Soldi e potere: non è solo Falung Gong: proliferano le Chiese e le sette

Speciale per Senza Bavaglio
Luigi Corvaglia
19 novembre 2020

I rapporti fra l’amministrazione Trump e il discusso culto cinese Falun Gong  sono stati inequivocabilmente messi in luce da una serie di inchieste giornalistiche, la più recente delle quali è stata pubblicata sul New York Times.

Falun Gong (anche nota come Falun Dafa) si dice perseguitata dal Partito Comunista Cinese, possiede un impero mediatico che ha il suo perno nel giornale Epoch Times, con sede a Hong Kong. Tale pubblicazione si è trasformata a partire dal 2016 in una macchina mediatica totalmente devota al compito di supportare Donald Trump con un uso scaltro dei social media e tramite la diffusione di fake news. Epoch Times, per esempio, è stato l’unico giornale a portare avanti con coerenza la teoria di QAnon, la bizzarra narrazione secondo cui il presidente degli Stati Uniti starebbe combattendo una guerra sotterranea per sgominare una rete di pedofili satanisti dentro al cosiddetto “deep state”.

Il giornale è praticamente diventato il massimo sostenitore pubblicitario di Trump, secondo solo al suo comitato elettorale. Ciò che invece non è chiara è la provenienza dei finanziamenti dell’Epoch Times. Steve Bannon, che della Nuova Destra trumpiana fu il guru, ha lavorato con l’organizzazione di Falun Gong nella produzione di un documentario con la New Tang Dinasty TV (NTD), una rete che fa parte della holding di Falun Gong, e ha dichiarato che parlando con quegli interlocutori aveva l’impressione che avessero a loro disposizione risorse illimitate.

Le frequenti illazioni fatte negli anni, quindi non solo durante la presidenza Trump, circa un legame tra il culto cinese e la CIA in funzione anti-cinese si appoggiano a notizie sporadicamente filtrate e riportate dalla stampa. Già nel 2010, infatti, il Washington Post dava notizia di un finanziamento di 1,5 milioni di dollari da parte del Dipartimento di Stato americano al Global internet freedom consortium, con sede negli USA, ma legato al movimento spirituale Falun Gong.

Interrogativi circa l’origine della gran massa di denaro a propria disposizione si possono porre anche circa un’altra organizzazione religiosa cinese, la Chiesa del Dio Onnipotente (anche detta Lampo d’Oriente), un movimento che venera in una ragazza cinese la reincarnazione di Gesù Cristo e che si dice abbia soppiantato Falun Gong come culto più perseguitato dal PCC.

Delle terribili persecuzioni di cui questa Chiesa sarebbe vittima in Cina, e che comprenderebbero l’espianto di organi ai fedeli, l’Occidente è informato quasi esclusivamente da una fonte italiana in grado di accedere a una insolita mole di informazioni provenienti da quel Paese chiuso.

Si tratta di Bitter Winter, un magazine quotidiano pubblicato in ben otto lingue, incluse Thailandese e Coreano, da una Onlus italiana, il Centro Studi Nuove Religioni (CESNUR).

La Chiesa del Dio Onnipotente è caratterizzata da un’intensa produzione artistica che include film, canzoni, balletti, musical, show vari in quantità sbalorditiva e di ottima qualità esecutiva. Non è chiaro dove la Chiesa del Dio Onnipotente trovi le enormi somme di denaro necessarie a produrre una tale quantità di materiale artistico, realizzato con grande professionalità, tra l’altro tradotta in quasi tutte le lingue del mondo, in cui è doppiato con eguale professionalità. Si tratta di un impegno immane di figure come registi, attori, sceneggiatori, scenografi, autori, ballerini, coreografi, costumisti, cantanti, traduttori, doppiatori, cameramen, montatori, ecc.  Il denaro necessario è enorme e l’organizzazione complessa: difficoltà logistiche, teatri di posa, prove, le ore di pratica incompatibili con l’attività quotidiana di un non professionista, ecc… Bitter Winter accusa il “movimento anti-sette” occidentale di collaborare con il Partito Comunista Cinese nella persecuzione delle minoranze religiose cinesi come Falun Gong e Chiesa del Dio Onnipotente.

Il 20 Luglio 2020 Bitter Winter ha prontamente rilanciato i contenuti di un documento rilasciato pochi giorni prima dalla United States Commission for International Religious Freedom, (USCIRF). Questo organismo produce un report sullo stato della libertà religiosa nel mondo. Quest’anno il report conteneva un documento sulla  pessima situazione della libertà religiosa in Russia  e attribuiva la persecuzione delle minoranze religiose in quel Paese alla Chiesa Ortodossa e al “movimento anti-sette” internazionale, accusato di promuovere discorsi di odio e intolleranza contro le religioni minoritarie. Inoltre, nel documento si suggerisce al governo americano di ostacolare le attività di una specifica organizzazione anti-sette, la European Federation of Centres of Research and Information on Cults and Sects (FECRIS) presso l’OSCE, colpevole del fatto che il vicepresidente è Alexander Dvorkin, accusato di essere l’uomo dietro alla persecuzione religiosa nella Federazione Russa.

Nel documento si inserisce addirittura la Francia, patria della laicità e dei diritti umani, nella speciale “Watch list” dei paesi da tenere sotto osservazione per il mancato rispetto della libertà religiosa. Ciò per il fatto che la FECRIS riceve da quel Paese un piccolo finanziamento (FECRIS in Francia ha la propria sede legale).

Il report è stato ripreso e divulgato con malcelata euforia da molti siti internazionali, a cominciare da quelli di Scientology  e di Soteria International , un’organizzazione riconducibile a MySa Yoga del guru rumeno Gregorian Bivolaru, attualmente incluso nell’elenco dei most wanted dell’Europol per traffico di esseri umani e abusi sessuali.  Un’organizzazione con sede in Italia che si propone di difendere la libertà religiosa, la European federation for Freedom of Belief (FOB), ha in questa occasione pubblicato un articolo in cui suggeriva tra le righe che perfino l’Italia andrebbe inclusa nell’elenco dei Paesi da osservare da parte dell’USCIRF, a causa della presenza anche in questo territorio di attivisti anti-sette legati alla FECRIS. Fra i soci fondatori di FOB ci sono un esponente di alto livello di Scientology e vari membri di culti discussi.

In definitiva, il motivo di questo riproporre il documento dell’USCIRF da parte di tutte le organizzazioni di “apologeti dei culti” a livello internazionale, è nel fatto che questo documento viene presentato come la definitiva consacrazione della condanna del movimento anti-sette da parte di un organismo internazionale autorevole e neutrale.

È allora il caso di chiarire che l’USCIRF non è un organismo internazionale, non è neutrale e, in fondo, non è neppure un organo dell’Amministrazione USA. Come è scritto sul sito ufficiale, USCIRF è una “U.S. federal government commission”, un organo consultivo la cui vantata indipendenza risiederebbe tutta nel fatto di essere “bipartisan”, cioè di non essere espressione di un solo partito. È costituita da soli 9 componenti, 5 del partito del Presidente e 4 del maggior partito d’opposizione.

Il vice presidente è Tony Perkins. Egli è presidente del Family Research Council, un’organizzazione fondamentalista Protestante. Il Family Research Council si oppone a pornografia, ricerca sulle cellule staminali embrionali, aborto, divorzio e diritti LGBT (come le leggi contro la discriminazione, il matrimonio tra persone dello stesso sesso, le unioni civili tra persone dello stesso sesso e l’adozione LGBT). Il FRC ritiene che “la condotta omosessuale sia dannosa per le persone che la praticano e per la società in generale, e non può mai essere affermata”.

È quindi un vizio e un peccato. Posizione lecita, ovviamente, ma non quella che ci si aspetterebbe da chi deve giudicare su discriminazioni e “discorsi d’odio”. Infatti, nel 2010, il Southern Poverty Law Center ha classificato l’FRC come un gruppo d’odio anti-gay a causa di quelle che sono le “false affermazioni del gruppo sulla comunità LGBT basate su ricerche screditate e scienza spazzatura” nel tentativo di bloccare i diritti civili LGBT.

Il sito di informazione OpenDemocracy ha pubblicato l’elenco delle associazioni della destra religiosa USA che hanno finanziato campagne per contrastare l’educazione sessuale, la contraccezione, l’aborto e i diritti LGBT in Africa, e FRC compare in questa lista.

Un altro componente della USCIRF è Gary L. Bauer, che della FRC è l’ex presidente. Nel novembre 2009, Bauer ha firmato una dichiarazione ecumenica nota come “Manhattan Declaration” che invita i cristiani evangelici, cattolici e ortodossi a non rispettare le regole e le leggi dello Stato che, secondo loro, costringerebbero a partecipare o semplicemente ad ammettere l’aborto, il matrimonio tra persone dello stesso sesso e altre questioni che vanno contro la loro coscienza religiosa.

Appare quantomeno singolare che chi invita a non rispettare le leggi e che si oppone con forza al riconoscimento dei diritti sanciti dalla Costituzione sia componente di una commissione che vigila sul rispetto dei diritti civili e della libertà.

Altro componente è Johnnie Moore. Questi è “evangelical advisor” di Trump, e fautore dell’egemonia americana. È il presidente del Congress of Christian Leaders, un gruppo attenzionato da Right-Wing Watch, un organismo indipendente che monitora tutti i gruppi di eversivi di destra.

Nadine Maenza, un altro membro della commissione, è Direttore esecutivo del Rick Santorum’s Patriot Voices PAC per la difesa dei valori conservatori. Ovviamente, si oppone all’aborto e al matrimonio tra persone dello stesso sesso, e ha abbracciato durante il suo mandato al Senato l’immagine del “guerriero culturale” nella guerra contro le libertà civili. Santorum è adepto del gruppo Regnum Christi, legato ai Legionari di Cristo, gruppo molto controverso al centro di un enorme scandalo. Mentre era in carica come senatore, Santorum era stato autore dell’Emendamento Santorum, che promuoveva l’insegnamento nelle scuole del creazionismo e del disegno intelligente opponendosi all’insegnamento della teoria dell’evoluzione.

Se quattro su nove componenti presentano caratteristiche che non li renderebbero adatti a giudicare su chi pratichi discorsi d’odio, discriminazione o ostacoli i diritti civili, ciò significa che con un solo voto ulteriore si possa costituire la maggioranza. È poi interessante sapere che una componente illustre dell’USCIRF, nonché sua ex vice-presidente, Kristina Arriaga de Bucholz, ha dato le dimissioni nel 2019 a causa delle “pesanti interferenze del Foreign Affair Committee del Senato U.S.” nelle attività della Commissione.

Ciò pone un’ipoteca sull’autonomia dell’USCIRF. Paradossalmente, però, la Arriaga ha lamentato anche che le nuove norme imposte hanno ampliato la missione dell’USCIRF fino a includere il monitoraggio dell'”abuso della religione per giustificare le violazioni dei diritti umani”. Questa espansione permetterebbe a un’eventuale USCIRF costituita da persone attente ai diritti civili di denunciare, per esempio, la segregazione sessuale durante le funzioni religiose, le mutilazioni genitali o le religioni che si oppongono alle relazioni omosessuali.

Permetterebbe, altresì, di condannare gli abusi che avvengono nei culti totalitari, le cosiddette “sette”. “Benché sorpreso delle sue dimissioni, condivido le sue preoccupazioni”, scrisse il vice-direttore Perkins su Twitter. Sembra insomma che la commissione sia interessata a salvaguardare la libertà di culto a scapito di qualunque altro diritto. A ogni modo, Chris Seiple, presidente emerito dell’Institute for Global Engagement (IGE), ha detto che le dimissioni della Arriaga “sollevano domande su come viene gestita l’USCIRF”, mentre membri di entrambi i partiti maggiori ritengono che i commissari USCIRF “manchino di buon senso”.

Tutto quanto sopra riportato – relazioni oscure tra discussi culti cinesi e amministrazione USA, contiguità tra culti e lobbies a favore della libertà di culto, organi politici USA preposti al monitoraggio della libertà religiosa, ma costituiti da membri di organizzazioni religiose che potremmo chiamare “estremiste” – pongono interrogativi su quale sia il peso e che ruolo giochi la componente geo-politica nell’utilizzo del tema della “libertà religiosa”.

Dubbi sulla legittimità delle pretese dell’USCIRF stanno comunque aumentando anche sul fronte conservatore. Perfino National Review  ha recentemente preso posizione affermando che quello che la Commissione chiede è la riduzione del “diritto di libertà di parola e di associazione protetto dalla Costituzione e dalle leggi degli Stati Uniti” e che il concetto di “discorso dell’odio” è  “impraticabile e pericoloso” (probabilmente cogliendo meglio di altri che l’etichetta può imputarsi facilmente proprio ai discorsi prodotti dalla parte politica della NR e degli autorevoli commissari dell’USCIRF). Ciò che è certo è che le richieste dell’USCIRF – e le determinazioni del Consiglio Di Stato – possono produrre effetti molto gravi per la società liberale, se consideriamo che il mese scorso la Commissione ha tenuto un’udienza in cui si è promossa la collaborazione tra le società di social media, governi e istituzioni internazionali per implementare regimi di censura e di “moderazione dei contenuti” riguardo i “discorsi d’odio” a carattere religioso. “Il Congresso – conclude National Review – deve esercitare la sua autorità di controllo e garantire che l’USCIRF non comprometta il legame tra i nostri valori americani fondamentali e i nostri obiettivi di politica estera di lunga data”.

Luigi Corvaglia
luigi_corvaglia@yahoo.it

Condividi questo articolo