Speciale per Senza Bavaglio
Barbara Pavarotti
Roma, 26 novembre 2022
C’è un fantasma che si aggira a ridosso delle elezioni per il rinnovo degli attuali vertici Fnsi. Si chiama ex fissa. Un credito di circa 150 milioni di euro che riguarda, al momento, oltre 2.400 giornalisti pensionati, in attesa di ricevere quanto loro spetta anche dal 2010.
L’ex fissa è una prestazione previdenziale integrativa, frutto di un accordo contrattuale siglato nel lontano 1985. E poi rivisto varie volte, ma sempre definito “diritto intangibile”. In pratica ogni azienda doveva versare (e lo deve ancora) per ogni giornalista dipendente l’1,50 in base ai rispettivi stipendi lordi. In modo che costoro potessero maturare un gruzzoletto da riscuotere al momento del pensionamento. Chiamatela, se volete, seconda liquidazione accantonata dai giornalisti. Infatti l’ex fissa è definita, per iscritto, nei vari accordi, “accantonamento individuale nominativo”.
Accantonamento individuale mai rispettato, perché i soldi sono stati usati a ripartizione, ovvero distribuiti a chi, via via, chiedeva la riscossione senza rispettare il criterio dell’individualità dell’accantonamento.
Prima del passaggio a Inps, gli editori versavano la contribuzione obbligatoria in un fondo gestito dall’Inpgi, ora se la tengono in casa, perché la Fnsi non ha ancora trovato, da ben sei mesi, un nuovo “custode” ed erogatore di questo Fondo Ex Fissa.
Da anni, a ogni pensionato, viene versata una mini rata di 3.000 euro lordi, e anche nel 2022 sarà così, perché sono emersi 7 milioni extra bilancio del vecchio Inpgi con cui provvedere al pagamento. Dopo non si sa.
Voi direte: ma chissenefrega dei pensionati, sono già fortunati ad avere una pensione, che non rompano. Ok, ma io, Barbara Pavarotti, che faccio parte dal 2018 del Comitato “Diritto ex fissa”, raccolgo ogni giorno, da anni, le storie disperate di chi contava su questo gruzzolo (soldi propri, che gli spettano) per pagare mutui, per sostenere i figli, per curarsi.
Alla casella postale del Comitato dirittoexfissa@gmail.com scrivono pensionati con tumore, che hanno bisogno di questi soldi per cercare di sopravvivere. O per pagare le cure di malattie invalidanti dei propri familiari.
E non chiedono la luna, chiedono solo di riavere quanto hanno versato. Cosa impossibile per Fnsi, Fieg e tutto il cocuzzaro. Perché i soldi, semplicemente, non ci sono. L’accantonamento individuale di ognuno è andato a farsi benedire.
La maggior parte dei creditori dell’ex fissa deve avere in media 30.000 euro. E non li può avere. Da anni il Comitato si batte per attirare l’attenzione su questo dramma da parte dei nostri dirigenti di organismi di categoria. Nulla. Veniamo cacciati, umiliati, nessuno ci risponde. Oppure la risposta è sempre la solita: “Stiamo provvedendo”. Ma dove, come, quando? La pazienza dei giornalisti pensionati (e dei pensionandi) è finita.
Per questo il Comitato “Diritto ex fissa” inviterà a votare alle imminenti elezioni SOLO CHI PRENDERA’ UN IMPEGNO FORMALE PER RISOLVERE L’EX FISSA. Le chiacchiere stanno a zero. I creditori sono disperati e non gliene frega nulla della spartizione di poltrone. Vogliono solo riavere indietro i soldi da loro versati negli anni di lavoro.
Possibile che questo non possa accadere? Invece accade, da oltre un decennio. I creditori sono consapevoli e angosciati del dramma dei giovani senza lavoro o pagati due soldi.
Ma negare un diritto acquisito (e pagato in base al proprio stipendio lordo) non significa concederne altri. Lo vediamo tutti i santi giorni. Perché, cari signori/e, i giornalisti pensionati sono anziani, fragili e deboli, forse non l’avete capito. E l’ex fissa è il loro principale problema, nonostante l’Unione nazionale giornalisti pensionati difenda a spada tratta la linea degli attuali vertici Fnsi: ovvero il temporaggiamento, il nulla da anni.
Qualcuno di rilievo all’interno dell’attuale Fnsi (quella uscente) ha definito i creditori dell’ex fissa “pensionati in malafede”. NO. NON LO SONO. VERGOGNA PER QUESTA DICHIARAZIONE MESSA NERO SU BIANCO UN PAIO D’ANNI FA. Eforse è bene ricordare alla Fnsi che proprio i pensionati sono quelli ancora fedeli al Sindacato, visto che ci sono cresciuti. I giovani, purtroppo, se ne fregano, è un dato di fatto.
Grazie a “Senza Bavaglio” di ospitare questo appello a sostegno dei creditori dell’ex fissa.
Barbara Pavarotti
barbara.pavarotti@yahoo.it
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(Comitato “Diritto ex fissa” e candidata di Senza Bavaglio alle elezioni per l’Ungp nel Lazio che si terranno dal 14 al 18 dicembre 2022 proprio perché l’Unione nazionale giornalisti pensionati faccia il proprio dovere: premere perché si risolva il dramma dell’ex fissa. Si candidano all’Ungp nel Lazio anche altri componenti del Comitato: Massimo Benedetti, Silvia Mauro, Marina Sbardella)
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