Pensa solo quello che ti dico io, il pensiero unico per dominare il sindacato

Senza Bavaglio
Roma, 11 ottobre 2019

Non è solo il recente processo via web al presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna,  a scuotere la componente di ControCorrente. Dal dicembre dello scorso anno all’interno del gruppo si sono avute scaramucce con tanto di insulti e prese di posizione contrapposte.

Finalmente qualcuno si è accorto di quello che Senza Bavaglio va dicendo da anni: obbiettivo della politica della maggioranza che guida il sindacato, l’INPGI e la Casagit (ma non più il Fondo Complementare passato all’opposizione) non è il benessere dei giornalisti e il miglioramento delle loro condizioni di vita, ma il puro e semplice mantenimento del potere. Una sindrome che, purtroppo, affligge tutti i gruppi che in qualsiasi ambito restano seduti ai posti di comando per troppo tempo,

Chiunque si opponga a questa visione del sindacato viene accusato di essere un eretico che non ha capito nulla e che vuole impadronirsi del potere, punto.

Mattia Motta, presidente della CLAN

In questo contesto di lotta per il potere si devono collocare gli attacchi  al presidente dell’Ordine Nazionale, Carlo Verna, da parte di vari esponenti di ControCorrente.

Tutto comincia il 21 gennaio 2019, quando dopo un scambio di messaggi WhatsApp tra la vicesegretaria della FNSI a alcune sue colleghe, il presidente della CLAN (la commissione per il lavoro autonomo), Mattia Motta, scrive a Carlo Verna piuttosto seccato: “Apprendo non senza stupore, che hai acquisito un parere del collega Maurizio Bekar in relazione a uno schema di delibera messa a punto dal Cnog inerente la definizione di un indicatore di equità retributiva per i lavoratori autonomi. Nel rispetto delle tue prerogative e delle opinioni di tutti – prosegue la missiva – ti segnalo che l’iniziativa del collega Bekar è a titolo personale e non impegna in alcun modo la Commissione Nazionale lavoro autonomo della Fnsi, che presiedo per volontà della Giunta Esecutiva” .

Poi arriva l’affondo: “Per questa ragione mi sarei aspettato da parte tua una diversa considerazione e un minimo coinvolgimento. Prendo atto invece che, per ragioni a me ignote, hai preferito rivolgerti al collega Bekar, che della Commissione è il coordinatore, ossia colui che per Statuto deve coordinare i lavori della commissione, ma non ha alcun potere di rappresentanza”. Il capoverso è un monito. Il presidente dell’Ordine viene accusato di lesa maestà. Tradotto suona così: come ti permetti, caro Verna, di interpellare qualcuno diverso da me, che sono il presidente della CLAN? Ma ci chiediamo: in base a quale regola l’Ordine dei giornalisti deve consigliarsi soltanto con il presidente di un’organizzazione scarsamente democratica come la CLAN e non con esperti del settore che hanno maturato competenze da anni?  Le risposte sono semplici e appropriate: non lasciare spazio a opinioni differenti: il pensiero dev’essere unico e guai a trasgredire.

Maurizio Bekar, coordinatore dalla CLAN

Infatti il nostro Mattia Motta, rappresentante di quel misero pugno di freelance che è ancora iscritto al sindacato, incalza ancora: “Trovo inoltre singolare che, nel suo parere, il collega Bekar faccia riferimento a posizioni assunte dalla CLAN nel passato, senza il benché minimo accenno al lavoro svolto nel mandato federale che si sta per concludere, peraltro caratterizzato, da uno spirito di collaborazione tra Clan, FNSI e Cnog”. (Le virgole sono come nell’originale).

Una parte della lettera di Mattia Motta a Carlo Verna

“Il lavoro prodotto della Commissione nazionale lavoro autonomo della FNSI – è sempre Mattia Motta che scrive – è a disposizione del Cnog, se lo riterrai. Nel frattempo, mi auguro che tu e il Cnog vogliate farvi carico di sostenere presso il ministro della Giustizia, competente per la vigilanza sugli ordini professionali,  l’adozione del decreto per la fissazione dei parametri per la liquidazione giudiziaria di compensi. Ti segnalo che i suddetti parametri sono stati fissati dal ministero per tutte le professioni ordinistiche, eccetto che per quella giornalistica. La situazione è stata più volte segnalata dalla FNSI, ma a questo punto ci aspetteremmo anche il sostengo dell’Ordine. Sarebbe un atto che avrebbe più valore di una delibera che, a mio giudizio, avrebbe scarsa utilità sul piano pratico, facendo ripiombare gli autonomi e i precari in quel clima di scontro e contrapposizione con gli organismi della categoria, e con il sindacato in particolare, tanto caro al tuo predecessore e del quale non avvertiamo alcuna nostalgia”.

Qui ci vogliono alcune puntualizzazioni e alcune domande. La prima è banale: il lavoro della CLAN, che da Motta viene sbandierato come importante, anche se non usa questo vocabolo, che risultati ha avuto sulla vita dei lavoratori autonomi? Zero. Se mai ha peggiorato le loro condizioni. E allora perché Verna avrebbe dovuto dare la precedenza a un organismo inutile che si potrebbe tranquillamente abolire e nessuno ne sentirebbe la mancanza?

Ridicola poi la frase “…facendo ripiombare gli autonomi e i precari in quel clima di scontro…”. Si ripiomba in qualcosa quando se ne è usciti; e non mi pare che gli automi siano usciti dalla contrapposizione con chi non li ha mai aiutati e li ha invece marginalizzati in questa professione.

Il presidente dellOrdine Nazionale dei Giornalisti, Carlo Verna

Infine poi Motta mostra di non avere alcuna nostalgia per il predecessore di Verna alla presidenza dell’Ordine Nazionale, Enzo Iacopino. Ci tocca quindi rinfrescargli la memoria: è stato Iacopino a fare ricorso al TAR contro l’iniquo accordo tra  FNSI e FIEG, siglato con il Governo. Un accordo per l’equo compenso che è stato giudicato iniquo non solo dal Tar, ma anche dal Consiglio di Stato. Forse Motta non era il presidente dell’organismo inutile, ma ci saremmo aspettati un riconoscimento all’operato di Iacopino in quel caso, visto che l’ex presidente dell’Ordine nazionale è riuscito a far cancellare un accordo avallato  dal sindacato. Il decreto esecutivo della legge sull’equo compenso abolito dai giudici avrebbe massacrato ancora di più i liberi professionisti dell’informazione, che ancora oggi, dopo tanti anni, aspettano un decrato esecutivo che rispetti la dignità dei giornalisti non contrattualizzati.

Ma la saga della guerra che ControCorrente sta facendo a Carlo Verna non è finita. E noi la riporteremo come fanno i cronisti  coscienziosi.

Senza Bavaglio
twitter @sbavaglio

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