Misteri italiani: spariti nel nulla i soldi della ex-fissa: dove sono finiti?

Comitato “Diritto ex fissa”
Roma, 25 novembre2021

Il Comitato “Diritto ex fissa”, dato l’imminente passaggio delle funzioni previdenziali da Inpgi a Inps, fa presente che non può essere assolutamente trascurata,  in questo passaggio, la questione ex-fissa,  in quanto “prestazione previdenziale integrativa di natura contrattuale”, come si legge nell’atto di nascita della Convenzione sull’ex fissa del 15 luglio 1985 firmato da Fieg, Fnsi e Intersind.

In questo atto si istituisce una gestione speciale presso l’Inpgi, dove gli editori devono versare il contributo obbligatorio “con le stesse modalità previste per le assicurazioni sociali obbligatorie”.

L’Inpgi, pagato per questo (v. art. 9 dell’accordo), doveva gestire il Fondo ex-fissa e restituire – in quanto la previdenza non può essere erogata da Fnsi o Fieg – le somme accantonate individualmente da ognuno dei creditori.

Perché l’ex fissa è un accantonamento nominativo, individuale. C’è scritto in tutti gli atti relativi al Fondo. Persino nella richiesta fatta da ognuno di noi al Servizio prestazioni Inpgi (gestione Fondo integrativo) c’è scritto:
“Si chiede la liquidazione dell’accantonamento del Fondo integrativo già effettuato a proprio nome”

Invece – e questo lo sottoponiamo all’attenzione di tutti voi – il Fondo ex fissa è stato usato arbitrariamente a ripartizione, senza che mai, nei vari accordi siglati sull’ex fissa, sia stato messo per iscritto questo uso del tutto arbitrario che ha impedito a ognuno di ricevere quanto accantonato.

I circa 2400 creditori dell’ex fissa chiedono che sia restituito loro quanto hanno versato, soldi prelevati dagli editori dal loro stipendio lordo, in quanto, riaverli, è un loro diritto.

Se poi Inpgi, Fnsi e Fieg e la Commissione paritetica Fnsi-Fieg non sono in grado di fare il conteggio dei versamenti ricevuti individualmente, vuol dire che non hanno fatto bene il loro lavoro.

In Italia il risparmio è tutelato costituzionalmente (art. 47), e l’ex fissa è un risparmio accantonato negli anni a favore dei singoli, con un accordo contrattuale. E è previdenza, non una retribuzione differita.

Lo ha stabilito anche la Cassazione nel 2017: “E’ un fondo contrattuale avente natura previdenziale”. Come se non bastasse quanto c’è scritto (Prestazione previdenziale integrativa) nell’accordo del 1985 e poi dell’8 giugno 1994.

Non solo. Il Ministero del Lavoro ha stabilito che fanno parte della previdenza complementare anche “i fondi di origine negoziale, ovvero quelli istituiti dai rappresentati dei lavoratori e dei datori di lavoro nell’ambito della contrattazione nazionale di settore o aziendale”.

Ebbene, il Fondo ex Fissa, stranamente, è rimasto avulso da ogni direttiva del Ministero del Lavoro. Anche questo lo sottoponiamo alla vostra attenzione.

ALTRE INCONGRUENZE RELATIVE AL RUOLO DELL’INPGI

I bilanci del fondo ex fissa sono segreti dal 2014. Venivano approvati dal Cda Inpgi fino al 2006, poi non si sa da chi siano stati approvati.

NELL’ACCORDO DEL 1994, firmato da Fieg, Fnsi, Inpgi, Rai e Intersind, c’è scritto

Art. 9. Il regolamento di attuazione, anche norme e tabelle per il calcolo, sarà deliberato dal Cda Inpgi, previo parere della Commissione tecnica

Art. 11. L’erogazione delle prestazioni, l’ammontare degli accantonamenti e i criteri di determinazione sono sottoposti alla verifica di una Commissione tecnica formata da 2 rappresentanti per ogni organizzazione firmataria dell’Accordo del 1985 più 2 dell’Inpgi.

QUESTO INOLTRE C’E’ SCRITTO NEL REGOLAMENTO ALLEGATO ALL’ACCORDO DEL 1994

Art. 11. L’Istituto provvede a comunicare agli iscritti l’entità degli ACCANTONAMENTI EFFETTUATI A LORO NOME, e, di anno in anno, la relativa rivalutazione (NON L’HA FATTO).

Art. 12. Le controversie amministrative sulle prestazioni del Fondo sono decise dal Comitato esecutivo Inpgi.
Forniti questi elementi, chiediamo se pensate davvero che Inpgi sia stato solo un ufficiale pagatore, come sostiene.
VERTENZE GIUDIZIARIE

TUTTE hanno riconosciuto CHE IL DIRITTO ALL’EX FISSA C’E’, E’ INNEGABILE, E’ INDIVIDUALE, ma, non essendoci i soldi, bisognava accontentarsi del piano di rateizzazione predisposto nel 2014 con l’accordo della Fnsi.

In altri casi, per pagare un debito, si sarebbero pignorati i beni del debitore. Stavolta non è così. Sottoponiamo anche questo alla vostra attenzione. In particolare il fatto che NESSUN GIUDICE, seppur interpellato in proposito con apposita vertenza (V. causa Pavarotti contro Inpgi e Fnsi per malagestio del 26/2/2019) , si sia espresso su chi E’ IL DEBITORE.

DANNI PER LO STATO DAL MANCATO PAGAMENTO DELL’EX FISSA

E’ un danno erariale di circa 50 milioni di euro. Stupisce che lo Stato rinunci a questi soldi.

Il Comitato “Diritto ex fissa”

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