Gli americani ci ricascano: Condé Nast ed Hearst pronte a nuovi tagli

Speciale Per Senza Bavaglio
Andrea Montanari
Milano, 14 maggio 2021

Ci risiamo? C’è maretta o meglio aria di tempesta nelle due principali case editrici americane attive in Italia: Condé Nast ed Hearst. Perché i manager italiani, su input delle rispettive sedi centrali d’Oltreoceano avrebbero approntato nuovi piani di ristrutturazione e nuovi tagli agli organici giornalistici e non solo. La curiosità? Entrambi dovrebbero svelare le carte nella giornata di lunedì 17 maggio. Questo almeno è ciò che trapela nei corridoi delle varie redazioni dei periodici delle due società.

Ma come mai c’è il rischio di un altro intervento strutturale di natura drastica? Perché il mercato, in crisi dal 2008, ha incrementato le perdite con l’esplosione del covid-19, del lockdown. E neppure in questa prima parte d’anno i segnali sono incoraggianti. Come è emerso dai dati relativi agli investimenti pubblicitari del periodo gennaio-marzo 2021 diffusi nei giorni scorsi dall’istituto Nielsen è emerso che ancora dopo anni il segmento Periodici ha perso il 32,2% della raccolta rispetto allo stesso periodo del 2020, il 24,7% nel solo mese di marzo.

Del resto il principale investitore in advertising per i periodici, ovvero il settore moda, ha tagliato la spesa complice il rallentamento del mercato di riferimento. E questo ha avuto un impatto notevole sulle testate di Condé Nast ed Hearst.

Così, il primo gruppo sta per definire l’ennesimo intervento drastico sul personale giornalistico: si parla di altri 26 esuberi. E ancora una volta l’azienda cerca di convincere i giornalisti con uno scivolo di 36 mensilità ma solo per chi lascia l’azienda nell’arco di 15 giorni. Difficile prendere simili decisioni, per un collega magari di mezza età, in un mercato in crisi e con l’instabilità che regna sempre più sovrana.

Tra l’altro pare che possano arrivare significative novità anche per le direzione delle due testate di riferimento: Vanity Fair e Vogue. Ennesimo ricambio finalizzato a non si sa cosa.

Spostandoci di alcuni chilometri ma restando nella città di Milano anche i dipendenti di Heart attendono per le prossime ore novità decisive per il perimetro aziendale. Al momento nulla è certo e deciso e non ci sono indicazioni chiare. Ma è altamente probabile che il management voglia, seguendo le indicazioni della casamadre americana, intervenire drasticamente sugli organici.

Il mantra, si dice, sia uno e uno solo: digitale, digitale e ancora digitale. Come? Non è dato saperlo. Considerando che da anni Hearst ha trasferito le redazioni dei siti online delle testate di riferimento in Svizzera bypassando così la normativa di settore italiana e il contratto di categoria.

In questo contesto sempre più cupo e difficile non si sente la voce del Sindacato, non si ha contezza delle scelte di Fnsi e Alg per dare un segnale al mercato e agli editori. Certo: c’è la manifestazione in piazza, a Roma, del 20 maggio. O meglio: è in calendario il consiglio nazionale della Federazione. Ma di cosa si parlerà? I problemi della categoria sono tanti e sono enormi.

Ma i casi concreti vengono affrontati? Nessuno lo sa, nessuno lo dice. E tutto a svantaggio dei colleghi che lavorano in case editrici che non guardano in faccia nessuno. Sapendo di ottenere sempre ciò che vogliono.

Andrea Montanari
romanzina@gmail.com

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