Il malvezzo, che nel mondo giornalistico è chiamato “marchetta”, si insinua dappertutto in totale spregio del lettore acquirente del giornale cui viene occultamente apparecchiato un prodotto propagandistico inquinato. Il lettore non ha difesa, se non di smettere l’acquisto di quella pubblicazione. E così sta avvenendo. I Direttori, prigionieri degli Uffici pubblicità, sono arrendevoli, senza capire che nella competizione della comunicazione tra giornali stampati e Internet, la carta può sopravvivere soltanto se contrappone alla quantità l’autorevolezza e la serietà della sua informazione.
Noi della “Pannunzio” abbiamo elaborato uno “Statuto dei diritti dei lettori”, (ripreso, aggiornato da Senza Bavaglio e presentato agli Stati Generali dell’Informazione voluti dall’ex sottoregretario all’editoria, Vito Crimi, ndr), ma sia gli organi sindacali sia le stesse associazioni di difesa dei consumatori sono refrattari. Recentemente abbiamo riportato l’esempio di una pagina di attualità che aveva al suo interno un messaggio sia fotografico sia di testo che, senza vergogna, faceva pubblicità occulta a un marchio alimentare. Si trattava della “Gazzetta dello sport”.
È ovvio che tutto ciò può accadere impunemente soltanto per due ragioni: la prima è che l’Ordine nazionale, che dovrebbe sanzionare duramente sia il Direttore sia il giornalista che firma (o è costretto a firmare) l’articolo-marchetta, è peggio delle tre scimmiette. Forse dovrebbero intervenire altre autorità contro ciò che è un falso, ma non lo fanno. Non resta che denunciare pubblicamente ai lettori i vari casi sperando che ciò costituisca un deterrente.
Enzo Marzo
Nota Bene. Sul nostro quotidiano online, Senza Bavaglio, abbiamo già denunciato alcune marchette. Abbiamo cominciato con il “Corriere della sera” e “la Repubblica”, che si stanno mangiando la loro presunta “autorevolezza, e continuereno instancabili.
La Repubblica, le marchette e il silenzio assordante dell’Ordine dei giornalisti
Protesta del CdR del Corriere della Sera contro le marchette seriali targate Cairo
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