Inaccettabile il titolo di Libero: non è informazione ma propaganda

Alessio Algeri
Roma, 26 gennaio 2019

Un titolo omofobo che ha indignato il Belpaese e spinto il sottosegretario Crimi con delega all’editoria a intervenire, mentre il principale sponsor ritirava, senza perdere tempo, la pubblicità. Il quotidiano Libero ne ha fatto un’altra delle sue, che difficilmente sarà dimenticata o perdonata. Ecco cosa scrive in merito “la lepre marzolina” «Oggi il quotidiano italiano “Libero (si fa per dire)” è uscito con un titolo di prima pagina in perfetta coerenza con la sua consolidata tradizione di scurrilità, ora rinvigorita dall’alleanza politica con la Lega Razzista: C’È POCO DA STARE ALLEGRI CALANO FATTURATO E PIL MA AUMENTANO I GAY.

Per giustificare la sua spazzatura, Feltri è solito giustificarsi: «Ma è fattuale, noi non insultiamo nessuno, noi registriamo la realtà». Ma alle elementari insegnano che è un errore sommare mele e pere. Sarebbe stato ben più appropriato e “fattuale” questo titolo: C’È POCO DA STARE ALLEGRI CALANO FATTURATO E PIL MA AUMENTANO I GIORNALISTI SERVI.

Oppure, ancor meglio, questo: C’È POCO DA STARE ALLEGRI NOI DI LIBERO SIAMO COSI’ SCHIAPPE CHE IN 5 ANNI SIAMO RIUSCITI A FAR CROLLARE LA DIFFUSIONE DA 74.225 A 29.781 COPIE».

Immediate le reazioni, come dicevamo, di Crimi: «Provo disgusto per il titolo del giornale Libero, un giornale che riceve soldi pubblici che prima pubblica titoli razzisti, poi oggi anche omofobi. Avvierò immediatamente una procedura interna per vagliare la possibilità di bloccare l’erogazione dei fondi residui spettanti ad un giornale che offende la dignità di tutti gli italiani e ferisce la democrazia. Mi aspetto che il giornalismo che tanto vede in noi il nemico, faccia sentire la sua voce. Probabilmente chi distrugge la credibilità della stampa sono proprio alcuni giornalisti». 

Alessio Algeri
algerialessio2@gmail.com

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