Senza Bavaglio
29 aprile 2021
Nel 2020 persi ben 174 milioni di euro del fatturato RCS rispetto all’anno precedente. Il titolo sceso in Borsa tra 0,45 e 0,75 euro, da 1,45 euro nel 2019. Richieste di aiuti pubblici per le aziende editoriali in crisi (con cassa integrazione, prepensionamenti, contratti di solidarietà). Il Corriere della Sera ancora in perdita di copie (fonte Ads). Spuntano segnali preoccupanti e dubbi sugli effetti del “metodo” dell’editore, presidente e amministratore delegato di RCS, Urbano Cairo. Lo si capisce dalle domande presentate per iscritto, per l’Assemblea dei soci 2021 convocata per oggi, tra le quali spiccano quelle del Comitato di redazione del Corriere e di Ivo Caizzi, in passato inviato e corrispondente da Bruxelles del quotidiano di Via Solferino.
Nelle risposte, RCS evidenzia il risultato netto positivo per 31,7 milioni di euro nel 2020, che apre perplessità sulle richieste di aiuti pubblici e di “sacrifici” per i dipendenti. Ma non arriva da crescita dei ricavi o da nuovi prodotti editoriali di grande successo. Il “metodo Cairo” appare ancora molto concentrato sulla spremitura dell’azienda con continui tagli dei costi. Quanto resta in cassa poi gratifica soprattutto l’editore e azionista di maggioranza (cui vanno il grosso dei dividendi), che da presidente/ad aggiunge 2,19 milioni annui di retribuzione. Ricchi stipendi e bonus sono assegnati anche ai principali manager, che attuano fedelmente il “metodo Cairo”, ottengono aiuti pubblici e impongono i “tagli & sacrifici”.
RCS dichiara 308 mila abbonamenti digitali del Corriere. Per Ads, che non calcola le vendite troppo “low cost”, la diffusione totale (carta + digitale) è invece scesa a 260 mila copie nel febbraio scorso. Sarebbero circa 320 mila le copie perse durante le ultime due direzioni De Bortoli-Fontana e Fontana. La sfida con Repubblica per la leadership tra i quotidiani è di fatto a chi perde meno copie. Ma, durante la pandemia, è cresciuto molto il digitale “low cost” dei siti online, dove il quotidiano Gedi si dichiara primo. RCS rinvia ai nuovi dati in arrivo. Questo segmento non compensa però le copie perse a prezzo pieno. Non a caso il Cdr del Corriere, che difende i posti di lavoro, nelle domande ha ricordato a RCS che “il tradizionale core business dei prodotti cartacei resta fondamentale per il fatturato e la tenuta dei conti”.
Cairo ha negato influenze anomale di “pubblicità & marketing” in articoli delle sue testate. Ha definito “sostegno” di incoraggiamento la sua discussa “visita quotidiana” al direttore del Corriere, Fontana. Non sembra voler destinare nel 2021 parte del suo stipendio in beneficienza, come annunciò per il 2020 (dopo le critiche sui suoi maxi introiti in RCS e sulle sue richieste di tagliare sui costi del personale).
Altri dubbi scaturiscono dalle “non risposte” a domande sullo scontro giudiziario in corso con Blackstone, acquirente della sede storica di Via Solferino. Il procedimento presso la Corte suprema di New York risulta sospeso fino all’esito finale dell’arbitrato in Italia (previsto entro il 31 maggio prossimo). Il rischio è che poi riparta con sviluppi (anche risarcitori) imprevedibili.
Senza Bavaglio
La strategia RCS di Cairo tra stati di crisi, dividendi e bonus d’oro
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