Senza Bavaglio
Milano, 12 gennaio 2025
Alessandra Fanelli non era solo una compagna di tante lotte sindacali. Era anche un’amica che ti intratteneva con la sua verve, le sue battute, i suoi racconti di quando giovane giornalista frequentava diverse redazioni di magazine, allora vendutissimi. Se n’è andata ieri in silenzio, cogliendo tutti di sorpresa e lasciandoci a bocca aperta. Si occupava di design e di arredamento ed era molto conosciuta tra gli esperti – giornalisti e non – del settore. Nella sua carriera aveva anche diretto un giornale specializzato.
Faceva parte di Senza Bavaglio dalla sua fondazione: ed era stata eletta come delegata a vari congressi della Federazione Nazionale della Stampa. Era stata anche consigliere dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti.

Instancabile organizzatrice, per Senza Bavaglio aveva messo in piedi un concerto di jazz al vecchio Circolo della Stampa, anche grazie al cognato Luciano Invernizzi, marito di sua sorella Xenia, famoso trombonista e anima di una band.
E’ stata sempre lei, all’inizio degli anni Duemila, insieme alla compianta Marilisa Verti, a Simona Fossati, Luisa Espanet, Alessandra Fava e Nicoletta Morabito ad inventare i fantasmi dell’informazione per denunciare lo sfruttamento di chi esercita la libera professione nell’ambito giornalistico.

Sì, perché i fantasmi creati e portati nelle piazze dal gruppo dei freelance di Senza Bavaglio furono il primo forte grido di protesta che fece il giro di tutti i media di allora, copiati poi da altre categorie.
Era più di vent’anni fa e la loro indignazione rimase inascoltata, come lo è, purtroppo ancora oggi.
Nonostante la sua vita non fosse stata facile – quand’era bambina era rimasta orfana di padre morto investito da un’auto e vedova molto presto con due figli, Mattia e Simone, da crescere – era sempre molto allegra, gioviale e soprattutto generosa nei rapporti con gli altri.

Sapeva trasformare una serata noiosa in un incontro piacevole grazie al suo sorriso, il suo brio, il suo fascino, la sua carica di vitalità e l’allegria che aveva dentro ma sapeva trasferite agli altri.
Era chic, elegante e ricercata. E ammiccava sotto bellissimi cappelli con le sue battute pronte.
Alessandra è dentro ciascuno di noi e ci mancherà tantissimo. Ciao Ale.
Senza Bavaglio
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