Speciale per Senza Bavaglio
Massimo A. Alberizzi
Milano, 7 aprile 2021
Senza Bavaglio è stato sempre e immotivatamente accusato di essere contrario al voto elettronico. Invece, finalmente, è caduta la maschera ed è chiaro che ad aver paura del voto elettronico è ControCorrente. Accampando motivazioni capziose, pretesti ingannevoli e cavilli artificiosi, il gruppo di potere che governa FNSI e INPGI, cerca ora di bloccare il voto online all’Ordine dei Giornalisti.
L’ultima trovata per cercare con contorsionismi da circo di evitare la votazione con sistema elettronico l’ha escogitata la presidente del Lazio, Paola Spadari: siccome il decreto che rinvia le elezioni dell’Ordine non parla esplicitamente di proroga degli organismi dell’ente, Spadari ne deduce che gli organismi stessi sono scaduti e che quindi non si possono più riunire le commissioni. Spadari e la sua corrente sostengono addirittura che non ci sia “l’agibilità giuridica” (cosa vuol dire lo sanno solo loro) quindi insistono per chiedere l’ennesimo parere al ministero e convocare una consulta dei presidenti regionali. E’ chiaro che vogliono prendere tempo.
Le dichiarazioni e le accuse di ControCorrente contro Carlo Verna in questi mesi sono contraddittorie e fuorvianti. Il gruppo vuole elezioni subito ma solo a parole. Infatti, pretende di dettare le condizioni di svolgimento della competizione elettorale. Altro che amore per la democrazia e per la trasparenza. Amore sfrenato per il potere e dell’opacità. Per mesi ControCorrente ha cercato di boicottare regole certe da applicare al voto elettronico.
Perché si è opposta alla presenza dei notai per rendere il voto online sicuro e certo? Perché non ha voluto la presenza di un tecnico informatico giurato che partecipasse alle operazioni prima durante e dopo il voto? Alcuni paletti posti dalle colleghe Alessandra Fava e Tamara Ferrari, consigliere nazionale dell’Ordine, sono stati accettati. Altri caparbiamente respinti dai signori di ControCorrente. Eppure quelle norme non sono state inventate da noi, ma previste dal Consiglio d’Europa che sul voto online ha pubblicato vari protocolli, invitando a seguirli e applicarli.
La macchina del fango messa in atto da ControCorrente aveva colpito nel segno perché alcuni colleghi ci hanno chiesto: “Perché non volete il voto online?”. Calunnie e menzogne che abbiamo smontato rispondendo. “Noi chiediamo che il voto online presenti requisiti di sicurezza indispensabili”.
Nelle obiezioni avanzate ora da Spadari c’è qualcosa che mette a nudo l’inganno: se Carlo Verna (come dice lei, scaduto) non ha poteri, come mai lei come presidente dell’Ordine del Lazio (scaduta anche lei) ha il potere di convocare l’assemblea degli iscritti, cosa che ha fatto pochi giorni fa?
Se ControCorrente intende così capziosamente ritardare le elezioni se ne deve assumere la responsabilità politica.
Massimo A. Alberizzi
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