Si salva l’INPGI solo se si comincia a discutere del ruolo dei giornalisti

Una lettera aperta di Michele Mezza e Marco Mele sulla crisi dell’ente di previdenza. Il deficit del bilancio dell’Inpgi, irrimediabile e irreversibile nel perimetro dato della categoria, è l’indicatore della miopia sindacale e politica dei giornalisti italiani

dal sito Varese News
Michele Mezza e Marco Mele

A metà febbraio si gioca l’ultima partita per la previdenza dell’informazione. Siamo nel pieno della fase terminale di una lunga crisi che i giornalisti (e gli editori), colpevolmente hanno prima esorcizzato e poi banalizzato. L’INPGI non è solo in una crisi contabile e finanziaria, ma subisce un avvitamento culturale e professionale.

Il deficit del suo bilancio, irrimediabile e irreversibile nel perimetro dato della categoria, è l’indicatore della miopia sindacale e politica dei giornalisti italiani, di chi li rappresenta e da chi pretende di rappresentarli. Sarebbe facile, parafrasando le mille cronache scritte o registrate dai giornalisti sulle crisi aziendali di questi trenta anni, cavarsela con la battuta: “E’ il mercato, bellezza”.

Un mercato che sta sostituendo, in tutto il mondo e in tutte le professioni, lavoro vivo con lavoro morto, come avrebbe detto un filosofo tedesco di metà Ottocento. Più prosaicamente si sta automatizzando l’attività artigianale e discrezionale dell’uomo. Quando è iniziato questo processo? Un anno fa? Cinque anni fa? Venti anni fa? Ancora prima, in realtà: Internet agisce ormai da 50 anni, le prime forme di intelligenza artificiale efficiente nel campo dell’informazione da almeno vent’anni.

Era così difficile capire cosa sarebbe accaduto? Era davvero così lontana la crisi dieci anni fa, quando si costruivano contratti sindacali e si tamponavano le prime lacerazioni nel sistema previdenziale con soluzioni del tutto arcaiche o inutili. O quando si avallavano centinaia e centinaia di prepensionamenti, spesso richiesti non solo dalle aziende ma anche dai comitati di redazione: per cacciare i “vecchi”. E uccidere, con l’Inpgi, le pensioni future di chi votava a favore di quegli accordi, sempre avallati dalla Fnsi. Operazioni di corto respiro, disastrose nel medio-lungo periodo.

Ancora oggi si persevera. Con ultimatum dati al Governo o ad altre categorie, come quelle dei comunicatori o delle pr, ingiungendo di salvare l’Inpgi. Ma perchè? E per chi? Certo, sappiamo bene quanto conti avere una piena autonomia previdenziale per un mestiere sul confine degli equilibri costituzionali. Ma occorre evitare di involgarire il tutto con sospetti di scelte corporative, o, ancora, peggio, di mera bottega o poltrona.

L’Inpgi si salva se non si parte dell’Inpgi. La base contributiva deve essere allargata. Ma non (solo) per salvare le pensioni dei giornalisti.

L’obiettivo deve essere quello di dare al Paese un sistema di informazione globalizzata e digitale, autonoma e sovrana, dove saperi e competenze possano combinarsi dando ai mestieri dell’informazione protagonismo e potere negoziale.

Va preso atto del fatto che oggi si produce informazione in molti modi. Uno di questi è il lavoro in redazione con un direttore responsabile. Uno fra i tanti. Un altro è diffondere comunicazione in territori, istituzioni e comunità. Un altro è  promuovere relazione per rendere trasparenti servizi e produzioni o decisioni. Un altro è costruire sistemi che connettano cittadini e intelligenze per ottimizzare una città. O un sistema di servizi.

Si tratta di profili, attività, tradizioni e culture diverse ma sempre più convergenti. Devono avere contratti paralleli ma affini, soprattutto devono avere una cultura e un’etica comune. Da qui dobbiamo partire per costruire un nuovo e più ampio mondo dell’informazione, senza monopoli o posizioni di rendita, con contratti coerenti, principi integrati, valori condivisi, previdenza integrata.

Marina Macelloni, presidente uscente dell’INPGI

In questa logica di revisione e ridefinizione dell’informazione, giornalisti, comunicatori, ma anche professionisti della P.A., o dei sistemi informatici e degli spazi sul Web potranno convergere non per necessità ma per realismo, rispondendo al bisogno di valorizzare la propria identità e professione rispetto ad un uso strumentale e misero dei processi tecnologici, visti solo come risparmio di lavoro e non come arricchimento di opzioni e libertà.

In occasione delle prossime elezioni i sottoscrittori di questa lettera voteranno per i candidati che i impegneranno a rispettare questo progetto: quello di una profonda ristrutturazione del contratto nazionale di lavoro dell’Informazione, che preveda un pluralismo di figure e contesti d’impresa; un pluralismo di identità e ambiti professionali; una stretta convergenza di valori e di principi etici; una graduale convergenza nei percorsi previdenziali. Si aprano la Fnsi e l’Ordine dei Giornalisti ad un dibattito stringente e operativo, ad esempio sull’accesso all’Albo e alla professione, che renda il caso Inpgi una straordinaria opportunità di innovazione dell’intero sistema Italia e non una emergenziale opera di soccorso contabile

Michele Mezza e Marco Mele


Ringraziamo Michele Mezza e Marco Mele per questo intervento che non è stato sollecitato dalla coalizione SOS INPGI, ma nel quale Senza Bavaglio e i suoi alleati si ritrovano perfettamente. Sono anni che ripetiamo le stesse cosa a una dirigenza degli enti dei giornalisti sorda a ogni innovazione e a ogni cambiamnto. Ben vengano interventi come questo, liberi e indipendenti, che interpretano alla perfezione i sentimenti di tati colleghi. 

SOS INPGI
ECCO I NOSTRI CANDIDATI ALLE PROSSIME ELEZIONI

INPGI 2
Consiglio Amministratore

FERRARI Tamara
NOVELLI Daniela
TANCREDI Valeria

Collegio Sindacale
GALLIZZI Stefano
PASTERIS Vittorio

INPGI 1
Pensionati
ALBERIZZI Massimo Arturo
BARTOLONI Romano
GALLIZZI Giuseppe Antonio
MAURO Silvia
SBARDELLA Marina
SINIGAGLIA Donato
VILLOTTA Pietro

INPGI 1  ATTIVI

Lombardia
BERTANI Davide
BONI Valerio
BORZI Nicola
FUMAGALLI Maria Ancilla
LIBELLI Marco
MONTANARI Andrea
PATARGA Alan Patrizio
STIGLIANO Daniela Aurelia

Lazio
ALTIERI Francesca
FANTAUZZI Cristiano
MANTOVANI Alessandro
MAURIZIO Pierangelo
POLIDORI Elena
RONDINELLI Giancarla
TROMBIN Paolo

Campania
PIROZZI Alfonso

Sicilia
ALEPPO Orazio Maria
CICERO Alberto

Toscana
MANZOTTI Michele
ZAMBELLI Lucia

Veneto
DE ROSSI Roberta

COLLEGIO DEI SINDACI
(Votano attivi e pensionati su scala nazionale )

ABRUZZO Francesco (detto Franco)
ESPOSITO Marco
ROESLER FRANZ Pierluigi (detto FRANZ Pierluigi)
RONSISVALLE Luigi

Una gestione cieca e scellerata sta affondando l’INPGI: fermiamoli

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