Appello della FNSI per salvare l’INPGI Salvando i corresponsabili del dissesto

Speciale per Senza Bavaglio
Massimo A. Alberizzi
Milano, 17 dicembre 2019

La FNSI ha organizzato per domani un sit-in piazza del Pantheon a Roma per denunciare quello che – secondo il sindacato – è un tentativo di colpire l’Istituto di previdenza e l’autonomia dei giornalisti. “Dal governo – rileva la FNSI – continuano ad arrivare risposte insoddisfacenti sulla messa in sicurezza dell’Istituto. Nella manovra di bilancio, l’esecutivo ha trovato le risorse per consentire alle aziende di innescare una nuova ondata di uscite anticipate di giornalisti dal mondo del lavoro, ma non ha dato risposte né sulla messa in sicurezza dell’Inpgi, il cui disavanzo è dovuto unicamente ad un decennio di pensionamenti anticipati ripetuti, né per adottare norme, che peraltro non avrebbero alcun impatto sui conti pubblici, per contrastare il lavoro irregolare e il precariato nel settore dell’informazione”.

E’ già da tempo che i vertici sindacali e quelli dell’INPGI si sono spostati sulle posizioni di Senza Bavglio, senza tuttavia ammetterlo. In visita a Milano la presidente dell’INPGI, Marina Macelloni, ha riconosciuto che il problema del nostro istituto di previdenza è rappresentato dai prepensionamenti scellerati mentre nello stesso incotro Raffaele Lorusso ha chiesto di eliminare i cococo dal lavoro giornalistico: provvedimenti per i quali lottiamo da anni.

Courtesy Foto LaPresse/Giordan Ambrico Edicole con locandine dei giornali al contrario

Famosa una litigata parecchio tempo fa tra Simona Fossati, di Senza Bavaglio, e Marina Cosi, di Nuova Informazione, che fa capo a Controcorrente, con quest’ultima scatenata nel volere introdurre i cococo nel contratto giornalistico: avrebbero fatto emergere il lavoro nero, sosteneva.  Simona ribatteva che, invece, l’avrebbero legalizzato. Cosa che puntualmente poi è avvenuta.

L’appello della FNSI a protestare davanti al Pantheon è piuttosto sconcertante. Il tracollo dell’INPGI, infatti, non è dovuto solo al governo che sta prendendo decisioni non condivise. Una forte responsabilità è dovuta anche alla gestione degli ultimi dieci anni e al sindacato.

Le scelte recenti, infatti, hanno ucciso l’INPGI e la professione. Vi ricordate quando un segretario generale della FNSI parlava di “Patto Generazionale” e assicurava che i prepensionati sarebbero stati sostituiti con giovani che avrebbero preso il posto di chi lasciava le redazioni?

Molti ci hanno creduto, Senza Bavaglio no. I nostri appelli disperati che parlavano di distruzione del nostro istituto di previdenza erano cestinati e i colleghi che ora sono schierati con ControCorrente (nuovo nome di Autonomia e Solidarietà) hanno dato credito alle rosee previsioni di un presidente dell’INPGI che parlava di sostenibilità per tanti anni a venire.

Il percorso dell’INPGI è costellato di errori clamorosi compiuti da una dirigenza che non ha saputo guardare avanti, non ha voluto capire che occorreva cambiare strada, nonostante le nostre denunce. Qualche mese fa, assieme a colleghi di altri gruppi sindacali, abbiamo inviato una garbata lettera aperta alla presidente Marina Macelloni, chiedendo completa trasparenza sui conti, chiedendo di mettere a disposizione tutta la documentazione –  finora tenuta segreta – in suo possesso.

Naturalmente non siamo neppure stati degnati di una risposta. La lettera la ripubblichiamo qui sotto.

In questi anni la FNSI ha affrontato i problemi dei giornalisti turchi e di quelli egiziani, i misteri che circondano l’assassinio di Daphne Caruana Galizia, le minacce ai colleghi in trincea: battaglie giustissime, per carità, ma per combatterle ha abbandonato a se stessi i colleghi della Mondadori, quelli della Rizzoli, spediti alla corte della signora Daniela Santanché, della Hearst, con metà della redazione decentrata in Svizzera, e tutti quelli cacciati dalle redazioni non solo grandi ma anche piccole e piccolissime. Decine di giornalisti rottamati con l’unico risultato di aver salvato i conti degli editori e avere distrutto il nostro istituto di previdenza.

Il sindacato ha sfiorato di striscio argomenti centrali come la  qualità dell’informazione, le interviste in ginocchio, l’asservimento dei giornali ai poteri, politici ed economici. I mezzi di informazione hanno abdicato al loro ruolo e sono diventati strumenti di lotta politica. Nel silenzio assoluto di un sindacato connivente.

I due ultimi contratti (del 2009 e del 2014) sono stati devastanti ma nessuno della dirigenza del sindacato ha osato prenderne le distanze. Nessuno ha voluto chiedere: “Ma questo patto generazionale quando arriva”?

Ora la dirigenza dell’INPGI si accorge di quello che ripetiamo da anni: i prepensionamenti hanno distrutto l’INPGI. Si accusa il governo, colpevole di non aver capito la situazione drammatica in cui versa l’Istituto di previdenza, ma non c’è il minimo accenno alle responsabilità, gravi, di un sindacato che ha avallato senza fiatare stati di crisi di aziende ricche. Fu un segretario della FNSI a chiedere addirittura di aumentare i fondi destinati ai prepensionamenti. Un gesto quantomeno avventato. Un minimo di autocritica per avere innescato questo disastro è oppurtuna e necessaria.

Il sindacato si è appiattito sulle posizioni degli editori che, dopo aver guadagnato per anni milioni di euro, piangevano miseria. La dirigenza sindacale nel 2009 ha avallato una norma che ci ha rovinato. Quella varata dall’allora ministro del Lavoro Maurizio Sacconi (ma scritta da FIEG e FNSI) secondo cui bastava una previsione di peggioramenti dei conti per poter accedere agli stati di crisi. Qualunque studente in Economia sa che una regola di questo tipo è irrituale, stolta e idiota.

Chi lavora alla RAI non conosce gli stati di crisi. Alla Rai nessuno è mai stato licenziato, nessuno ha mai avuto lo stipendio decurtato. In alcuni gruppi il taglio è arrivato al 40 per cento. Alla RAI nessuno sa cosa vuol dire avere uno stipendio di 2 mila euro che improvvisamente viene abbassato a 1.200. In RAI  i giornalsti hanno un contratto blindato che garantisce persino l’istituto dell’ex fissa, quello scippato a tutti gli altri “normali”. I colleghi della RAI sono un gruppo privilegiato con un potere enorme all’interno della FNSI.

Già il titolo della manifestazione indetta al Pantheon, “Salviamo l’INPGI per salvare la professione”, è un inganno. L’INPGI c’è; ancora esiste; ma la professione sta affondando. E non si salva salvando l’INPGI. E’ esattamente il contrario: salvando la professione si salva l’INPGI. Occorre costringere gli editori a sfornare prodotti di qualità, prodotti confezionati da giornalisti assunti nelle redazioni (già perchè l’assunzione garantisce l’indipendeza), obbligandoli a scartare il copia-incolla, a sradicare l’abitudine alla fake news (che non sono una caratteristica del web, come si vuol fare credere, ma affligge seriamente anche i giornali di carta), denunciando e sanzionando quiotidianamente la commistione con la pubblicità, diventata ossessiva. Solo così si salva la professione e quindi l’INPGI.

Oggi invece è come se noi avessimo un bar e stessimo servendo ai nostri avventori merendine avariate. Se poi nessuno le compra non possiamo dare la colpa al destino malvagio, crudele e avverso.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi
@sbavaglio

 

Ecco la lettera inviata qualche mese fa alla presidente dell’INPGI Marina Macelloni, firmata da oltre cento dirigenti sindacali. Nessuno ha risposto. Perchè?

Presidente Marina Macelloni
e p.c. al Consiglio di amministrazione
al Collegio dei Sindaci
ai Ministeri vigilanti
al sottosegretario all’Editoria on. Crimi
al Segretario Generale FNSI Raffaele Lorusso

Ogg.: richiesta dati e convocazione Consiglio generale

Cara Presidente,
preso atto della situazione in cui versa l’INPGI, in qualità di consiglieri generali dell’Istituto, di consiglieri nazionali della FNSI e di eletti nelle diverse istituzioni di categoria, ti esprimiamo la forte preoccupazione nostra e dei colleghi che guardano con viva apprensione al futuro dell’Istituto.

Siamo convinti che il momento richieda una presa di coscienza di tutti e che le difficoltà in cui versa l’Istituto non possano prescindere da una assunzione di responsabilità collettiva, in particolare adesso che il governo ha deciso di sospendere il commissariamento fino ad ottobre imponendo nel contempo l’avvio di una pesante manovra. Ti chiediamo di essere messi al più presto a conoscenza di tutti gli elementi indispensabili per avere, in un contesto di trasparenza assoluta, un quadro della situazione quanto più delineato, definito e chiaro possibile. Per questi motivi riteniamo sia quanto mai opportuna la convocazione in tempi rapidi del Consiglio generale, utile a spiegare nel dettaglio tutte le ipotesi di intervento cui il Cda pensa di ricorrere e che intenderà successivamente sottoporre all’attenzione dei ministeri vigilanti.
Il bilancio 2018 approvato ad aprile, ma non ancora pubblicato sul sito, fotografa la situazione ferma a più di sei mesi fa. Per riflettere e ragionare occorrono alcuni dati attuali (anche alla luce delle novità legislative) che al momento non sono nella disponibilità e nella conoscenza di tutti noi.
1) A quanto ammonta ad oggi la liquidità di cassa dell’Istituto e per quanto tempo esiste la certezza di potere garantire il regolare pagamento delle pensioni in essere?
2) Qual è l’attuale valore del patrimonio immobiliare? Quante sono le case ancora non vendute e quante sono quelle sfitte?
In un’ottica di possibile incremento delle entrate contributive in tempi brevi, vorremmo poi sapere:
1) Quante sono le posizioni dei cococo e delle partite Iva monocommittenti, al netto delle collaborazioni dei pensionati. Queste posizioni potrebbero infatti celare rapporti di lavoro dipendente la cui contribuzione viene sottratta all’Istituto.
2) Quali iniziative sono in corso per il riassorbimento del precariato accertato e per la regolarizzazione contrattuale dei giornalisti, a partire da quelli impiegati nella testate e nelle reti Rai.
Siamo certi che accoglierai questa nostra lettera come l’onesta espressione di un intento di collaborazione. È per questo che confidiamo in una tua tempestiva risposta scritta ai quesiti posti e, sempre con spirito collaborativo e di condivisione, vorrai procedere alla convocazione urgente del Consiglio generale.
Cordiali saluti

Firmato:

CONSIGLIERI GENERALI INPGI
Nicola Borzi – proboviro Alg
Paola D’Amico –  Cda Casagit
Cristiano Fantauzzi –  consigliere nazionale Fnsi
Fabio Morabito – consigliere generale INPGI
Elena Polidori – giunta Fnsi
Luigi Ronsisvalle –  consigliere nazionale Fnsi
Daniela Stigliano –  giunta Fnsi

CONSIGLIERI NAZIONALI FNSI
Massimo Alberizzi – consigliere Associazione Lombarda Giornalisti
Giuseppe Alberti – consigliere Associazione Lombarda Giornalisti
Fabio Cavalera – consigliere Ordine Lombardia
Federica Corsini
Vanni Fondi
Giuseppe Gallizzi – consigliere Associazione Lombarda Giornalisti
Lorenzo Gugliara  – consigliere regionale Assostampa Sicilia
Barbara Li Donni
Vanna Palumbo
Lazzaro Pappagallo – segretario Stampa Romana
Alan Patarga
Alfonso Pirozzi
Tommaso Polidoro
Attilio Raimondi – consigliere Ordine Sicilia
Gaetano Savatteri
Simona Fossati – vicepresidente Fondo pensione complementare
Alessandro Galimberti – presidente Unci – presidente Ordine MilanoINPGI
Vittorio Pasteris – sindaco supplente
Cristiana Cimmino – sindaco supplente INPGI2

SINDCATO
Stefano Romita  – vicesegretario Stampa Romana
Federica Frangi – presidente Stampa Romana
Omar Reda – vicepresidente Stampa Romana
Stefano Ferrante – segretario consulta sindacale Stampa Romana
Loredana Colace – segreteria Stampa Romana
Alessandra Rotolo – segreteria Stampa Romana
Fabrizio de Jorio – segreteria Stampa Romana
Anna Maria Caresta – segreteria Stampa Romana
Fabrizio D’Andrea – segreteria Stampa Romana
Alessia Laudati – segreteria Stampa Romana
Vincenzo Adornetto – direttivo Stampa Romana
Silvana Aversa – direttivo Stampa Romana
Alessandro Gaeta – direttivo Stampa Romana
Paolo Rubino – direttivo Stampa Romana
Paolo Trombin – direttivo Stampa Romana
Paola Zanca – direttivo Stampa Romana
Costanza Zanchini – direttivo Stampa Romana
Pierangelo Maurizio – consigliere Stampa Romana
Solen De Luca – Clan, direttivo Stampa Romana, comm. Lav. Autonomo
Gaia Giuliani  – Clan Fnsi Lazio
Stefania Giacomini – vicepresidente pensionati Stampa Romana
Marilena Bussolletti – segretaria direttivo pensionati Stampa Romana
Tiziana Stella – Cda Fondo pensione complementare
Carlotta Tedeschi  – probiviri Stampa Romana
Andrea Nebuloso – presidente Colleg. Revisori Stampa romana
Corrado Giustiniani – presidente Siai (sindacato inquilini Inpgi)
Paolo Pirovano – consigliere Alg, consigliere nazionale Ordine
Francesco Caroprese – consigliere Alg, vicepresidente Ordine Lombardia
Angelo Baiguini – giunta Associazione Lombarda Giornalisti
Assunta Currà – consigliere Associazione Lombarda Giornalisti
Nicoletta Morabito – consigliere Associazione Lombarda Giornalisti
Marinella Rossi – consigliere Associazione Lombarda Giornalisti
Eugenio Gallavotti – consigliere Associazione lombarda giornalisti
Alessandra Dal Ri – Proboviro Associazione Lombarda Giornalisti
Angela Titti Arena – Proboviro Associazione Lombarda Giornalisti
Alberto Gerosa – presidente Collegio dei Sindaci ALG
Rino Felappi – collegio dei Sindaci ALG
Marco lo Conte – Cda Fondo pensione complementare
Candida de Novellis – Componente CLAN-FNSI ( Comm Lav Aut Naz)
Alberto Cicero – presidente Assostampa Sicilia
Carmela Minardo – vicepresidente Assostampa
Giovanni Ingoglia –  vicepresidente Assostampa
Nino Amante – vicesegretario Assostampa
Giuseppe Petralia – Giunta Assostampa
Nuccio Carrara – consigliere regionale Assostampa
Maria Torrisi – consigliere regionale
Marco Carli – consigliere regionale
Tano Rizzo – consigliere regionale
Filippo Romeo – consigliere regionale – pres. provinciale Unci
Paolo Licciardello – consigliere regionale
Tiziana Tavella – consigliere regionale
Carmelo Santonocito – proboviro Assostampa
Mario D’Alessandro – direttivo Sga Abruzzo
Max Spiriticchio – direttivo Sga Abruzzo
Donato Fioriti – vicepresidente nazionale Unaga
Ugo Iezzi – consigliere nazionale Unaga
Cavuta Giacomo – consigliere nazionale Unaga

ORDINE
Ottavio Lucarelli – presidente Consiglio Ordine Campania
Alessandra Fava – consigliere nazionale Ordine
Vanna Ugolini – consigliere regionald Ordine –Umbria
Paolo Corsini – consigliere nazionale
Giorgio Gandola – consigliere nazionale Ordine
Tamara Ferrari – consigliere nazionale Ordine
Laura Verlicchi  – consiglio disciplina Ordine Nazionale
Paolo Chiarelli – consiglio disciplina Ordine Lombardia
Lucia Bocchi  – consigliere Ordine Lombardia
Rossella Verga – consigliere Ordine Lombardia
Marco Piccaluga – consigliere nazionale Ordine
Concetto Mannisi – segretario consiglio Ordine Sicilia
Riccardo Arena – consigliere Ordine Sicilia
Vincenzo Sansonetti – collegio disciplina Ordine Lombardia

CASAGIT
Carlo Gariboldi, Cda Casagit, Consiglio di gestione Fondazione Casagit, consigliere Associazione Lombarda dei giornalisti
Marisa La Penna – Cda Casagit
Michele Manzotti  – collegio sindaci Casagit
Costantino Muscau – fiduciario Casagit Lombardia
Mariatilde Zilio, Delegata Casagit e vicefiduciaria della Lombardia
Federica Micardi, Delegata Casagit
Sabina Berra, Delegata Casagit
Cristina Berretta – delegata Casagit
Luisa Espanet – delegata Casagit Lombardia

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