Speciale per Senza Bavaglio
Laura Verlicchi
Milano, 10 giugno 2023
Il Corriere della Sera è in sciopero, dopo una delle assemblee più lunghe e partecipate degli ultimi anni: sei ore di infuocata discussione, concluse con la bocciatura della bozza d’accordo presentata dall’azienda, “assecondata” dal comitato di redazione.
Che infatti è decaduto, dopo le dimissioni di tre membri su cinque: segno della profonda spaccatura all’interno dell’organismo sindacale e della redazione stessa, esasperata da un confronto con l’azienda interminabile e sostanzialmente insoddisfacente.
I temi “caldi” su cui da mesi si cerca inutilmente un accordo sono premio di risultato, aggiornamento professionale, smart working e carichi lavorativi, appesantiti dai malfunzionamenti del nuovo sistema editoriale.
I due giorni di astensione dal lavoro erano stati già approvati dall’assemblea martedì scorso, poi si era riaperta la trattativa tra azienda e comitato di redazione, arrivando a una bozza di accordo, peraltro neanche completamente definita, tanto che solo dopo alcune ore di dibattito è apparso un documento provvisorio.
E qui i nodi sono venuti per l’ennesima volta al pettine: le proposte – a partire dalla mancata stabilizzazione dello smart working, che pure era stata promessa, in aggiunta al giro di vite su premio di produzione, per la prima volta collegato allo smaltimento ferie, e aggiornamento professionale, messo in discussione dopo vent’anni in cui ha fatto parte della retribuzione – non hanno convinto la redazione, che ha sconfessato l’atteggiamento rinunciatario e arrendevole del CdR.
Respinti i tentativi di revocare lo sciopero: una mozione di mediazione, che chiedeva di mantenere l’agitazione del sabato, sospendendo però quella del venerdì per riaprire la trattativa e informare i lettori, ha raccolto molti consensi ma non ha raggiunto il quorum.
Sciopero confermato, quindi, e dimissioni nel CdR: lasciano il vicesegretario della Fnsi Domenico Affinito, Margherita De Bac e Giuditta Marvelli, provocando la decadenza dell’intero organismo.
Si dovrà quindi andare a nuove elezioni, mentre ancora si attende il parere della Fnsi sul nuovo regolamento elettorale, già approvato dai giornalisti, che dà spazio ai rappresentanti delle redazioni locali.
Laura Verlicchi
verlicchilaura7@gmail.com
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Questa la mozione presentata da Rossella Verga e da Alfio Sciacca
L’assemblea dei giornalisti del Corriere chiede di stralciare dalla proposta avanzata dall’azienda al Comitato di redazione ogni accordo relativo all’aggiornamento professionale relativo al 2023 e 2024.
Chiede al Cdr di proporre all’azienda che sul tema aggiornamento professionale resti comunque aperto il tavolo di confronto per eventuali interventi o modifiche dell’istituto che possano allargare la platea degli aventi diritto.
Si invita inoltre il Cdr a riaprire immediatamente il tavolo di trattativa e a cercare un’intesa che soddisfi le richieste emerse oggi in assemblea, confermando nel frattempo lo sciopero di sabato già votato all’unanimità nell’assemblea di martedì e revocando invece quello proclamato per domani per consentire la riapertura del tavolo.
Si chiede infine sul giornale di domani la pubblicazione di un comunicato che informi i lettori, informati finora solo da siti e blog, di quanto sta avvenendo al Corriere.
Dall’archivio di Senza Bavaglio:
Protesta del CdR del Corriere della Sera contro le marchette seriali targate Cairo
Sei giorni di sciopero se non arrivano garanzie sul futuro del giornale
Assemblea RCS: le domande scomode di Ivo Caizzi che imbarazzano Urbano Cairo
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