“Domani” è un altro giorno… ma non ancora

Speciale Per Senza Bavaglio
Rosaria Federico
Roma, 7 aprile 2023

“Domani è un altro giorno, dopo tre anni si chiude la mia esperienza di direttore di Domani… Da oggi inizia una fase nuova”, ha annunciato così su twitter la sua improvvisa e evidentemente inaspettata defenestrazione Stefano Feltri da direttore del giornale.

Ma a giudicare dalla ‘gerenza’ pubblicata oggi 7 aprile sul quotidiano voluto dall’ingegnere Carlo De Benedetti “domani è un altro giorno” è stato rimandato a “dopodomani”.

Ieri, con un comunicato di ‘facciata’ il consiglio di amministrazione di Editoriale Domani spa ha annunciato la fine dell’era Feltri per il quotidiano, uscito il 15 settembre del 2020 in piena pandemia, e l’inizio della nuova direzione affidata, evidentemente in extremis, a Emiliano Fittipaldi, il suo vice.

“L’Editore e il Consiglio di Amministrazione ringraziano Stefano Feltri per l’impegno e il lavoro svolto in questi anni e augurano al nuovo direttore di affrontare con passione l’importante sfida che lo attende”, si legge nella nota ufficiale.

E Feltri con un tweet ha annunciato la fine della sua esperienza di direttore lasciando intravedere neanche troppo velatamente il suo rammarico “Dopo quasi tre anni di intenso e appassionante lavoro, si chiude la mia esperienza di direttore del quotidiano Domani che ho contribuito a fondare con un team piccolo ma battagliero di giornalisti nel 2020 – ha scritto Feltri – non è mio costume fare polemiche o commenti sui posti in cui ho lavorato, quindi non chiedetemeli”.

Stamane ci si aspettava un editoriale di saluto, un fair play consolidato tra direttori che si avvicendano, e invece il passaggio è stato così repentino che i giornalisti e i grafici del giornale non hanno avuto neppure il tempo di aggiornare la gerenza del quotidiano in edicola oggi nella quale figura ancora come direttore Stefano Feltri.

Men che meno evidentemente di scrivere il saluto di commiato, il passaggio di testimone nella staffetta Feltri-Fittipaldi. Eppure anche wikipedia nella ricca biografia di Stefano Feltri scrive all’ultima riga “Il 6 aprile 2023 lascia la direzione di Domani a Emiliano Fittipaldi”.

Quella di ieri deve essere stata una giornata infernale e non solo per Stefano Feltri, il giovane sul quale l’ingegnere De Benedetti aveva puntato fin dalla nascita del quotidiano, già vicedirettore de lI fatto quotidiano, laureato alla Bocconi in Economia, autore di numerosi libri, alle prese negli ultimi mesi con la presentazione di “Inflazione” il suo nuovo lavoro.

Il suo licenziamento in tronco deve aver colto di sorpresa lo stesso Feltri che la sera del 5 aprile, alla vigilia del licenziamento ironizzava – su La7 nel programma Otto e mezzo di Lilli Gruber – sul nuovo ruolo di direttore de ‘Il Riformista’ affidato a Matteo Renzi dicendo ‘Io non mi sento un suo collega’.

Alla fine i due direttori non saranno colleghi, Renzi in servizio come direttore ‘politico’ del giornale a partire dal 3 maggio con un mandato a ‘tempo determinato’ per un anno e Feltri defenestrato dalla sera alla mattina il 6 aprile.

La notizia deve aver colto di sorpresa anche lo stesso Consiglio di amministrazione del quotidiano Domani, visto che sul giornale in edicola oggi non compare il comunicato di Editoriale Domani spa che annuncia il cambio al vertice.

E per i lettori che si sono persi il trambusto sui giornali online e sulle agenzie di stampa di ieri non resta che intuire dalla scarna nota dell’assemblea di redazione di Domani, pubblicata sul quotidiano di oggi, che ‘Domani è un altro giorno’ c’è stato.

“Abbiamo appreso ieri della sostituzione del direttore di Domani – scrive l’assemblea -. Vogliamo ringraziare Stefano Feltri che è stato direttore fondatore della testata e ci ha garantito massima libertà e indipendenza giornalistica. Sotto la sua direzione la testata si è inserita come una voce autorevole nel dibattito pubblico, nonostante le enormi difficoltà di un settore mediatiaco in crisi e in cui la libertà di informazione non è sempre garantita. Facciamo gli auguri di buon lavoro al nuovo direttore Emiliano Fittipaldi. Apprendiamo dell’intenzione dell’editore di effettuare nuovi investimenti come chiesto dall’assemblea dei redattori e ci auguriamo che ciò possa essere un’opportunità per una nostra ulteriore espansione nel panorama dell’informazione”.

La gerenza del numero datato 7 aprile 2023 di Domani

Al di là della rottura improvvisa dei rapporti tra editore e direttore Domani non attraverso un buon periodo. Il giornale, nato come una rivalsa di Carlo De Benedetti – storico editore de La Repubblica – contro i figli e il gruppo Gedi-Elkann, controllato dall’ingegnere attraverso due società: la Romed con il 98 per cento delle azioni e la Romed Internationl, con un capitale iniziale dichiarato (ma a quanto pare non ancora del tutto versato) di 10 milioni di euro non è mai decollato nel panorama editoriale italiano. Come non è mai decollata la Fondazione ad hoc annunciata da De Benedetti per gestire il quotidiano.

Le perdite registrate in quasi tre anni di attività, alla vigilia della pubblicazione del Bilancio 2022, sono di circa 4 milioni di euro, perdite che hanno ridotto il capitale iniziale a 5.759.485 euro.

Che si giocasse al risparmio in casa ‘Domani’ si era già capito da tempo. Circa un anno dopo l’uscita c’era stato l’annuncio del ritiro dalle edicole della Sicilia, evidentemente per abbattere i costi della diffusione del giornale cartaceo.

A seguire c’era stato l’annuncio delle inchieste ‘finanziate dai lettori’. Una sorta di ‘contest’ tra freelance per aggirare il pagamento dei corrispondenti e arricchire le cronache del giornale con reportage e approfondimenti. Una formula questa che non sembra mai essere decollata del tutto.

Ora con la direzione di Emiliano Fittipaldi il giornale potrebbe svoltare verso un approccio più ‘cronachistico’ viste anche le doti di alcune firme di punta del giornale a cominciare da Attilio Bolzoni.

Potrebbe se non si fosse paventato, fin dalle prime ore successive all’annuncio della defenestrazione, di un altro cambio di direzione tra Fittipaldi e Marco Damilano, ex direttore de L’espresso da sempre molto vicino all’ingegnere De Benedetti.

Insomma un altro giro, un’altra corsa, tra direttori e poltrone. Scontata la battuta: “Domani è un altro giorno”. Davvero.

Rosaria Federico

reportersenzabavaglio@gmail.com
twitter #sbavaglio
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Chi vuole, può parlare con Senza Bavaglio. Basta contattarci senza problema al numero +39 345 211 73 43. Naturalmente lascia il tuo nome e la tua regione di residenza e ti richiameremo. Specifica se vuoi essere iscritto alla Mailing List di Senza Bavaglio e/o di Africa Express per ricevere gratuitamente via whatsapp le news dei nostri quotidiani online.

Condividi questo articolo