Altro che unità: in Lombarda voto senza controlli imposto dalla maggioranza

Elezioni del sindacato in Lombardia dal 2  al 5 dicembre 2022.
Assemblea dei soci il 12 settembre. Scontro al direttivo

Senza Bavaglio
Milano, 28 luglio 2022

Che la maggioranza della Lombarda agisca con arroganza e colpi di forza non è una novità. Ma nel direttivo del 27 luglio ha raggiunto il grottesco. 

 Esistono due livelli di democrazia: quello formale e quello sostanziale. Quello formale viene rispettato: possiamo parlare, ci danno il microfono più volte…

Quando però si passa al piano sostanziale, tutto cambia. I dirigenti sindacali che richiamano – sempre e solo formalmente – la necessità di essere uniti e unitari (hanno quasi un’ossessione per l’unanimità), bocciano tutte le iniziative dell’opposizione. Che poi – ironia della sorte – viene accusata di non fare mai proposte.
La maggioranza si strappa le vesti quando parla di freelance e precari e poi, quando la minoranza chiede di istituire l’Organismo di base che li renderebbe molto più incisivi e costruttivi, cestinano l’idea con fermezza.

Nel direttivo del 27 luglio c’è stato un acceso dibattito sulla possibilità di autorizzare il voto elettronico.

Senza Bavaglio, dopo aver constatato che in varie recenti elezioni degli enti di categoria sono state riscontrate alcune incomprensioni/irregolarità, ha chiesto di passare al voto in presenza (previsto peraltro dallo statuto).

Inoltre, come è noto, il voto elettronico suscita non poche perplessità in merito alla segretezza e alla sicurezza del voto, oltre a essere comprensibile in tutti i passaggi soltanto a informatici esperti, incrinando perciò la fiducia dell’elettore nella corretta riuscita di una votazione.

Con il voto elettronico, per esempio, non esiste la possibilità del riconteggio dei voti in caso di risultati in bilico. 

Lo sbarramento di fuoco che ne è seguito ci ha indotto, nel nome della ricerca di quella unità che tutti a parole vogliono ma che noi perseguiamo sul serio, ad accettare il voto elettronico. In cambio però chiedevamo alcune garanzie.

 In particolare, quella contenuta in questa mozione presentata da Massimo Alberizzi: “Chiedo che le componenti che lo desiderano possano nominare un proprio tecnico di fiducia (totalmente a carico loro) perché partecipi a tutto il procedimento elettorale con la possibilità di fare domande e formulare richieste, per migliorare le garanzie di sicurezza del voto, alla società che sarà incaricata di organizzare le elezioni”.

 Non ci crederete ma il presidente dalla Lombarda, Paolo Perucchini, ha risposto: “Non posso chiedere alla società che organizzerà le elezioni di accettare la presenza di un estraneo”. 

A nulla spiegargli che questa è una prassi normale: quando paghi profumatamente un incarico puoi chiedere che sia controllato ed eseguito a regola d’arte. Prassi che in altri casi è già stata accettata dalla società Eligo, una delle più accreditate sul mercato.

 Sorprende che alcuni consiglieri della maggioranza, che si professano perbene e amanti della legalità, non accettino controlli indipendenti e imparziali in un contesto delicato come un’elezione rivolta a migliaia di iscritti. Forse chiediamo troppo?

Così come è stata respinta dal presidente la richiesta di par condicio nella comunicazione dei programmi alle elettrici e agli elettori. È un fatto che il presidente uscente ha accesso ai contatti degli iscritti contrariamente ai leader degli altri gruppi che concorrono all’elezione.   

Senza Bavaglio
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