Ex Fissa: la politica si muove (era ora), con ben due interrogazioni parlamentari

Speciale Per Senza Bavaglio
Barbara Pavarotti
Roma, 31 marzo 2022

Finalmente la politica non è più indifferente alla scandalosa vicenda dell’ex fissa. Nelle ultime 48 ore sono state presentate due interrogazioni parlamentari al ministro dell’Economia e delle Finanze Franco e al ministro del Lavoro Orlando.

La prima è del deputato Emilio Carelli (Coraggio Italia),  la seconda della senatrice Tatjana Rojc (Pd).

In entrambe le interrogazioni si riassume brevemente la storia dell’ex fissa – prestazione previdenziale integrativa di natura contrattuale –  e si fa il punto della situazione: oltre 2000 giornalisti in attesa anche da 10 anni di ricevere questa prestazione (che è un ACCANTONAMENTO NOMINATIVO INDIVIDUALE ) per un importo lordo di circa 140 milioni,  “il cui pagamento – precisano Carelli e Rojc – consentirebbe allo Stato di incamerare imposte per circa 50 milioni”.

E ormai sarebbe anche il caso di capire perché lo Stato italiano rinuncia, senza battere ciglio, a 50 milioni di Irpef.

Il Fondo ex fissa – scrivono Carelli e Rojc – ha avuto riconoscimento ufficiale con la legge 449 del 27 dicembre 1997, che lo ha definito “Fondo integrativo di previdenza per i giornalisti professionisti” ed è citato in 15 relazioni della Corte dei Conti relative ai bilanci Inpgi dal 1996 al 2019. Ed è previdenza, come ha stabilito la Cassazione, non retribuzione differita.

Poi si passa a una notizia emersa recentemente, ovvero  alla dotazione di circa 40 milioni del “Fondo contrattuale per le finalità sociali”, che, col passaggio a Inps, verrà smantellato. Soldi che, a quanto risulta al Comitato “Diritto ex fissa”( nelle interrogazioni non c’è scritto), potrebbero essere destinati a saldare in parte i circa 850 creditori che nel 2018 accettarono la riduzione  del loro credito.

Ebbene, di fronte a tutto questo, l’on. Carelli e la senatrice Rojc, chiedono ai ministri dell’Economia e del Lavoro:

  • quale sia la situazione reale dei crediti maturati da giornalisti aventi diritto
  • quali iniziative, per quanto di rispettiva competenza, intendano adottare per salvaguardare una forma di risparmio costituzionalmente garantita dei giornalisti in attività e in pensione beneficiari del Fondo integrativo ex fissa.

In più la senatrice Rojc chiede:

  • quante entrate lo Stato ricaverebbe di Irpef  dal pagamento di tutto il debito ex fissa
  • a quanto ammonta esattamente il debito complessivo dell’ex fissa e quanti sono i giornalisti pensionati creditori
  • dove è collocato il Fondo e dove lo sarebbe dopo il primo luglio

Finalmente domande precise, quelle che il Comitato ex fissa pone da anni senza MAI aver avuto risposta, e che ora, si spera, non possano più essere evase.

I due parlamentari sono assolutamente convinti – e per fortuna – che la situazione vada risolta. Dice Tatjana Rojc:  “Premetto che non sono creditrice, ma ho ritenuto opportuno presentare questa interrogazione perché sono sempre per la giustizia e il diritto dei lavoratori di avere quanto gli spetta. Quando si parla di diritti, bisogna pensare anche a questa vicenda perché qualcuno ha sbagliato e deve rimediare ai propri sbagli”.

E l’onorevole Carelli: “Ho fatto questa interrogazione perché penso sia un fatto di equità e di riconoscimento dei diritti acquisiti”.

La parola, ora, ai due ministri. Il sasso è lanciato e i creditori non sono più soli. Oltre al Comitato, anche altri si stanno battendo per loro.

Barbara Pavarotti
Comitato “Diritto ex fissa”
twitter @sbavaglio

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