La giornalista Maria Grazia Mazzola minacciata e picchiata: presidio a Bari

L’inviata speciale del Tg1 fu aggredita e minacciata di morte da Monica Laera, mafiosa del clan Mercante-Caldarola, articolazione dello storico clan Strisciuglio. Domani l’udienza preliminare per il rinvio a giudizio

Speciale per Senza Bavaglio e per il Tacco d’Italia
Marilù Mastrogiovanni
Bari, 15 gennaio 2020

Domani a Bari, presso il Tribunale penale, alle ore 9 ci celebrerà l’udienza preliminare per il rinvio a giudizio di Monica Laera, che il 9 febbraio 2008 in via Petrelli, quartiere Libertà, aggredì con un pugno e minacciò di morte l’inviata speciale del Tg1 Maria Grazia Mazzola.

CHI E’ MONICA LAERA

Monica Laera è una boss del clan Caldarola-Mercante, articolazione dello storico clan Strisciuglio. Condannata in via definitiva per associazione mafiosa e soggetto socialmente pericoloso secondo i giudici della Cassazione, è moglie del boss barese Lorenzo Caldarola, madre di Ivan, imputato per violenza sessuale verso una bambina di 12, in carcere per estorsione e detenzione di armi.

Lorenzo Caldarola, in carcere, è condannato in via definitiva per mafia (416 bis).
Francesco, uno dei figli di Laera e Caldarola, in carcere, è condannato in via definitiva per omicidio, ed è sposato con la figlia di Giuseppe Mercante, boss dell’omonimo clan, arrestato per mafia due mesi dopo l’aggressione di Mazzola.

La giornalista Rai Maria Grazia Mazzola

La moglie di Giuseppe Mercante è quella Angela Ladisa che insieme a Monica Laera era presente sul luogo dell’aggressione in via Petrelli. Ladisa, nello stesso procedimento, è accusata di aver aggredito verbalmente, offendendone l’onore e il prestigio, i poliziotti intervenuti sul luogo dell’aggressione e chiamati dalla giornalista.

I FATTI

Maria Grazia Mazzola il 9 febbraio era in via Petrelli perché stava realizzando “Ragazzi dentro”, un’inchiesta di 50 minuti andata in onda su Rai1 sulla crescente militarizzazione del quartiere Libertà da parte dei clan che affiliano i ragazzini e sul tentativo di strapparli ai loro tentacoli da parte di don Francesco Prete. Con il cameramen, e attrezzata di telecamere nascoste, si è recata in via Petrelli, strada dove risiede la famiglia Caldarola, per raccogliere notizie sul rinvio a giudizio del figlio di Laera, Ivan, per violenza sessuale su una bambina.

Laera, uscita per strada dove si trovava Mazzola con il cameraman, ha inveito contro la giornalista, aggredendola con un pugno, minacciandola di morte con la frase: “Ehi non venire più qua che ti uccido”. Mazzola ha riportato danni permanenti e certificati all’orecchio sinistro.

LE ACCUSE

La pm Lidia Giorgio della Direzione distrettuale antimafia di Bari ha contestato a Monica Laera vari reati: minacce, lesioni aggravate, associazione mafiosa. La DDA di Bari contesta l’articolo del codice penale 416 bis, perché la minaccia di morte e l’aggressione fisica avevano l’obiettivo di controllare il territorio, cioè il quartiere Libertà, facendo pesare il suo status di mafiosa e di moglie di mafioso.

L’aggressione dunque, secondo la Procura, non è stata la conseguenza di uno “sfogo” seguito ad un alterco tra due persone, ma una modalità mafiosa messa in atto, in maniera plateale, per esercitare il controllo del territorio punendo la giornalista che aveva osato fare domande.

Laera, dopo l’accaduto, ha chiesto e ottenuto il diritto di replica e rettifica, ottenendo di essere intervistata dal servizio pubblico. Una pratica che offende il bene comune dell’informazione: siamo di fronte al servizio pubblico usato come megafono della mafia.

LE ARCHIVIAZIONI DELLE QUERELE

Monica Laera, dopo l’aggressione a Mazzola, ha querelato tre volte la giornalista per alcune interviste rilasciate a quotidiani nazionali, tra cui il Corriere della sera.
Due delle querele sono state archiviate.
In una delle ordinanze di archiviazione il gip precisa che la condotta di Mazzola è stata rispettosa del cosiddetto “decalogo del buon giornalista”, che le domande non furono insistenti e anzi, “appena accennate”, e che vi fosse un oggettivo interesse pubblico sia sulle vicende giudiziarie del figlio di Laera, su cui vertevano le domande, sia sull’aggressione che ne è seguita.
Inoltre, scrive il gip, i rilievi della Mazzola sul conto della Laera erano pertinenti e veri in relazione sia all’aggressione sia al curriculum criminale della donna. Il giudice ha infine sancito e ribadito la correttezza dell’esercizio del diritto di cronaca esercitato da Mazzola, sottolineando che “è di agevole comprensione l’interesse pubblico alla conoscenza della notizia, atteso che le domande poste dalla giornalista (in realta’ appena accennate, attesa la reazione della Laera) vertevano su di un episodio di cronaca giudiziaria (che vedeva coinvolto il figlio della Laera) e dovevano innestarsi nell’ambito di un programma televisivo sulla devianza minorile”.

LA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE E LA SOLIDARIETA’

Maria Grazia Mazzola è difesa dall’avvocata di fiducia Caterina Malavenda, per l’Ufficio legale Rai.

Davanti al Tribunale si terrà a sostegno della giornalista un sit-in della società civile con Libera in testa, guidata dalla Vice-Presidente Nazionale avvocata Enza Rando, Ordine Nazionale Giornalisti, l’Unione Donne in Italia, i Centri antiviolenza Renata Fonte e Giraffa, i Salesiani di Bari, le associazioni antimafia, le parrocchie, la CGIL nazionale e Cgil Puglia, il CNCA nazionale, di cui fanno parte 250 associazioni, l’Antiracket Imprese nazionale, le Sardine Puglia, le Chiese Evangeliche, ASR, Marilù Mastrogiovanni direttora del Tacco d’Italia.

Monica Laera

E’ previsto un lungo elenco di Costituzioni di parte Civile: LIBERA, Rai, Ordine Nazionale dei Giornalisti, la città di Bari col sindaco Antonio De Caro, l’Unione Donne in Italia, i Centri antiviolenza Giraffa e Renata Fonte, Associazione Stampa Romana, Fnsi, e altri.

Il presidio sarà seguito da Radio Radicale

L’APPELLO DI MARIA GRAZIA MAZZOLA

L’appello di Maria Grazia Mazzola alla città di Bari: “Ribellatevi al sonno della cultura mafiosa!”

Dopo l‘aggressione Mazzola ha scritto un lunga e commovente lettera ai cittadini di Bari, ricordando la sua esperienza trentennale al servizio di quelli che definisce i suoi editori, i cittadini.

L’appello è stato letto in un incontro pubblico presso la parrocchia del Redentore, dove don Francesco Preite è impegnato da anni a strappare i più giovani dalla stretta dei clan.

Scrive Maria Grazia: “Carissimi amici di Bari, del quartiere Libertà,carissimo don Francesco Preite, cari ragazzi che vivete con difficoltà la realtà, io sono con voi, con tutti quelli che ogni giorno scelgono la legalità e si oppongono al sonno della cultura mafiosa.
Non vi uniformate all’accettazione della violenza, dell’arroganza e della prevaricazione. Denunciate. Costruiamo luoghi di aggregazione giovanile sani, antimafia e antiviolenza di ogni tipo. Luoghi di creatività, capannelli di giustizia.
Ragazzi, separatevi dai malavitosi. Il denaro facile porta al carcere o alla morte”.

A Maria Grazia tutta la solidarietà della redazione del Tacco d’Italia.

Marilù Mastrogiovanni

PER SAPERNE DI PIU’

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IN FEBBRAIO SI VOTA PER L’INPGI

Dalle ore 8:00 di lunedì 10 febbraio 2020 alle ore 22:00 di mercoledì 12 febbraio 2020 (online) e dalle 10:00 alle 20:00 delle giornate di sabato 15 e domenica 16 febbraio 2020 si vota per rinnovare gli organi direttivi dell’INPGI.

Senza Bavaglio aderisce alla coalizione SOS INPGI e vi invita a votare i seguenti candidati che si oppongono all’attuale gestione dell’Istituto di previdenza dei giornalisti.

SOS INPGI – I NOSTRI CANDIDATI

INPGI 2
Consiglio Amministratore

FERRARI Tamara
NOVELLI Daniela
TANCREDI Valeria

Collegio Sindacale
GALLIZZI Stefano
PASTERIS Vittorio

INPGI 1
Pensionati
ALBERIZZI Massimo Arturo
BARTOLONI Romano
GALLIZZI Giuseppe Antonio
MAURO Silvia
SBARDELLA Marina
SINIGAGLIA Donato
VILLOTTA Pietro

INPGI 1  ATTIVI

Lombardia
BERTANI Davide
BONI Valerio
BORZI Nicola
FUMAGALLI Maria Ancilla
LIBELLI Marco
MONTANARI Andrea
PATARGA Alan Patrizio
STIGLIANO Daniela Aurelia

Lazio
ALTIERI Francesca
FANTAUZZI Cristiano
MANTOVANI Alessandro
MAURIZIO Pierangelo
POLIDORI Elena
RONDINELLI Giancarla
TROMBIN Paolo

Campania
PIROZZI Alfonso

Sicilia
ALEPPO Orazio Maria
CICERO Alberto

Toscana
MANZOTTI Michele
ZAMBELLI Lucia

Veneto
DE ROSSI Roberta

COLLEGIO DEI SINDACI
(Votano attivi e pensionati su scala nazionale )

ABRUZZO Francesco (detto Franco)
ESPOSITO Marco
ROESLER FRANZ Pierluigi (detto FRANZ Pierluigi)
RONSISVALLE Luigi

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