Fondo Complementare: si comincia a votare ma procedura elettorale azzoppata

Speciale Per Senza Bavaglio
Massimo A. Alberizzi
Milano, 19 maggio 2022

Sono cominciate stamattina le votazioni per eleggere il consiglio d’amministrazione e il collegio sindacale del Fondo Pensione Complementare dei Giornalisti Italiani. Ma c’è qualcosa che non quadra. A poche ore dall’inizio delle operazioni di voto, Alessandro Meloncelli, presidente della commissione elettorale, con un gesto apparentemente incomprensibile e senza consultare nessuno, cambia le procedure elettorali. Decide, motu proprio, di cancellare la convocazione fisica dei componenti del seggio, Ugo Degl’Innocenti e Maurizio Di Schino, cancella la riunione e ordina di riunirsi da remoto.

Secondo lui riunirsi nella sede del Fondo con il notaio, controllare le procedure personalmente e verificare de visu che tutto sia a posto e in regola con le norme è la stessa cosa di una semplice riunione via web accomodati su una soffice poltrona a casa propria.

Meloncelli non è la prima volta che rifiuta di applicare procedure chiare e al di sopra di ogni sospetto. A lui che è espressione degli editori, non dovrebbe interessare molto della elezione dei componenti dei giornalisti del CdA.

E invece sembra appassionarsi alla vicenda e sorprendentemente mette i bastoni tra le ruote a chi chiede procedure chiare, corrette, prudenti e tese ad evitare brogli e scorrettezze, come quelle previste dalla Eligo, la società incaricata di organizzare materialmente le votazioni.

Pochi giorni fa si è rifiutato di consegnare ai membri del comitato elettorale la lista degli aventi diritto al voto e ha già chiarito che, alla fine delle operazioni elettorali, non intende mostrare l’elenco di chi avrà votato.

La sua decisione ha influito sull’incomprensibile decisione del Cda di non far consegnare ai membri della commissione l’elenco di coloro che hanno votato. Una procedura prevista e indicata dalla Eligo proprio per controllare a fondo che tutto si svolga correttamente. L’Eligo, per altro, utilizza questa procedura in tutte le elezioni che è chiamata a organizzare. In tutte: ma in quelle del Fondo no! Piuttosto curioso, vero?

Insomma, ai membri della commissione non sarà consentito scorrere elenco di chi ha votato, per verificare, per esempio, che non ci siano nomi di colleghi deceduti, che pure sono ancora presenti tra gli aventi diritto al voto!

Meloncelli, già curatore fallimentare del mobilificio pesarese Berloni, dovrebbe sapere che, con le procedure assai semplici previste per le votazioni, anche chi non c’è più potrebbe depositare la sua scheda nell’urna elettronica. E se l’elenco dei votanti non è a disposizione per le verifiche del caso, chi controllerà che i morti non abbiano votato? “A pensar male – diceva  argutamente qualcuno – si fa peccato, ma ci si azzecca”

In queste condizioni, senza garanzie di trasparenza e limpidezza da parte della commissione elettorale, il cui presidente lascia tutto avvolto nell’opacità, sarebbe stato meglio, ancora una volta, rimandare le elezioni.

Massimo A. Alberizzi
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