Al Congresso FNSI bocciata la mozione che impegna a firmare il contratto

Speciale per Senza Bavaglio
Marinella Rossi
Milano, 23 febbraio 2023

Al 29esimo congresso della Federazione Nazionale della Stampa prevalgono le conventicole e le polarizzazioni per corrente. Così, 5 minuti prima dell’intervento del segretario della Cgil, Maurizio Landini, il congresso boccia la mozione per un rinnovo del contratto giornalistico, latente dal 2014, con 216 astenuti, naturalmente infiltrati tra le branchie della neocandidata alla presidenza Alessandra Costante – poi eletta.
In Lombardia si astengono i membri di Non Rubateci il futuro capitanati da Edmondo Rho e dal membro del Cdr del Corriere della Sera Domenico Affinito – senza altra motivazione apparente se non che la mozione giungeva da parte sgradita.
Spero che i colleghi tutti e i colleghi del Corsera in particolare gliene chiederanno ragione. Ma sono certa che qualche calambour verrà impapocchiato.
Qui sotto la mozione non fatta passare senza una motivazione dichiarata.
RINNOVO CONTRATTUALE
PREMESSO CHE
riteniamo fondamentale la difesa della contrattazione nazionale;
RICORDANDO
che il CNLG in vigore è stato siglato nel 2014 e scaduto nel 2016;
SOTTOLINEANDO
come lo scenario complessivo della professione giornalistica sia profondamente mutato dalla stipula dell’ultimo contratto a oggi;
RIBADENDO
la nostra assoluta contrarietà alle contrattazioni aziendali sostitutive o erosive della contrattazione nazionale;
CREDENDO FORTEMENTE
nella necessità di un unico contratto che tuteli con forza l’intera categoria dei giornalisti, pur tenendo conto delle specifiche peculiarità, dei differenti ambiti, e dei diversi strumenti di applicazione che oggi attengono allo svolgimento della Professione;
I DELEGATI AL XXIX CONGRESSO NAZIONALE DELLA FNSI RIUNITO A RICCIONE
IMPEGNANO
la Giunta Esecutiva della FNSI a prodigarsi, entro il 2023, per costringere gli editori – palesemente sempre più determinati nella loro volontà di modificare radicalmente la professione, svilendo e snaturando la figura del giornalista – a sedersi al tavolo delle trattative per stipulare un nuovo contratto che contrasti questo pericoloso trend di de-professionalizzazione. Un contratto che interpreti profondamente le esigenze di una professione mutata nei suoi strumenti e nelle sue piattaforme di distribuzione, ma che non può e non deve rinunciare al suo fondamentale ruolo di garanzia democratica e di mediazione credibile tra le fonti delle notizie e il lettore.
Che ribadisca l’inscindibilità delle redazioni, oggi sottoposte a continui tentativi di scorporo ed “esternalizzazioni” di alcune sue parti, come per esempio i comparti grafici.
Che riconosca il ruolo determinante e preponderante, nell’informazione odierna, del giornalista freelance, sia libero professionista, sia collaboratore autonomo, imponendo e tutelando:
a) Il rispetto della legge 231/2002 (compenso concordato erogato entro 30 giorni dalla consegna del lavoro a prescindere dalla sua pubblicazione).
b) L’introduzione di un tariffario rapportato alla specificità delle prestazioni e al mezzo di diffusione, con uguali retribuzioni per pari prestazioni, per un contrattualizzato e un freelance.
c) L’obbligo di copertura assicurativa e delle spese legali a carico dell’azienda committente, per eventuali danni da responsabilità civile, derivanti dall’oggetto della prestazione.
d) La presenza di un rappresentante dei collaboratori nei comitati di redazione. Oggi è prevista solo per gli articoli 2, ma questo non è più sufficiente con la professione profondamente mutata.
Che avvii una serie di misure, vincolanti per gli editori, di riassorbimento produttivo dei disoccupati.
Che adegui le retribuzioni al costo della vita, dal 2014 a oggi, salito del 15,4%
Che garantisca passaggi automatici alle qualifiche di redattore esperto e senior, ovvero gli unici due
strumenti di carriera previsti dall’attuale Contratto per gli scriventi.
Che stabilisca che l’informazione, anche quando viene diffusa via web, resta tale e pertanto è solo ai giornalisti che deve essere affidata, gli unici, tra l’altro, a cui la legge attribuisce questo compito. Imponendo che i colleghi che lavorano su Internet siano trattati come redattori e non come tecnici e che i siti di informazione su internet siano testate giornalistiche regolarmente registrate. Oggi, paradossalmente, perfino i siti di alcune grandi giornali e riviste non lo sono.
Il sindacato è morto? Ma pure io non mi sento troppo bene.
Marinella Rossi
marinella.rossi1956@gmail.com
twitter @sbavaglio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Chi vuole, può parlare con Senza Bavaglio. Basta contattarci senza problema al numero +39 345 211 73 43. Naturalmente lascia il tuo nome e la tua regione di residenza e ti richiameremo. Specifica se vuoi essere iscritto alla Mailing List di Senza Bavaglio e/o di Africa Express per ricevere gratuitamente via whatsapp le news dei nostri quotidiani online.

Condividi questo articolo