Senza Bavaglio
Milano, 3 ottobre 2019
Senza Bavaglio conquista una piccola, ma comunque significativa, nuova affermazione il 31 ottobre alle votazioni per eleggere i rappresentanti lombardi all’Assemblea Lavoro Autonomo. Dei nove posti disponibili, cinque sono assegnati alla nostra “Lista n.1”, unica alternativa a quella presentata dalla maggioranza che gestisce la Lombarda. Una vittoria che segna un ulteriore passo in avanti, ma che risulta amara per la partecipazione dei colleghi all’assemblea e alle votazioni, che definire scarsa è un eufemismo. Se alla tornata precedente si erano presentati in 17, questa volta gli aventi diritto si sono ridotti a 12.
L’assoluta parità, con sei elettori per schieramento ha complicato le operazioni di assegnazione delle tre cariche all’Assemblea Nazionale del Lavoro Autonomo, poiché lo statuto non prevede soluzioni per questo genere di situazioni. Per uscire dalla condizione di scacco, che si sarebbe protratta all’infinito secondo quanto suggerito da Guido Besana, è stato necessario trovare un compromesso tra le parti. L’impossibilità di definire a quale lista assegnare il terzo rappresentante è stata superata con la decisione straordinaria di procedere a uno spareggio tra i due candidati, determinato dalla data di iscrizione all’Associazione Lombarda. Grazie all’anzianità maturata dal 2004, Alberto Gerosa ha portato a quota cinque il saldo di membri eletti da Senza Bavaglio.
Con Beppe Ceccato già eletto presidente, Nicoletta Morabito (SB) va a coprire il ruolo di coordinatore all’interno della Commissione Regionale e membro della Commissione Nazionale. Francesca Zurlo rappresenterà la maggioranza FNSI all’Assemblea nazionale, con i nostri Gerosa e Silvia Antonini (Unità Sindacale). La stessa Antonini, con Valerio Boni, entra nella Commissione regionale per il lavoro autonomo, completata da Francesca Zurlo e Fabio Schiavo.
Superata a fatica la fase di completamento degli organismi, a causa dello scarso interesse dimostrato dai colleghi che secondo l’ultimo censimento rappresentano circa il 20 per cento degli iscritti all’Ordine, resta ora da vedere quale margine operativo potranno avere le tre commissioni. I problemi non mancano di certo, visto che se in passato quella del freelance poteva essere una scelta, oggi è spesso una soluzione obbligata, un modo più elegante per definire un disoccupato. Le soluzioni, al contrario, appaiono inarrivabili all’orizzonte, con limitate possibilità di ottenere i riconoscimenti minimi in termini economici e di dignità. Considerato anche che furono proprio le Commissioni, allora gestite totalmente dalla maggioranza, ad affossare l’unica possibilità di dare dignità al lavoro autonomo: l’Equo Compenso. Approvarono, senza un motu di rivolta, quello che poi è stato definito “l’Iniquo Compenso”, avallando sciaguratamente la formula: più lavori, meno guadagni!
Le Commissioni Lavoro Autonomo (sia la nazionale, sia le regionali) in questi anni non sono servite a nulla e non hanno raggiunto nessun risultato. Ciononostante La FNSI continua ad imporle alle Associazioni Regionali. I colleghi liberi professionisti lasciano il sindacato. La domanda che si pongono – e che non sfiora neppure lontanamente i dirigenti – è semplice: “Perché mi devo iscrivere a un sindacato che non fa nulla per me?”
Senza Bavaglio, per difendere realmente i liberi professionisti dell’informazioe, ormai da anni, propone l’istituzione dell’Organismo di Base dei Freelance e dei Precari che testardamente La FNSI e le Associazioni regionali non intendono accettare: eroderebbe infatti il potere dei professionisti del sindacato costringendoli a lasciare i loro posti a colleghi più giovani e motivati. I giornalisti non contrattualizzati sono infatti la stragrande maggioranza degli iscritti all’Ordine e un’esigua minoranza degli iscritti al sindacato.
Senza Bavaglio
Twitter @sbavaglio
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