Open Day in Lombarda il 25/9: un sindacato forte vuol dire libertà e posti di lavoro

Lunedì 25 settembre, dalle 10 alle 19, in viale Montesanto 7, venite a conoscere le possibilità che vi offre l’organizzazione del lavoro. Abbiamo bisogno dei vostri consigli, dei vostri stimoli e del vostro aiuto

Speciale per Senza Bavaglio
Andrea di Quarto
Milano, 21 settembre 2023

“Ma perché, anche voi giornalisti avete un sindacato? Con tutto quello che guadagnate!”.
“Il sindacato non serve a niente: quando ho avuto bisogno non c’era”.
“Io non ho bisogno del sindacato: faccio bene il mio lavoro, eseguo gli ordini, non rompo mai le scatole e non ho problemi”.

Sono frasi che chi si occupa di sindacato si è sentito immancabilmente ripetere. E via a spiegare che in Italia operano circa 45 mila giornalisti con contratto atipico o liberi professionisti, a fronte di appena 15 mila coperti da un contratto di lavoro dipendente. E che tra i freelance il 45 per cento non riesce a fatturare cinquemila euro lordi l’anno.

O ancora, che se il sindacato non lo chiami, se non denunci, non puoi pretendere che lo faccia al posto tuo; o che “comportarsi bene” non significa piegarsi a compromessi, glissare sulla deontologia, lavorare in cassa integrazione, durante i corsi, o quando i colleghi sono in sciopero, girarsi dall’altra parte di fronte al mobbing perpetrato verso i colleghi.

È vero, il sindacato ha dei problemi e la crisi del settore rischia di stritolarlo. Nei giornali si fanno spazio figure editoriali più vicine agli esperti di marketing che ai professionisti dell’informazione, la pubblicità viene inserita all’interno delle pagine spesso senza alcuna distinzione di carattere tipografico, i collaboratori vengono pagati pochi euro a pezzo, tanto se non accettano fuori c’è la fila, e gli editori, da anni, sono arroccati su posizioni che prevedono solo riduzione del personale, flessibilità e costo del lavoro sempre più basso.

Ma il sindacato dei giornalisti esiste, continua ad esistere e ha un valore enorme, proprio perché impegnato in difesa dei giornalisti più deboli e più facilmente ricattabili. Perché prova a erigere barricate che impediscano che il lavoro subordinato subisca continui colpi di spugna su diritti e garanzie.

Il sindacato è indispensabile, affinché continui a dare voce alle tante periferie del nostro mondo e a perseguire i propri obiettivi: dignità professionale, welfare e diritti.

In questi anni abbiamo vissuto cambiamenti epocali nel mondo dell’informazione. All’inarrestabile crescita della rete, è seguita una corsa sfrenata a un’offerta informativa fuori da regole, leggi e contratti.

E così, mentre i giornali “tradizionali” e testate storiche scompaiono o si ridimensionano drasticamente, siti e portali “giornalistici” sono fioriti a dismisura, invocando, quasi pretendendo, spesso, una condizione di extra-legalità – anche in importanti case editrici – al riparo dal rispetto di ogni vincolo normativo, in nome della “extra-territorialità” della rete.

Se quasi tutti gli editori italiani tradizionali hanno visto in Internet la possibilità di espansione degli introiti pubblicitari e hanno occupato spazi, creando vere e proprie testate con redazioni distinte chiamate a fornire prodotti autonomi, questo non si è tradotto in nuove opportunità di lavoro per i giornalisti, ma, al contrario, ha creato nuove sacche di precariato e di abusivismo.

Ecco perché, tornando alla domanda di partenza, oggi un sindacato dei giornalisti serve più che mai. Mai come adesso è il tempo dell’impegno e dell’unione. Di tutti i giornalisti. Perché un Paese può definirsi democratico solo se giornalisti e mezzi di informazione possono operare in un ambiente libero e indipendente.

La libertà di espressione è uno dei valori fondanti della nostra democrazia e democrazia e libertà sono concetti che camminano insieme. Siamo chiamati ad alzare la testa per contrastare l’informazione frettolosa, tendenziosa, le fake news, le minacce e l’intimidazione, anche attraverso querele termerarie, verso i giornalisti.

Il 25 settembre l’Associazione Lombarda dei giornalisti, che rappresenta un quarto dei giornalisti italiani, ovvero oltre 700 pubblicisti e 3500 professionali, apre le sue porte ai suoi iscritti, ma soprattutto ai non iscritti.

Ai giovani delle scuole di giornalismo e a coloro che magari il giornalista lo fanno già, senza garanzie e diritti. Dirigenti e collaboratori saremo lì a spiegare che cosa fa il sindacato, quali servizi eroga e quale supporto può dare quotidianamente, dalla fiscalità all’assistenza legale, alla formazione.

Ma anche iniziative rivolte all’aggiornamento degli iscritti e proporre eventi di carattere formativo e culturale. Approfondimenti specifici utili per la categoria e manifestazioni adatte a rafforzare la conoscenza reciproca, la collegialità, l’unità che favorisca una maggiore coesione.

Lunedì 25 settembre venite a trovarci. Ci aiuterete a essere sempre più una palestra di confronto verso le sfide che ci attendono. Senza mai perdere di vista la tutela del giornalismo in tutte le sue declinazioni e i giovani che si affacciano alla professione.
Vi aspettiamo dalle 10 alle 19.

Andrea Di Quarto
Consigliere Direttivo Alg
andrea.diquarto@fastwebnet.it

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Le iconografie di Senza Bavaglio sono di Valerio Boni

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Vieni a conoscere il tuo sindacato: lunedì 25 settembre Open Day in Lombarda

 

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