Speciale per Senza Bavaglio
Massimo A. Alberizzi
Milano, 10 aprile 2020
Oggi ricorre l’anniversario della morte di Marilisa Verti, una delle fondatrici e poi animatrice di Senza Bavaglio e una delle giornaliste più combattive che abbia mai avuto il nostro Paese. Marlisa, che era stata redattrice all’Europeo e direttrice di Società Civile, si è sempre schierata a difesa dei più deboli e dei diseredati e proprio per questo non guardava in faccia nessuno.
Eravamo in moto e lei sedeva dietro di me. Cercavamo un nome da dare al nuovo soggetto sindacal-politico.
Ne avevamo scartati parecchi di semplici e banali, e poi lei mi ha urlato nell’orecchio: “Senza Bavaglio!”. Ho subito ribattuto: “Stupendo. Efficace! Affare fatto!”. Era il 29 settembre 2000. E questo nome sarebbe stato anni dopo semi copiato dopo un goffo passaggio (“Senza Guinzaglio”) a dimostrazione che era proprio un appellativo azzeccato.
Marilisa aveva poi inventato i “Fantasmi dell’informazione”, reclutando colleghi pronti a travestirsi da ghost e saltare su vari palcoscenici per portare i drammi dei freelance all’attenzione dell’opinione pubblica e del sindacato dei giornalisti.
Marilisa era un’intellettuale troppo colta e raffinata, altruista e generosa, per sfondare tra gente più avvezza a difendere le proprie poltrone che a occuparsi dei colleghi più disgraziati e ai margini del mondo del giornalismo.
Se n’è andata improvvisamente, in meno di un’ora, lasciando un vuoto incolmabile, anche tra coloro che non avendola conosciuta ne hanno apprezzato il lavoro culturale, politico e sindacale.
Vogliamo ricordarla così: semplice, schietta e amica di tutti.
Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
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