Casagit mancano soldi: allo studio nuovi “sacrifici” per i pensionati/1

Diventa concreta l’ipotesi di contribuzioni alternative. E’ probabile che la Cassa metta le mani nelle tasche di 8737 iscritti non più attivi

Senza Bavaglio
17 ottobre 2022

In un futuro non molto lontano Casagit Salute metterà le mani nelle tasche di 8120 iscritti INPGI, che diventano 8737 con i 617 pensionati “NON INPGI”? Non è certo, per ora, ma – come Senza Bavaglio è in grado di rivelare – molto probabile.

Di sicuro il fatto che “l’ipotesi di contribuzioni alternative ai soci pensionati” sia all’esame del consiglio di amministrazione e, per giunta, in un modo quasi segreto, lascia mal sperare.

A che cosa è dovuta questa manovra, che potrebbe andare a incidere sulle pensioni in un momento di crisi generale per inflazione e caro bollette?

La ragione ufficiale potrebbe essere contenuta in due numeri, come si evince dal documento (semiclandestino) che contiene i calcoli del possibile doloroso intervento

Eccoli: i contributi dei soci pensionati, tra quelli che versano il 2,20% e il 3,50%, siano essi titolari o superstiti, ammontano , complessivamente, a 18.820.466 euro. Le prestazioni ammontano a 19.109.238 euro. “Il rapporto tra prestazioni e contributi (si legge nel documento) è uguale a 101,5 per cento. Il sistema non è in equilibrio. Occorre considerare che l’equilibrio è all’85 per cento per sostenere i costi della struttura”.

Ci sono poi i 617 pensionati NON INPGI i cui contributi ammontano a 1.424.675,54.

In parole povere: ci sono migliaia e migliaia di euro da recuperare solo per andare in pari tra introiti e uscite.
E allora che fare?

Dal documento emergono 5 ipotesi di – eufemismo- “contribuzioni alternative”. Ci limitiamo a riassumerle, per non tediarvi con le suddivisioni tra quello che dovrebbero pagare gli iscritti al gruppo degli esenti (quelli che per ora non versano nessun contributo, sono 41 e che costano in prestazioni mediamente 2000 euro a testa); quelli che versano il 2,20% (sono 256) e quelli che pagano il 3,50% (ammontano a 7823).

Sorvoliamo – per semplificare – inoltre sulla divisione all’interno di questi 3 gruppi: soci superstiti, soci superstiti pro quota e soci titolari.

IPOTESI 1: 3,50%+ minimale 1840 euro. Coinvolgerebbe il 30% della popolazione Inpgi interessata e dovrebbe procurare un gettito di 1.574.837,19. Questa somma è la differenza fra i 18.820.465,51 euro della attuale contribuzione e i 20.395.302,70 dell’ ipotesi minimale a 1848.

Concretamente: i 20.935.302,70 si raggiungono anche con il contributo appioppato agli esenti, 75768 euro (1848×41) a quelli del gruppo che versano il 2,20%, euro 473.088 (1848x 256).

IPOTESI 2: 3,50 + minimale a 1636 euro. Coinvolgerebbe il 23% della popolazione INPGI interessata e la differenza di gettito sarebbe di 1.081.766,79, pari alla differenza fra i contributi totali attuali 18.820.465,51 e i 19.902.232,30 dell’ipotesi minimale a 1636 euro. La variazione (ipotetica) del gettito però scenderebbe a 1.054.690,82 se non si considerano i 27.075 euro che frutterebbe il gettito dei NO INPGI.

Anche in questo caso i 41 esenti si troverebbero a metter mano al portafogli: verserebbero 67.076 euro e i 256 dei pensionati del 2,20 contribuirebbero con 418.816 euro, rispetto ai 93.882 attuali. Con una differenza di gettito ipotizzata di 324.933 euro.

IPOTESI 3: 3,50%+ minimale 1400 euro. Coinvolgerebbe il 16% della popolazione Inpgi interessata e darebbe un gettito di 679.726,28 euro, ovvero la differenza fra 18.820.465,51 della contribuzione attuale e i 19.500.191,79 dell’ipotesi minimale a 1400 euro. Anche in questo caso c’è da considerare che il mancato introito dei NO INPGI ammonterebbe a poco più di 50 mila euro. Inutile ricordare che i 41 esenti sarebbero chiamati a pagare qualcosa anche qui: 57400 euro; quelli del 2,20 oltre 358 mila euro, rispetto ai 93882 euro attualmente versati. Con una differenza di gettito di oltre 264 mila euro.

IPOTESI 4: 3,50+minimale 1200 euro. Coinvolgerebbe il 12% della popolazione Inpgi interessata e porterebbe alle casse esangui dell’ente 436065,38 euro, corrispondenti alla differenza tra i 18.820.465,51 della contribuzione attuale e i 19.256.530,89 con ipotesi minimale di 1200 euro. in questa ipotesi la differenza di gettito dei NO INPGI sarebbe di 70.405 euro.

IPOTESI 5: 3,50+ no minimale. Coinvolgerebbe appena il 3% della popolazione Inpgi interessata e renderebbe 65.191, 44 euro, che è la differenza tra i 18.820.465,51 euro della contribuzione attuale e i 18.885.656,95 euro senza minimale. In questa ipotesi i 41 esenti sarebbero chiamati a dare 9715 euro, i 256 oltre 149 mila euro con una differenza di gettito di circa 55 mila euro.

Insomma, al di là della girandola delle cifre che possono confondere, la manovra ipotizzata dovrebbe portare da un milione e mezzo (prima ipotesi) a un milione e rotti (seconda) e via scalando fino ai 65 mila dell ultima.

Senza Bavaglio
reportersenzabavaglio@gmail.com
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(1 – continua)

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