Alessandra Costante la Fake News Woman che dà battaglia sul piano delle falsità

Speciale per Senza Bavaglio
Massimo Alberizzi
Roma, 27 luglio 2019

Alessandra Costante, geniale coordinatrice di una corente che si chiamava Rinnovamento Sindacale, poi Autonomia e e Solidarietà e infine Controcorrente (forse si vergognano dello sfacelo che hanno provocato nel giornalismo e delle umiliazioni inflitte ai giornalisti e per questo cambiano nome in continazione) e vicesegretaria della FNSI, ha pubblicato recentemente un velenoso articolo nel quale riesce a sommare con una certa abilità bugie e sciocchezze.

Naturalmente l’articolo della nostra Fake News Woman si commenta da sè (gli insulti gratuiti vengono sempre utilizzati da chi non ha argomenti, ma questa è una questione nota) quindi lo ripubblichiamo qui. Vogliamo che i lettori di Senza Bavaglio si rendano conto in quale mani sono capitati i giornalisti.

La cara macchietta Fake News Woman imputa alla nostra Vanna Palumbo un “fallo si distrazione”  nel suo articolo però di “falli di distrazione” (nel suo caso intenzionali) ne commette parecchi. Per esempio mentre scrive “Massimo Alberizzi e Simona Fossati, autoproclamatisi paladini dei free lance: peccato che in ogni Congresso della Fnsi le loro idee siano state sonoramente bocciate dai colleghi stessi” si scorda di dire che la nostra proposta di varare l’Organismo di Base dei freelance e dei precari sia stata approvata all’unanimità i ben due congressi della FNSI ed è stata brutalmente affondata da gente come lei che ha preferito tutelare se stessi, gli editori e i colleghi contrattualizzati, pugnalando alle spalle i freelance e i precari (che infatti non si iscrivono più al sindacato).

Naturalmente la cara Fake News Woman si scorda di spiegare che la sua ControCorrente è stata sbancata alle elezioni di Stampa Romana, alle eleziomi del Fondo Complementare dei Giornalisti e ha tenuto il controllo della Lombarda soltanto perchè si è comprata il voto di due colleghi nel direttivo della Lombarda, offrendo il posto di vicepresidente. Uno dei due, addirittura, con grande spregiudicatezza si è presentato alle elezioni sotto le bandiere di una lista antiControCorrente ed è stato”comprato” subito dopo le elezioni, ha cambiato casacca e si è arruolato con Stampa Democratica sottocorrente di ControCorrente. Che si fa per una vicepresidenza!

Simona Fossati portavoce dell’Unione Sindacale Giornalisti Freelance (USGF)

Il livore sta corrodendo la nostra Fake News Woman il cui lavoro primario non è quello di giornalista ma quello di sindacalista con risultati, sotto gli occhi di tutti, piuttosto scadenti, a giudicare dalla falcidiazione dei posti di lavoro, dal fallimento dell’INPGI e dai nuovi stipendi e il killeraggio sistematico dei collaboratori.

Naturalmente, seguendo un copione ben collaudato, accusa gli avversari, cioè noi, di diffondere Fake News: il lupo che veste i panni dell’agnello o il carnefice che si trasforma in vittima. Alla fine del Secondo conflitto mondiale un numero indefinito di italiani che erano fascisti si fecero passare per sinceri democratici.

Ora la Campionessa delle Fake News trema al pensiero di perdere il suo posto giacché la marea dei colleghi ha capito che le gestione degli enti dei giornasti sta portandoci dritti dritti al disastro e al burrone. E qindi affila le armi della disinformazione e della denigrazione degli avversari e quindi ha scritto questo velenoso articolo usando il metodo Salvini, personaggio politico cui deve essere parecchuo affezionata. Un articolo che – ripeto – si commenta da solo e che quindi riportiamo qui sotto afffinchè i colleghi lo leggano.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @sbavaglio
@malberizzi

Gli stati generali del “polo del rancore”, la vendetta di chi avrebbe voluto mettere le mani sugli organismi dei giornalisti.

di Alessandra Costante*

Più che Stati Generali dell’editoria, ieri sono andati in onda gli stati generali del “polo del rancore”, accorso nel tentativo di ottenere, attraverso le azioni del governo grillino e della Casaleggio & C.,  ciò che non gli è mai riuscito attraverso il voto democratico dei giornalisti: mettere le mani sulla professione e sugli organismi di categoria, a cominciare dall’Inpgi (con il quale molti di essi hanno conti personali in sospeso)  e dall’Ordine.

Così per Pierangelo Maurizio, esponente di Stampa Romana,  l’emendamento che sospende il commissariamento dell’Inpgi non è una soluzione.  O  per Daniela Stigliano che ha criticato il contratto Uspi e vorrebbe una moral suasion da parte del governo (il governo????) per cancellare i contratti minori e auspica il passaggio da Inpgi all’Inps. O Vanna Palumbo, che si è lamentata per il mancato confronto interno alla Fnsi sulle proposte che il sindacato ha presentato agli Stati Generali: fallo di distrazione però, perché il confronto in Fnsi c’è stato, agli Stati Generali della categoria convocati al Cinema Adriano il 14 maggio, ma lei (come altri) ha preferito disertarli, aderendo invece alla mozione di chi il giornalismo lo vuole affossare. E poi Massimo Alberizzi e Simona Fossati, autoproclamatisi paladini dei free lance: peccato che in ogni Congresso della Fnsi le loro idee siano state sonoramente bocciate dai colleghi stessi.

Eccolo schierato, il “polo del rancore”, il peggior nemico dei giornalisti italiani. Ha perso qualsiasi confronto democratico, compreso l’ultimo congresso a Levico. In Consiglio Nazionale conta pochi voti: l’ultima volta sulla relazione del segretario generale Raffaele Lorusso si sono contati 7 voti contrari. Eppure il “polo del rancore” gracida rumorosamente e chiede al governo di intervenire sulla professione, svendendo il diritto all’informazione, costituzionalmente garantito, mezzo per raggiungere l’uguaglianza sociale perseguita dalla nostra Carta Costituzionale, alla Casaleggio &C.  E non si fa scrupoli se il commissariamento dell’Inpgi significherà, dopo una riforma lacrime e sangue, ricalcolare in maniera peggiorativa le future pensioni  dei colleghi ancora al lavoro e, nei piani del governo, il taglio di quelle già in essere. E neppure se il trattamento di disoccupazione, oggi erogato dall’Inpgi, sarà ridotto al livello dell’Aspi del sistema generale. O che l’età pensionabile sia innalzata a 70 anni, come per i medici, senza tenere conto di un mercato del lavoro sostanzialmente fermo e della lunga crisi che sta attraversando l’editoria. A loro non importa niente se l’Inpgi rischia di trasformarsi in un piccolo laboratorio del dottor Frankestein per estendere i tagli previdenziali a tutto il Paese, nel frattempo sedato dalla rete. E meno che mai importa che le difficoltà contingenti dell’istituto di previdenza siano il frutto avvelenato degli stati di crisi che gli editori hanno chiesto e che molti del “polo del rancore” hanno firmato senza colpo ferire.

La vicesegretaria della FNSI, Alessandra Costante

O che, ancora, l’Ordine sia abolito per consentire che sullo sfondo grigio del “todos caballeros”, tutti giornalisti, senza regole e senza deontologie, l’informazione possa essere appaltata al web. E insieme all’informazione anche la democrazia di questo Paese.

Gente che preferisce affossare la contrattazione e la Fnsi, solo perché non è mai riuscita a mettere le mani sugli organismi di categoria.

*coordinatrice #ControCorrente

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