Katia Trinca Colonel: Etica, giornalismo ma soprattutto onestà

Speciale per Senza Bavaglio
Katia Trinca Colonel
Milano, 28 novembre 2022

Etica e giornalismo: un binomio che mi pare diventato un ossimoro. In un periodo di trasformazione frenetica dei mezzi di comunicazione, con la politica che delegittima il ruolo dei giornalisti, non è forse il momento giusto per mettere al centro, con più incisività, l’autorevolezza morale dei giornalisti? Credibilità e reputazione non hanno forse radici in scelte eticamente orientate? Mi guardo intorno e vedo colleghi sfiduciati, disillusi, stanchi. Io stessa, pubblicista dal 2004, mi domando ogni giorno, non fosse altro che per la mia formazione filosofica, ma qual è il senso di essere giornalisti oggi? A quale desiderio mi posso ancora aggrappare per fare del mio lavoro un servizio dignitoso, corretto, utile?

Non ho trovato risposte precise e definitive a queste domande, ma c’è una cosa che vorrei fare e per cui sono disposta a mettere in campo la mia esperienza e tutto quello che ho imparato finora, ed è cercarle insieme a chi ancora crede nel valore culturale della nostra professione.

Se ci pensiamo bene, in fondo, il giornalista non deve rendere conto agli editori o a se stesso, ma in ultima istanza solo e solamente a chi, ancora, lo legge su un giornale, un sito, un blog. A chi lo ascolta in un podcast o in un video. Il pubblico si aspetta correttezza, passione, rispetto per la verità. Non una sola verità ma la mia verità.

Di me, osservatore parziale, che con la massima onestà ti racconto quello che io, dal mio piccolo angolo, dal mio punto di osservazione, ho imparato da quello che ho osservato e provato a comprendere.

Questo ancora mi fa alzare la mattina per ascoltare e scrivere storie di persone che magari hanno attraversato dolori indicibili, trovando le parole giuste per raccontarle.

Ecco, io vorrei condividere questo desiderio con voi, ascoltare quello che avete da dirmi, provare a costruire insieme percorsi etici per un mondo mediatico in continua evoluzione, in cui il tempo del lavoro non consente di esercitare con correttezza e onestà la nostra professione.

Credo che un sindacato debba lottare per i diritti, i giusti compensi, trattamenti equi, è sacrosanto, ma anche trovare un’unità di intenti sui valori che ci spingono ancora, nonostante tutto, ad affrontare una nuova giornata in cerca di storie da raccontare.

Katia Trinca Colonel*
Candidata per Senza Bavaglio tra i collaboratori, alle elezioni alla ALG e per i delegati della FNSI
katia.trinca@gmail.com
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© RIPRODUZIONE RISERVATA

* È laureata in filosofia ed è pubblicista dal 2004. Scrive per il settimanale Diogene de La Provincia di Como. È stata redattrice di cultura per oltre dieci anni al Corriere di Como e corrispondente di cultura e sport per l’Ansa. Collabora con associazioni che operano nel sociale.

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