Senza Bavaglio
Roma, 2 agosto 2017
All’esame del Consiglio regionale del Lazio c’è nuovamente la proposta di norma per l’applicazione del contratto nazionale giornalistico al personale in servizio negli uffici stampa dell’ente. Anzi due.
Per il collegato al bilancio, infatti, la soluzione auspicata dall’Associazione stampa romana è nuovamente all’attenzione dell’assemblea, grazie a un emendamento sottoscritto dai consiglieri del Movimento 5 stelle Valentina Corrado, Gaia Pernarella, Gianluca Perilli, Silvana Denicolò e Devid Porrello.
Anche il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Francesco Storace (Movimento nazionale per la sovranità), ha presentato un emendamento per l’applicazione del Cnlg. A differenza dell’emendamento dei pentastellati che riguarda l’applicazione del contratto giornalistico a tutti gli iscritti all’albo dei giornalisti che svolgono attività d’ufficio stampa nella Regione Lazio, la norma proposta da Storace interviene soltanto per il personale dell’ufficio stampa istituzionale del Consiglio e per i giornalisti in servizio nei gruppi consiliari.
Sia l’emendamento dei consiglieri grillini sia l’emendamento Storace prevedono di cassare dalla norma della legge di stabilità 2017 per l’applicazione del contratto giornalistico agli addetti stampa dei gruppi consiliari lo scorporo dei relativi costi dal budget dei gruppi stessi.
Quest’ultima previsione era stata impugnata dal governo davanti alla Corte costituzionale, in quanto rappresenta una violazione dei principi di coordinamento della finanza pubblica riservato allo Stato. Se dovesse passare uno dei due emendamenti attualmente all’esame dell’Aula, verrebbe meno l’impugnativa del governo.
Attualmente il contratto giornalistico è applicato agli addetti stampa del governatore Nicola Zingaretti, ma non ai colleghi in servizio negli assessorati, e ad alcuni colleghi in servizio nei gruppi consiliari, ma non agli addetti stampa dell’ufficio stampa istituzionale ai quali invece è applicato il contratto degli enti locali.
Il provvedimento per l’applicazione del Cnlg è in ballo da anni, fin dalla mancata approvazione della prima proposta di riordino delle norme in materia di comunicazione, mai giunta all’esame dell’aula, a causa della prematura conclusione della legislatura Polverini.
Nel corso dell’esame della nuova proposta di legge regionale sulla comunicazione e l’informazione (poi legge 13/2016), l’emendamento auspicato dall’Associazione stampa romana era stato presentato da quattro consiglieri di maggioranza – la collega Marta Bonafoni (Sel), Baldassarre Favara (Pd), Daniele Fichera (Psi per Zingaretti), Piero Petrassi (Centro democratico) – ma poi era stato cassato dal testo, dopo un intervento contro la proposta del capogruppo del Partito democratico, Massimiliano Valeriani, in terza commissione.
I quattro lo avevano riproposto per la legge di stabilità 2017, ma erano stati costretti a ritirarlo dalla maggioranza Pd del presidente del Consiglio regionale, Daniele Leodori, al quale peraltro va ascritta la politica vessatoria nei confronti dell’ufficio stampa istituzionale che si è concretizzata nel taglio del trattamento accessorio alla metà dei giornalisti in servizio.
Dopo i quattro consiglieri di maggioranza, dunque, adesso ci riprovano le opposizioni. Come andrà a finire? I lavori per il collegato dovrebbero concludersi con l’approvazione nella notte tra venerdì e sabato prossimi. Staremo a vedere.
Senza Bavaglio
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