“La Verità ti fa male”: Belpietro story contro l’arroganza licenziando i giornalisti

Senza Bavaglio
Milano, 13 gennaio 2023
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Certi editori sono proprio brutta gente. È quello che deve avere pensato il 17 maggio del 2016 il direttore del quotidiano Libero, licenziato in tronco dall’editore Antonio Angelucci.

Quel direttore era Maurizio Belpietro, uno che ce l’ha fatta, direbbero a Castanedolo, il comune di undicimila abitanti in provincia di Brescia dove è nato, o a Palazzolo dell’Oglio, il paese della Bergamasca dove vive da quarant’anni.

Fedele e silenzioso vice

Belpietro non è uno che s’accontenta: dopo una vita da fedele e silenzioso vice, soprattutto di Vittorio Feltri, ha preso a camminare da solo tentando di emularlo, scimmiottandone la scrittura, imitandone i modi rudi, i titoli gridati, le litigate televisive. Vittorio, però, che Angelucci ha chiamato in pompa magna proprio al posto di Belpietro, è sempre un passo avanti.

Al diavolo gli editori! Pensa Belpietro, che decide che d’ora in poi sarà lui l’editore di se stesso. Il 20 settembre fonda il quotidiano che, con eccesso di modestia, chiama La Verità, e di cui assume la carica di direttore; il quotidiano è edito dal gruppo La Verità S.r.l., di cui è azionista di maggioranza e presidente.

Il primo titolo

Il primo titolo è tutto un programma: “Un giornale che nasce per reagire all’arroganza”. Per tranquillizzare quelli che hanno dubbi sul titolo della testata, sotto di essa espone una citazione dal Vangelo di Giovanni, tratta dal dialogo tra Ponzio Pilato e Gesù Cristo: “Quid est veritas? (“Che cos’è la verità?”, Giovanni18,38).

La redazione, al 2017, conta dieci giornalisti, compreso il direttore, e tante belle firme. La formula funziona (soprattutto per le sue tasche): pochi redattori assunti e molti collaboratori miseramente pagati. Costi fissi al minimo. E allora, perché, non riprovarci? Alla Mondadori hanno avviato  un’operazione di smantellamento dell’area periodici, per i quali la crisi da chiari segnali di irreversibilità. Meglio incassare gli ammortizzatori sociali  e disfarsi a poco a poco di tutto.

Assalto a Panorama

Maurizio, allora, si mette in testa di comprarsi addirittura Panorama, da sempre figlio prediletto, ma spendaccione, di Segrate, newsmagazine che precipita nei conti e cala nelle vendite.

Fnsi, Associazione Lombarda dei Giornalisti e Associazione Stampa Romana non fanno salti di gioia e lamentano che  “Non è possibile pensare di vendere ai saldi 24 persone, 24 lavoratori, 24 giornalisti con una lunga storia professionale alle spalle”, esprimendo il loro sostegno ai giornalisti di Panorama “in una vertenza per cessione di ramo d’azienda che non ha precedenti per scorrettezza e modalità ricattatorie”, e dopo che il 26 ottobre 2018 Mondadori e La verità, “hanno unilateralmente dichiarato concluso l’esame congiunto previsto dalla legge, quando è evidente che la procedura non può dichiararsi esperita finché il sindacato non abbia avuto chiarite in toto le modalità con cui i giornalisti dovrebbero passare alla nuova società”.

Belpietro se ne infischia e così, il 6 novembre 2018, arriva la prima acquisizione della società editrice La Verità S.r.l. e Belpietro assume la direzione del settimanale che aveva diretto dal 2007 al 2009.

Pagato per comprare

Per comprarlo, il direttore ed editore de La Verità ha versato alla Mondadori 80mila euro, meno del costo di una Mercedes. Secondo i dettagli dell’accordo, spiega Il Sole 24 Ore, riceve pure un milione 457mila euro di fondo per le perdite future. Quando si compra qualcosa è sempre bene farsi pagare dal venditore.

Secondo quanto fa sapere la Fnsi, dei 24 giornalisti in forze alla redazione, “12 hanno accettato di tagliarsi lo stipendio, 5 non hanno accettato e passano a stipendio pieno, 6 hanno deciso di accettare un incentivo all’esodo per uscire e una si è dimessa volontariamente senza incentivo”.

In totale passano al nuovo editore 17 giornalisti.  Piccolo particolare: la maggior parte di coloro che non hanno accettato di ridursi lo stipendio incapperanno, pura coincidenza, in una serie di situazioni sfortunate che l’azienda risolverà licenziandoli. Che sarà mai? Succede.

Ora Belpietro possiede il proprio quotidiano e il proprio settimanale. Alla faccia dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, che deposita un ricorso per condotta antisindacale, contro Mondadori e La Verità Srl.

Conservare diritti e stipendio

“Non è possibile eludere la legge sul trasferimento di ramo d’azienda costringendo i lavoratori a tagliarsi lo stipendio appena prima di essere ceduti”, scrive il sindacato. “Una vera e propria vendita ai saldi, che stravolge lo spirito della norma, creata a tutela dei lavoratori i quali devono passare da una società all’altra mantenendo intatti i loro diritti e il loro stipendio”.

Ormai è chiaro: Belpietro e la Mondadori si piacciono e il 20 dicembre 2019 Arnoldo Mondadori Editore, con un comunicato, informa di aver perfezionato la cessione dei magazine Confidenze, Cucina Moderna, Sale&Pepe, Starbene e Tustyle a Stile Italia Edizioni, società di nuova costituzione partecipata al 75% da La Verità S.r.l. e al 25% da Arnoldo Mondadori Editore.

Senza Bavaglio
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