Senza Bavaglio
Roma, 24 giugno 2022

Come al solito l’anacronistica CLAN (Commissione Lavoro Autonomo della FNSI) non ha capito che per difendere i freelance non si deve fare la guerra ai contrattualizzati e ai pensionati. Solo attraverso un’alleanza tra liberi professionisti dell’informazione, pensionati e contrattualizzati (cioè tutti i giornalisti) si può battere l’arroganza degli editori. Noi di Senza Bavaglio lo diciamo da anni, come sempre inascoltati.

Quindi definire l’ex fissa, come fanno i signori della Clan in un comunicato delirante che pubblichiamo qui sotto, “iniquo fondo contrattuale” è miope, perché vuol dire minare tutto l’impianto del contratto di lavoro. Infatti, così facendo ogni istituto contrattuale può essere definito “iniquo” se non ci riguarda.

Ma la reazione sdegnata ha un solo obbiettivo: nascondere l’incapacità strutturale della CLAN ad affrontare e risolvere i problemi che travolgono la libera professione (e il giornalismo tutto). Infatti da quando è nata la CLAN non ha saputo fare altro che lanciare dichiarazioni di principio e cahier de doléance. Non è stata capace di mobilitare i giornalisti precari e sfruttati, per l’incapacità cronica di dirigenti che continuano soltanto  a rifiutare testardamente l’Organismo di Base!

Allibiti siamo noi, davanti a cotanta ignoranza sindacale peraltro già dimostrata con l’opposizione dura e intransigente all’Organismo di Base dei Freelance, un istituto che avrebbe potuto salvare la libera professione giornalistica.

Forse alla CLAN non sanno che l’ex fissa è il frutto di versamenti fatti dagli editori e dai giornalisti per creare un castelletto che è una pensione integrativa. Lo spiega bene l‘articolo del Sole 24 ore che peraltro, stendendo un pietoso velo, non dice che quei soldi sono spariti e non si trovano per uno sconsiderato rimpallo di responsabilità: la FNSI di cui la CLAN è espressione sostiene che ce li ha l’INPGI, l’INPGI dal canto suo punta il dito sulla FNSI. Peccato che a capo dei due enti ci sia lo stesso gruppo dirigente.

Il comunicato è pieno di inesattezze che mirano solo a ingannare il lettore e aiutare gli editori: la frase riferita alla ex fissa “costruita negli anni ‘80 con la consapevolezza che il debito sarebbe ricaduto sulle future generazioni” è incoscientemente falsa e mira solo a spaccare il fronte dei giornalisti. La FNSI non ha mai lottato per fare inserire nel contratto i freelance e la responsabilità non è certo dei contrattualizzati che beneficiano dell’istituto contrattuale ex fissa.

Il tutto condito con una raccapricciante proposta che si può riassumere così: non ci sono soldi, allora portiamoli via a coloro che ne hanno diritto. Agghiacciante; perché se passa il principio che si può togliere un diritto acquisito, come si fa poi a pretendere di accordare un diritto a chi non ce l’ha?

Ma la domanda è ancora più pregnante: come fa un sindacalista che si definisce tale a fare queste proposte? E poi con maggior precisione: è possibile che un sindacalista voglia abolire i diritti invece di pretendere perchè siano estesi a tutti?

Piuttosto ci spieghino i signori della CLAN che vorrebbero utilizzare le risorse per i liberi professionisti dell’informazione dove sono queste risorse. In altri termini più chiari: dove sono i soldi accantonati per pagare l’ex fissa?

Senza Bavaglio

P.S. Ricordiamo ai signori della CLAN che le pensioni dei giornalisti non sono privilegiate, ma frutto di contributi pagati durante la vita lavorativa. E’ triste che si debba ricordare a dei sindacalisti

Ecco lo sconclusionato e irragionevole comunicato della CLAN. Lo riportiamo integrale  perchè si commenta da solo e possiate capire in che mani è finita la libera professione.

La Clan Fnsi replica alle dichiarazioni del deputato e giornalista Emilio Carelli, che dalle colonne del Sole 24 Ore è tornato a chiedere una soluzione per il problema del fondo contrattuale. «Se in questo momento ci fosse da “riallocare” fondi, questi dovrebbero essere usati per aiutare i più deboli», incalza la Commissione.

Un «incontro decisivo» utile a individuare una soluzione per risolvere il problema dell’ex fissa. È quanto auspica il deputato e giornalista Emilio Carelli che, dalle colonne del Sole 24 Ore di oggi, venerdì 24 giugno 2022, fa anche sapere di aver incontrato Andrea Orlando e di averne ricevuto «la disponibilità a darci una mano». Il tema era stato affrontato in una interrogazione del parlamentare di Coraggio Italia alla quale il ministro del Lavoro ha risposto a fine aprile. E viene ora rilanciato, alla vigilia del passaggio della gestione principale dell’Inpgi in Inps, ripescando l’ipotesi – si legge sempre sul quotidiano di Confindustria – di attingere alle risorse presenti in alcuni fondi dell’Inpgi che dovrebbero essere riallocate.

Idea cui replicano i giornalisti precari e autonomi della Commissione lavoro autonomo (Clan) della Fnsi, presieduta dal segretario generale aggiunto Mattia Motta. «Siamo allibiti – scrivono in un nota – di fronte all’atteggiamento di alcuni pensionati giornalisti in preda a un egoismo fuori tempo e fuori misura che vogliono drenare risorse per finanziare una prestazione insostenibile economicamente come il fondo “Ex Fissa”, costruito negli anni ’80 con la consapevolezza che il debito sarebbe ricaduto sulle future generazioni, che oggi fanno rima con lavoro povero e precariato. Le poche risorse disponibili per la categoria devono andare all’occupazione e a sostenere il lavoro di chi non avrà mai la pensione». Questa la posizione della Clan Fnsi sull’ipotesi di riallocare parte dei fondi che, come prevede il Cnlg, sono depositati presso l’Inpgi per “far fronte alle esigenze sociali che le parti (Fieg-Fnsi), in esercizio della loro autonomia, valuteranno come meritevoli di tutela”.

«Se in questo momento ci fosse da “riallocare” fondi – prosegue la nota – dovrebbero essere semmai indirizzati a forme di contrasto al precariato e di sostegno al lavoro autonomo, a incentivi all’inclusione e alle tante finalità sociali sindacalmente prioritarie, per aiutare i più deboli piuttosto che per il pagamento dell’iniquo fondo contrattuale “Ex Fissa” destinato a pensionati privilegiati».

«Dalle parole del deputato di Coraggio Italia, Emilio Carelli, che ha avanzato la proposta – incalza la Commissione degli autonomi e freelance della Federazione nazionale della Stampa – emerge anche inaccettabile la posizione del ministro del lavoro, Andrea Orlando. Lo stesso che è stato sollecitato più volte a intervenire con norme di contrasto del precariato giornalistico, non trova di meglio da fare che assecondare le richieste di pensionati iperprivilegiati e ipertutelati. Il senatore Carelli fa il paladino dei ricchi, compreso se stesso, visto che anche lui vorrebbe che gli si pagasse un’ex fissa particolarmente cospicua. Auspichiamo che Fnsi e Inpgi non assecondino le richieste assurde di chi rivendica privilegi del passato a discapito di chi lavora nell’incertezza quotidiana senza alcun diritto e con retribuzioni da fame, con un Equo compenso per i giornalisti inattuato da ormai 10 anni. Un contesto che ci spinge ancora con più forza a chiamare alla mobilitazione la categoria sulla precarietà dell’articolo 21 della Costituzione».

 

 

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