Senza Bavaglio
Milano, 11 dicembre 2024
L’Inpgi è andato a rotoli perché con testardaggine i suoi dirigenti hanno insistito nel volerlo utilizzare come finanziatore della Fnsi. E la Casagit sta per fare la stessa fine. Una fine ingloriosa. A pugnalare la Cassa, il comportamento e la gestione dei suoi dirigenti che non hanno voluto e non vogliono tentare di risanare il deficit riducendo il contributo al sindacato. Regalandosi inoltre stipendi eccessivi.
La manovra “inventata” dal CdA della Casagit, che aumenta i contributi degli iscritti e diminuisce le prestazioni assicurative, è una mazzata per i giornalisti, ma non lo è per il sindacato che continuerà a ricevere quasi 600 mila euro di sovvenzione a fondo perduto.
Attenzione! Non si intende qui cancellare o diminuire il contributo alle associazioni regionali, che comunque forniscono agli iscritti un servizio di raccolta della documentazione per i rimborsi e consulenza. Si parla del contributo alla Federazione Nazionale della Stampa che non ha nessun ruolo in Casagit.
Difensori della mancia
I difensori di quella mancia sostengono che la Fnsi firmando il contratto nazionale .di lavoro ha un ruolo eccome. Noi diciamo che non firmando alcun contratto da ben 10 anni quel ruolo, se mai l’ha avuto, non ce l’ha più. Inoltre, è uno dei doveri del sindacato firmare contratti che sostengono il welfare dei giornalisti. Ritenere che per ottemperare a quel compito il sindacato deve essere retribuito è una contraddizione in termini. Soprattutto in tempi in cui tutti sono costretti a stringere la cinghia e fare sacrifici.
Senza Bavaglio aveva già scritto in proposito qualche anno fa e il 15 dicembre 2020 era stato tra i promotori in consiglio generale della Casagit di una mozione che proponeva di ridurre il contributo alla Fnsi. La mozione era stata approvata in consiglio generale (con 39 voti contro 37) dopo un dibattito molto acceso con interventi dei delegati pro-Fnsi che non nascondevano toni di irritazione.
Adeguamento annuale
Questo il testo del documento: “L’Assemblea, ascoltata l’informativa sul contributo a Fnsi, rilevato come da anni tutti debbono affrontare e accettare sacrifici economici talvolta molto pesanti, fermo restando il contributo alle Associazioni Regionali di Stampa impegna la Presidenza della Casagit a procedere ad una ulteriore trattativa con la Fnsi al fine di concordare con la stessa un importo del contributo coerente con la attuale situazione dei giornalisti e comunque contenuto nei due terzi dell’importo attuale, fissando inoltre la scadenza temporale in dodici mesi, in modo da consentire l’eventuale adeguamento annuale”.
L’approvazione della mozione provoca l’irritazione del sindacato e in particolare di tre associazioni regionali (Veneto, Trentino e Abruzzo) che reagiscono avventandosi con furia contro il documento approvato dall’assemblea nazionale della Casagit. E scrivono cose completamente false.
La menzogna di tre regioni
Secondo le tre organizzazioni locali, infatti, il documento approvato dalla assemblea Casagit vorrebbe ridurre – direttamente o indirettamente – il contributo, pari a 1 milione 200 mila euro, versato annualmente dalla Casagit alle Associazioni regionali di stampa. “Questo provvedimento, qualora fosse attuato – scrivono le tre Associazioni Regionali di Stampa – metterebbe a rischio la tenuta degli uffici delle consulte regionali di Casagit, che sono l’unico servizio espresso sul territorio a favore dei colleghi e gli stessi posti di lavoro dei dipendenti”.
Falso. Dolosamente falso. La proposta, infatti, non toccava i contributi alle regioni ma solo alla Federazione Nazionale.
Così un mese dopo, il 28 gennaio 2021, il Consiglio d’Amministrazione della Casagit, alla faccia della democrazia, non tiene in nessun conto la mozione approvata in Consiglio Generale e delibera di continuare a versare l’intero contributo alla Federazione.
Riduzione di un terzo
Scrivevamo allora: “Un mese fa l’assemblea dei delegati Casagit ha chiesto la riduzione di un terzo del contributo annuo a favore della Fnsi (da 600 a 400 mila euro) ma oggi – 28 gennaio 2021 – la maggioranza del cda (Cerrato, Giuliani, Summo, Spirito, Artizzu, Napoli, Costante) ha approvato una proposta che stabilisce la somma di 600 mila euro come “contributo minimo garantito” per 3 anni (l’assemblea proponeva per un solo anno) al Sindacato”.
Contro questa decisione che sancisce la totale mancanza di rispetto per il voto dell’assemblea dei delegati, si esprimono i consiglieri di amministrazione Luciano Azzolini, Paola D’Amico, Carlo Gariboldi e Chiara Roverotto, mentre si astiene Marisa La Penna.
Responsabilità del dissesto
In pratica i consiglieri d’amministrazione di minoranza chiedono alla Fnsi di fare gli stessi sacrifici chiesti a tutti i giornalisti italiani. La proposta non viene accettata e non ci vuol molto per capire a questo punto di chi è la responsabilità del dissesto attuale.
Molti dei firmatari di quella mozione ora hanno incomprensibilmente cambiato opinione e sono schierati a favore di questa riforma suicida. Alla domanda di colleghi sul perché abbiano voltato gabbana non c’è stata risposta. Unica in CdA a votare contro la riforma piemontese Carola Vai.
Al vecepresidente 79.160 euro all’anno
Oltre a rinunciare a versare almeno una parte degli oltre 600 mila euro l’anno alla Fnsi la Casagit e i suoi dirigenti dovrebbero cominciare essi stessi a fare qualche sacrificio. Invece altre scelte del Consiglio di amministrazione a noi appaiono discutibili e incomprensibili.
Ad esempio: era proprio necessario istituire la carica di vicepresidente dell’istituto remunerata con 79.160 euro l’anno? E a proposito di spending review ricordiamo che l’indennità annua del presidente è pari a 95.514 euro e quella del direttore generale è pari a 176.370, 74. Certo niente di paragonabile alle retribuzioni dei vertici Inpgi, ma in tempi di grave crisi una sforbiciatina, considerato che il disavanzo previsto è di oltre 6 milioni di euro……
E ancora è legittimo chiedere: Casagit Salute ha sempre controllato i redditi di tutti i cassintegrati o disoccupati, che hanno goduto del beneficio di non versare i contributi per due anni? E’ vero che ora la contribuzione agevolata passa da un massimo di 48 mesi nell’ arco della vita ad un massimo di 24 , ma in questi anni che verifica c’è stata?
Il CdA si deve dimettere
Senza Bavaglio chiede ora che il consiglio d’amministrazione della Casagit congeli la nuova riforna (i cui danni sono stati ben illustrati dal documento, che ripubblichiamo qui sotto elaborato da Stampa Romana) si dimetta e anticipi immediatamente il voto – finora previsto per il 2025 – per eleggere i delegati Casagit.
La FNSI dal canto suo deve immediatamente sottoporsi a una cura dimagrante che preveda l’accorpamento delle regioni più piccole con quelle limitrofe più grandi, come per altro era una volta: Valle d’Aosta con Piemonte, Abruzzo e Molise con il Lazio, Puglia con la Basilicata, Trentino-Alto Adige con il Veneto e se è il caso prevedere altri accorpamenti. Deve capire che per sopravvivere deve risparmiare pesantemente.
E’ l’unico modo per salvare la nostra Cassa di mutuo soccorso e il sindacato dei giornalisti, che altrimenti è destinato all’estinzione.
Senza Bavaglio
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Le iconografie che illustrano gli articoli di Senza Bavaglio sono di Valerio Boni.
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