Ex fissa: per caso la FIEG non vuole pagarla più?

Pierluigi Franz
Roma, 29 luglio 2017

Il Segretario della FNSI Raffaele Lorusso ha di recente dichiarato al Consiglio Nazionale dell’UNGP – Unione Nazionale Giornalisti Pensionati – che, se la FIEG non mantenesse più il patto di versare all’INPGI somme sufficienti a garantire puntualmente il previsto pagamento rateale dell’EX FISSA a circa 1500 giornalisti in lista d’attesa (alcuni dei quali già da 8 anni), la Federazione Nazionale della Stampa affiancherà in tribunale i colleghi interessati con propri legali contro la FIEG.

Ma non si verrebbe, forse, a creare una situazione paradossale, o, meglio, quasi kafkiana, visto che sinora la FNSI si é addirittura costituita in giudizio in tribunale contro quei colleghi (anche iscritti al sindacato) che avevano “osato” rivolgersi al giudice per ottenere il pagamento dell’EX FISSA perché non avevano ottenuto dall’INPGI quanto loro spettava proprio in base a precisi accordi e impegni sindacali sottoscritti dalla FIEG?

La dichiarazione di Lorusso implicitamente prelude, forse, all’abbandono da parte dell’INPGI e della FNSI di tutte le cause ancora in corso in Italia contro i giornalisti pensionati davanti alle Corti d’appello?

Sono interrogativi ai quali va, però, data in tempi brevi una risposta puntuale, precisa, esauriente e tranquillizzante perché la questione dell’EX FISSA é delicatissima e il credito vantato complessivamente dai 1500 colleghi pensionati é ingentissimo. In ballo ci sono svariate decine e decine di milioni euro!

Pierluigi Franz 

Consiglio nazionale Ungp, 5 luglio 2017:
gli interventi di Raffaele Lorusso e Nicola Marini

Qualora da parte degli editori la corresponsione delle quote della ex fissa dovesse essre interrotta, o risultasse insufficiente, la Fnsi farà la sua parte accompagnando i colleghi interessati in una vertenza giudiziaria. Ciò significa che la Fnsi metterà a disposizione i suoi legali.

Questa la dichiarazione del segretario nazionale della Fnsi Raffaele Lorusso espressa a conclusione del suo intervento al Consiglio nazionale Ungp tenutosi a Roma il 5 luglio scorso. Con questa dichiarazione il segretario Lorusso ha voluto fare chiarezza rispetto a preoccupazioni sempre presenti nella categoria dei giornalisti pensionati.

Al termine della riunione il Consiglio nazionale ha approvato all’unanimità un documento, che pubblichiamo a parte, in cui si prende atto con soddisfazione della rassicurazione di Lorusso.

Nel suo intervento il segretario della Fnsi ha segnalato come a Palazzo Chigi si stia avviando la trattativa per l’applicazione della recente legge sull’editoria. In essa sono previsti sostegni economici a favore del mondo imprenditoriale dell’informazione. A tal proposito ha affermato che gli interventi pubblici per gli editori dovranno essere autorizzati tenendo conto del rispetto delle regole. Tra esse vi è il pagamento dei contributi, compresi quelli per la Casagit e per il Fondo di previdenza integrativa.

La legge, ha aggiunto, è lacunosa sul tema dell’occupazione, ma a questo può porre rimedio l’attuale fase di rinnovo del contratto di lavoro. Sarà firmato solo se ci saranno garanzie per il lavoro così da sostenere gli occupati, ma anche le pensioni.

Particolarmente gradita, dopo troppi anni di indifferenza verso i giornalisti pensionati, è stata la presenza al Consiglio nazionale del nuovo presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Nicola Marini.

Gradita anche la circostanza che il suo non sia stato un saluto rituale, ma sia entrato nel dettaglio di alcuni problemi a cui l’Ordine deve far fronte a seguito della recente pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto legislativo in attuazione della cosiddetta riforma dell’Ordine. “Quella non è una riforma”, ha precisato Marini, “però bisogna fare fonte alla sua applicazione soprattutto per garantire lo svolgimento delle elezioni del Consiglio nazionale nel prossimo mese di ottobre”.

Tra le criticità segnalate dal presidente Marini vi è la contraddizione che emerge dal fatto che alle prossime elezioni per il Consiglio nazionale i giornalisti pensionati potranno tutti votare, ma potranno essere eletti solo coloro che risultano titolari di una posizione attiva all’Inpgi. Nel caso in questione dovranno essere titolari di una posizione all’Inpgi2. Non basta quindi essere pensionati, ma, fermi restando i diritti di ciascuno, bisogna continuare a lavorare. Il rischio è che si contraddicano taluni orientamenti sindacali.

E’ palese quindi l’incongruenza tra essere pienamente titolari di diritto elettorale attivo, ma di avere limitazioni nella titolarità del diritto elettorale passivo.

Il problema nasce dal fatto che la nuova norma prevede che “i candidati al Consiglio nazionale devono essere titolari di una posizione previdenziale attiva presso l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani”. L’Inpgi considera “posizione previdenziale attiva” solo quella dei giornalisti dipendenti, oppure iscritti all’Inpgi2.

Con il nuovo decreto legislativo, ha aggiunto Marini, sono prevedibili difficoltà anche nell’attribuzione di un posto nel nuovo Consiglio nazionale del pubblicista eletto nel collegio unico per le minoranze linguistiche.

Il presidente dell’Ordine ha concluso ricordando che sono in corso colloqui in sede di Ministero della Giustizia per definire le nuove procedure per le elezioni del nuovo Consiglio nazionale. Nessuna modifica legislativa è stata invece introdotta per le elezioni dei Consigli regionali degli Ordini, anch’esse fissate in ottobre.

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