Vito Crimi senza peli sulla lingua: “I veri nemici dell’INPGI? I suoi amministratori”

Speciale per Senza Bavaglio
Massimo Alberizzi e Laura Verlicchi
7 gennaio 2020

La prima parte di quest’intervista è stata pubblicata qui

Senatore Crimi, lei invita noi giornalisti a indagare e investigare. Ma proprio i vertici del sindacato dei giornalisti l’avevano accusata di voler distruggere la libera informazione, abolendo l’Ordine e chiudendo l’INPGI. La FNSI in questi giorni ha annunciato una mobilitazione di piazza per difendere l’Istituto previdenziale.

“So che sono stato accusato di voler cancellare l’INPGI. Non è assolutamente vero. Piuttosto ho lanciato l’allarme sulla gestione della Cassa previdenziale, sulla mancanza di trasparenza. Non ho potuto neppure nominare un mio consigliere d’amministrazione perché quello che era stato nominato dal governo Gentiloni, Antonio Funicello, non si è mai dimesso nonostante le mie sollecitazioni. Non ho potuto mettere gli occhi del governo dentro l’Istituto. C’è stato un vero ostruzionismo nei miei confronti. Qualcuno ci ha impedito di capire cosa c’è là dentro. Ho chiesto documenti che non mi sono mai stati consegnati”.

Secondo lei questa testarda difesa dell’INPGI da parte della FNSI, può essere in realtà una difesa degli attuali amministratori dell’Istituto di previdenza?

“Considerando l’atteggiamento che hanno assunto i dirigenti dell’INPGI, credo che l’unico vero nemico dell’INPGI siano proprio i suoi amministratori, che dimostrano di volerlo gestire senza rendere conto neanche ai propri iscritti delle   scelte fatte, non solo dalla gestione attuale anche dalle gestioni precedenti”.

I giovani giornalisti rimarranno schiacciati se non si arriva a una riforma complessiva del settore che salvi la professione e le professionalità

Che cosa pensa delle strategie politiche messe in campo per salvare l’INPGI?

L’INPGI è l’unico istituto previdenziale in dissesto. La sua gestione è opaca e non oculata e, soprattutto, senza una precisa strategia. Sembra che l’unica soluzione sia quella di vendere gli immobili e di aumentare i contributi. L’INPGI non si salva così. Anzi, così si va al collasso. Si chiede di allargare la platea degli iscritti. Tutti giornalisti per fare cassa e incrementare le entrate contributive? Così si distrugge non solo l’INPGI ma anche il giornalismo professionale, al di là di tutti i proclami di principio. Prima si devono definire quali comunicatori possono rientrare nella categoria giornalistica e solo dopo potranno entrare nell’INPGI: il percorso quindi è esattamente inverso. Occorre anche aumentare le assunzioni ex articolo 1, ma gli ultimi contratti di lavoro vanno esattamente in direzione opposta. Non ho mai visto un sindacato così vicino alla controparte, cioè gli editori, come questo. Un sindacato che non è andato contro gli editori, ma è partito a testa bassa contro il governo. Ora chi mi ha sostituito, Andrea Martella, (il nuovo sottosegretario all’Editoria, ndr) sta facendo un buon lavoro e credo che anche lui non sia cooptabile e condizionabile dal sindacato dei giornaisti”.

Il giornalismo è il sale della democrazia. Nella foto com’era una redazione d’altri tempi: fumo, macchine da scìrivere e tanta passime. Oggi resta la passione dei giovani che i sindacato stenta a intercettare

Ma a questo punto c’è il rischio che le pensioni siano realmente ridimensionate: il bilancio della Cassa è in passivo nonostante tutte le assicurazioni che erano state date negli anni scorsi. Ci dicevano di stare tranquilli che l’Istituto avrebbe retto per almeno altri cinquant’anni o giù di lì. Invece…

“Vi posso dare un suggerimento? Pretendete trasparenza. Chiedete in dettaglio a quanto ammontano le pensioni erogate. Io so che ci sono pensioni d’oro e pensioni versate a politici che hanno pagato soltanto contributi figurativi. Ora stanno spolpando l’INPGI. Provate a confrontare la pensione media erogata dall’INPGI con quella erogata dalle altre Casse e con quanto potenzialmente spetterà a voi e domandatevi se ha senso tutto ciò. Chiedete quali sono gli importi spesi per stipendi, gettoni di presenza e spese varie di funzionamento della struttura. Ho chiesto i dati delle spese e mi sono stati forniti aggregati, e quindi non si riesce a capire molto. I dati disaggregati non mi sono mai stati forniti. Sarebbe il caso di sapere quanto stanno spendendo per difendersi in Consiglio di Stato dalla richiesta di accesso agli atti, una domanda di semplice trasparenza. A dispetto di quanto sostengono i miei detrattori, io credo nel giornalismo libero e indipendente. Proprio per questo credo che a questo punto sia nel vostro interesse riuscire a rivoltare l’INPGI come un guanto portando alla luce tutto ciò che è poco chiaro. Così tutti potremo finalmente capire chi ha ridotto il vostro Istituto in questo stato e l’ha messo in ginocchio.”

Massimo Alberizzi – massimo.alberizzi@gmail.comCandidato all’INPGI nella lista pensionati
Laura Verlicchi – verlicchilaura7@gmail.com Consiglio di disciplina Ordine Nazionale
twitter @sbavaglio

(2/2 – fine)

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