Una gestione cieca e scellerata sta affondando l’INPGI: fermiamoli

Speciale per Senza Bavaglio
Pino Nicotri
Milano, 15 gennaio 2020

Non ci voleva certo un genio per capire che i cosiddetti ammortizzatori sociali essendo, come dice la parola stessa, sociali devono essere a carico dell’intera società e NON di un singolo istituto previdenziale per giunta privatizzato. Altrimenti NON sono ammortizzatori sociali, bensì privati o tuttalpiù categoriali, se non proprio corporativi.

Per capirlo sarebbe bastato consultare il vocabolario della lingua italiana, o almeno conoscere decentemente l’italiano, cosa che per i giornalisti dovrebbe essere obbligatoria e scontata. Invece….

IL TAVOLO DELLE BUONE INTENZIONI

Non ci voleva un genio e non ci si sarebbe dovuti ridurre a farcelo dire da un sottosegretario né da un ex sottosegretario come invece è fortunatamente successo con il senatore Vito Crimi, ex sottosegretario all’Editoria. Che però è come se avesse parlato al muro. Infatti quando ha convocato gli Stati Generali del settore giornalistico, durati ben sei mesi, ha proposto di spostare a carico dell’INPS l’onere degli ammortizzatori sociali attualmente sul groppone dell’INPGI. Ma molto stranamente si è trovato davanti al disinteresse più completo dei rappresentanti proprio dei giornalisti, tanto da dichiarare in un’intervista a Senza Bavaglio: “Beh, voi non ci crederete: loro hanno sempre traccheggiato e non hanno mai sollecitato una discussione in proposito. Come se avessero paura di farsi sottrarre questo compito”.

Sul probabile perché di tale paura ci soffermeremo tra poco. Intanto notiamo che oltre agli Stati Generali convocati da Crimi,  e che per la fine dell’estate scorsa avrebbero dovuto fornire al governo delle proposte legislative, c’è stato anche il tavolo di confronto del 29 luglio convocato al ministero del Lavoro dal sottosegretario Claudio Durigon. Tavolo al quale hanno partecipato per gli editori la Fieg, Aeranti Corallo, Uspi e, per la parte giornalistica, FNSI, INPGI e Ordine dei Giornalisti. A quel tavolo anche Durigon ha sostenuto con forza “la necessità di rilanciare il settore, favorire la ripresa dell’occupazione, contrastare il lavoro precario e sostenere la tenuta dell’INPGI”.

Tante buone intenzioni, da parte proprio di tutti, ricordano il proverbio “La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni”. Perché restano chiacchiere.

Prima di andare in pensione nel 2008 sono stato due volte consigliere generale dell’INPGI. Ho invitato più volte la direzione dell’Istituto a battere cassa al governo facendosi dare i soldi spesi a gogo per gli ammortizzatori sociali man mano che le aziende editrici di giornali “ristrutturavano”, cioè prepensionavano a man bassa, anche se – come il Gruppo Repubblica L’Espresso, oggi gruppo GEDI – avevano bilanci ottimi.

PERCHE’ UN SOLO BILANCIO ATTUARIALE?

Mi sono sgolato a spiegare che se gli ammortizzatori sono sociali devono essere, appunto, sociali: vale a dire, pagati con denaro dello Stato e NON con quello dell’INPGI. Dopo molto insistere e dopo uno o due pareri pro veritate di personalità autorevoli chiesti dall’Istituto che mi hanno dato ragione, se non ricordo male uno era addirittura dell’ex presidente della Consulta,  sono arrivati un po’ di quattrini per le ulteriori “ristrutturazioni”, cioè stragi occupazionali. Solo un po’ di quattrini, e non tutti quelli che l’Istituto ha dovuto ancora spendere funzionando di fatto come bancomat degli editori: loro licenziavano a man bassa, e l’Inpgi pagava gli “ammortizzatori”…

INPGI e FNSI sono sembre andati a braccetto. Gli ulimi due contratti stipulati dagli editori hanno distrutto il lavoro dei giornalisti e il giornalismo stesso

Oltre a proporre – sempre inutilmente – che l’Istituto NON facesse fare un solo bilancio attuariale, a un solo attuario professionista dunque, ma ne facesse fare almeno due a professionisti diversi per vedere se combaciavano ed evitare di restare vittime delle previsioni eventualmente sbagliate dell’attuario di turno, una volta in Consiglio Generale proposi di chiedere anche gli arretrati dei vari ammortizzatori sociali sborsati dall’INPGI negli anni precedenti, ma il direttore generale di allora, Arsenio Tortora, mi rispose che una richiesta del genere avrebbe provocato la reazione dei partiti che non avrebbero più appoggiato le grasse richieste di aumento del minimo degli stipendi ai rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro. Beh, siccome non solo non appoggiano più un bel niente a nostro favore, ma hanno anche preso a tagliare vistosamente le provvidenze pubbliche per l’editoria, direi che il timore di Tortora non ha più motivo di esserci. E quindi: battere cassa!

Veniamo ora ai possibili perché i nostri baldi rappresentanti:

– fanno finta di non sentire la proposta di Crimi sull’alleggerimento all’INPGI del peso degli ammortizzatori,

– insistono sull’allargare la platea degli iscritti all’INPGI, cioè dei suoi contribuenti, inserendovi anche il più vasto mondo dei “comunicatori”.

– non mostrano i documenti sulle cessioni immobiliari chiesti dalle associazioni di inquilini INPGI, nonostante il TAR abbia riconosciuto il loro diritto a visionarli. Pur di non mostrarli, l’INPGI ha fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR. Davvero strano.

ALTRIMENTI NON TI VOTANO PIU’

1) – Quando ero in consiglio generale ho assistito con stupore a (s)ragionamenti, anche da parte di colleghi che stimavo, in base ai quali gli scivoli e quant’altro per i prepensionamenti di alcuni giornali andavano pagati senza indugio dall’Istituto perché “altrimenti i colleghi di quei giornale non ci votano”…

2) – Insistere sull’allargamento ai “comunicatori” è alquanto strano, atteso che i comunicatori hanno già detto che preferiscono la loro situazione attuale e non vogliono fare i donatori di sangue per il nostro dissanguato Istituto previdenziale. Secondo alcuni, infine, un tale allargamento NON risolverebbe il problema.

3) – Non risolverebbe il problema, ma permetterebbe di far restare in piedi presidenza, vicepresidenza, consiglio direttivo o d’amministrazione che dir si voglia. In piedi le cariche direttive, e seduti sulle relative poltrone i colleghi man mano ad esse preposti.

4) – Non risolverebbe il problema, ma permetterebbe di continuare con le somme erogate ogni anno dall’INPGI alla FNSI, qualche milione di euro l’anno. Ma darli a un sindacato che non funziona come dovrebbe e da tempo assiste di fatto colpevolmente impotente allo spappolamento della nostra professione serve davvero?

5) – Riguardo i documenti delle dismissioni immobiliari preferisco tacere. Ho già molti nemici. Mi limito a ricordare che ho fatto osservare più volte come la distribuzione topografica e geografica degli immobili man mano acquistati non mi pareva riflettesse adeguatamente la distribuzione delle redazioni. Così come ho inutilmente chiesto perché le case per giornalisti anziché essere acquistate da terzi non continuassero ad essere costruite almeno in parte dall’Ufficio tecnico immobiliare dell’INPGI, quello con sede in piazza Apollodoro.

Post Scriptum – L’INPGI è vigilato un ministero, quello del Lavoro e della Politiche Sociali, e dalla presidenza del Consiglio dei ministri che nominano due loro rappresentanti in consiglio d’amministrazione (attualmente Mauro Marè il primo e Antonio Funiciello il secondo).  Dov’erano mentre l’INPGI annaspava e i suoi bilanci andavano in profondo rosso?  E perchè Funicello non si è dimesso nonostante le sollecitazioni? Cosa hanno fatto per evitare che l’acqua arrivasse ben sopra la gola? NON HANNO FATTO NIENTE! E poiché NON hanno fatto niente, mi pare evidente la responsabilità del governo. Che quindi non può fare lo schizzinoso e lavarsene le mani.

Pino Nicotri
Senza Bavaglio – Ex consigliere generale INPGI per due consiliature
pinonicotri@gmail.it

SOS INPGI
ECCO I NOSTRI CANDIDATI ALLE PROSSIME ELEZIONI

INPGI 2
Consiglio Amministratore

FERRARI Tamara
NOVELLI Daniela
TANCREDI Valeria

Collegio Sindacale
GALLIZZI Stefano
PASTERIS Vittorio

INPGI 1
Pensionati
ALBERIZZI Massimo Arturo
BARTOLONI Romano
GALLIZZI Giuseppe Antonio
MAURO Silvia
SBARDELLA Marina
SINIGAGLIA Donato
VILLOTTA Pietro

INPGI 1  ATTIVI

Lombardia
BERTANI Davide
BONI Valerio
BORZI Nicola
FUMAGALLI Maria Ancilla
LIBELLI Marco
MONTANARI Andrea
PATARGA Alan Patrizio
STIGLIANO Daniela Aurelia

Lazio
ALTIERI Francesca
FANTAUZZI Cristiano
MANTOVANI Alessandro
MAURIZIO Pierangelo
POLIDORI Elena
RONDINELLI Giancarla
TROMBIN Paolo

Campania
PIROZZI Alfonso

Sicilia
ALEPPO Orazio Maria
CICERO Alberto

Toscana
MANZOTTI Michele
ZAMBELLI Lucia

Veneto
DE ROSSI Roberta

COLLEGIO DEI SINDACI
(Votano attivi e pensionati su scala nazionale )

ABRUZZO Francesco (detto Franco)
ESPOSITO Marco
ROESLER FRANZ Pierluigi (detto FRANZ Pierluigi)
RONSISVALLE Luigi

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