Senza Bavaglio
24 dicembre 2020
I nipotini di Stalin germogliano a Natale. E spargono il loro modo di muoversi e pensare, fatto di demonizzazione, intolleranza, falsità, malafede. Un armamentario utilizzato nella lotta politica interna cui è ricorsa la FNSI, il sindacato nazionale unitario dei giornalisti italiani, tramite alcune sue propaggini territoriali e il suo presidente, Giuseppe Giulietti.
Nei giorni scorsi è partita all’attacco l’Assostampa Veneto, seguita dall’Assostampa Trentino Alto Adige e poi da qualche altra associazione (ad esempio il Sindacato Giornalisti Abruzzesi).
Tutti e tre i sindacati regionali si sono avventati con furia contro la mozione approvata il 15 dicembre dall’assemblea nazionale della Casagit. Secondo le tre organizzazioni locali, il documento approvato dalla assemblea Casagit vorrebbe ridurre – direttamente o indirettamente – il contributo, pari a 1 milione 200 mila euro, versato annualmente dalla Casagit alle Associazioni regionali di stampa. “Questo provvedimento, qualora fosse attuato – scrivono le tre Associazioni Regionali di Stampa – metterebbe a rischio la tenuta degli uffici delle consulte regionali di Casagit, che sono l’unico servizio espresso sul territorio a favore dei colleghi e gli stessi posti di lavoro dei dipendenti”. Il presidente della FNSI, Giuseppe Giulietti, da par suo, arruffapopolo qual è, vero “apostolo dell’inganno”, aprendo i lavori del direttivo regionale del Sindacato Giornalisti veneto riunitosi il 18 dicembre, ha rincarato la dose. Ha concionato parlando di “attacco politico al sindacato, di sparare nel mucchio, nascondersi dietro gli slogan, diffondere notizie false per creare confusione”.
APOTEOSI DEL FALSO
Nelle affermazioni rese pubbliche dai tre sindacati regionali e dal presidente della FNSI non c’è una parola corrispondente al vero. Tutto falso.
Siamo di fronte a sindacalisti della mistificazione. È spaventoso quando – per usare un’espressione di Romano Prodi – l’ideologia diventa teologia.
Ricostruiamo, invece, i fatti vissuti da 77 protagonisti e testimoni (i delegati Casagit dell’Assemblea collegati quasi tutti da remoto), fatti registrati e archiviati.
ORE 15,20 (CIRCA) DI MARTEDì 15 DICEMBRE 2020
Mario Antolini, fiduciario Casagit di Roma e del Lazio, presenta e illustra una mozione firmata da 33 delegati di tutta Italia. In essa si chiede al presidente nazionale della Casagit, Daniele Mauro Cerrato, “di impegnarsi a un’ulteriore trattativa con la FNSI al fine di concordare un importo del contributo coerente con la attuale situazione della categoria dei giornalisti e comunque contenuto nei 2/3 dell’importo attuale, fissandone inoltre la scadenza temporale in 12 mesi”. In pratica a rivedere il contributo finanziario annuale della Casagit alla FNSI, pari a quasi 640 mila euro “fermo restando il contributo alle Associazioni regionali di stampa”.
La mozione viene approvata dalla maggioranza dell’assemblea: 39 voti favorevoli su 77 votanti.
9 APRILE 2002
In questo giorno viene sostituito e modificato il primo protocollo di accordo fra Casagit e Sindacato nazionale dei giornalisti risalente al 30 gennaio 1994. In esso si “prevede per la Casagit un contributo contrattuale del 4,60 per cento, di cui il 3,60 per cento a carico del giornalista e l’1 per cento a carico del datore di lavoro per assicurare l’erogazione di prestazioni sanitarie integrative del Servizio Sanitario Nazionale”. Insomma, la Cassa integrativa sanitaria “paga” il sindacato, perché il sindacato firma il contratto nazionale di lavoro. Un corrispettivo dovuto in cambio di quello che un sindacato deve fare.
FIUMI DI DENARO ALLA FNSI: ALMENO 10 MILIONI DI EURO IN 18 ANNI
Nel 2002 la cifra versata alla FNSI è stata di 464 mila euro, nel 2009 di 568 mila euro, nel 2020 di 637 mila euro. Nel 2009, però, la FNSI garantiva alla Casagit 52 milioni di euro dal contratto. Nel 2020 questa somma è scesa a 39 milioni di euro (13 milioni in meno, ma la Casagit dona 62 mila euro in più). In questi anni sono calati i contributi dei soci iscritti alla Casagit, tutti abbiamo fatto dei sacrifici, ma non è stato mai toccato né ridiscusso per 18 anni l’ammontare erogato alla FNSI. Almeno 10 milioni di euro in 18 anni. Se solo la Casagit ne avesse versati 200 mila in meno ogni anno, oggi in cassaforte avrebbe 3 milioni e 600 mila euro, da usare per la nostra pelle.
Già nel 2017 il collegio sindacale Casagit aveva cominciato a denunciare il fatto che 630 mila euro l’anno apparivano “eccessivi, difficili da giustificare in vista delle difficoltà cui la Casagit andava incontro e invitava il consiglio di amministrazione ad abbattere questa spesa”.
Col passare del tempo, una parte della categoria è diventata sempre più insofferente per questo finanziamento, giudicato insostenibile.
Oltretutto, dopo la trasformazione della Casagit in Società di Mutuo Soccorso il vecchio accordo non può reggere: le nuove popolazioni non giornaliste (se e quando arriveranno) non iscritte alla FNSI potrebbero contestare il fatto che una parte della loro quota associativa sia usata per sostenere un sindacato cui non appartengono.
TORNIAMO AL 15 DICEMBRE 2020
Mario Antolini nell’illustrare il documento è chiarissimo: non è un attacco di bolscevichi alla FNSI, non la si intende mettere a ferro e a fuoco. È solo un invito al sindacato nazionale dei giornalisti a riconoscere la gravità della situazione che tutti stiamo vivendo e pagando e ad accettare di rinunciare a una parte dell’emolumento.
E comunque NON si toccano i contributi alle Associazioni regionali di stampa, giustificati dal lavoro da queste svolto a favore dei giornalisti.
Durante la votazione, un delegato, prima di esprimere il suo voto, chiede al presidente Cerrato conferma del fatto che la mozione non andava a intaccare i contributi alle Associazioni regionali di stampa. Il presidente conferma (è tutto agli atti). Prima del voto, il presidente Cerrato tenta di soffocare il dibattito dicendo che ormai le posizioni sono chiare e che si deve passare al voto. Le reazioni di Corrado Chiominto (Roma) e Costantino Muscau (Milano) lo costringono a fare marcia indietro.
Una delle prime a intervenire è proprio una delegata del Veneto, Tiziana Bolognani, che usa anche termini offensivi contro i 33 firmatari della mozione (poi sarà costretta a scusarsi). Per la precisione: partecipa all’assemblea anche un altro delegato del Veneto, Stefano Edel.
I NEGAZIONISTI
Quando si vota è chiaro a tutti che la mozione chiede di concordare con la FNSI un possibile risparmio del contributo alla stessa FNSI, senza neppure sfiorare i contributi alle Associazioni regionali di stampa.
È comprensibile che si possa dissentire. I tacchini, o gli agnellini, – si sa – non amano il Natale. Ma il travisamento della realtà, anzi la sua negazione, non sono accettabili. È evidente, infatti, che il comunicato del direttivo del sindacato regionale veneto, quello fotocopia del Trentino Alto Adige, o dell’Abruzzo e di qualche altro valletto senza livrea della Federazione della Stampa, sostengono affermazioni, false, sbagliate, fuorvianti.
Non solo: sia i colleghi del sindacato regionale veneto sia quelli del Trentino- Alto Adige sia quelli dell’Abruzzo fanno di peggio. Additano al pubblico ludibrio tre dei sottoscrittori della mozione incriminata: Chiara Roverotto, veneta, e Luciano Azzolini, trentino (entrambi membri del Consiglio di amministrazione della Casagit) e Donatella Speranza, delegata e componente della consulta abruzzese.
Il documento dei giornalisti abruzzesi, sempre copia e incolla di quello dei veneti, non è però stato approvato all’unanimità: ci sono stati un astenuto e uno contrario. Poveri loro: verranno messi al rogo?
La macchina del fango continua dunque il suo giro d’Italia, perfetto, completo, alimentata da intolleranza, demonizzazione, falsità. E malafede: sia perché tutto è pubblico e verificabile, sia perché il Veneto e il Trentino Alto Adige e l’Abruzzo avevano i loro rappresentanti in assemblea, quindi testimoni di quanto deciso.
Niente male per un sindacato che:
- È ridotto al lumicino, perché continua a perdere iscritti.
- Non rinnova il contratto nazionale di lavoro da anni (eppure continua a prendere dalla Casagit 637 mila euro l’anno proprio per un contratto che non si vede).
- Ha come suoi scopi principali: la difesa della libertà di stampa, la pluralità degli organi di informazione, la tutela dei diritti e degli interessi morali e materiali della categoria.
Forse pensa alla difesa dei diritti in Corea del Nord, Turchia o Egitto…Ma non a quelli di chi osa ledere la maestà di un reuccio, o di un regno, sempre meno credibili.
Perché una mozione e i suoi firmatari non hanno titolarità democratica?
Perché un sindacato, e per giunta di giornalisti, deve scendere così in basso?
Perché non è possibile discutere e dissentire senza scomuniche?
Come direbbe il mitico governatore Zaia (Veneto)? Ragionateci un po’ sopra…
Buone feste a tutti anche a chi ci denigra mentendo
Senza Bavaglio
twitter @sbavaglio
www.senzabavaglio.info
Ridimensionato il contributo Casagit alla FNSI: battuta la maggioranza
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