole e manifesta propensione alla cura dei rapporti umani verso superiori”, come si legge nelle motivazioni della dirigenza.

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Le icongrafie pubblicate da Senza Bavaglio sono di Valerio Boni

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