Legge sull’editoria: audizione in Senato di Senza Bavaglio e della Società Pannunzio

Senza Bavaglio
Roma, 31 maggio 2016

In vista del passaggio al Senato del disegno di legge sull’editoria, nei giorni scorsi Senza Bavaglio e la Società Pannunzio per la Libertà di informazione sono stati ricevuti dall’Ufficio di Presidenza della Commissione Affari Costituzionali del Senato per un’audizione. Senza Bavaglio era rappresentato da Simona Fossati e la Società Pannunzio da Enzo Marzo. Invitato alla riunione anche Fabio Gibellino, dell’USGF (Unione Sindacale Giornalisti Freelance).

una-legge-per-chi-legge-riforma-editoria

Con i senatori presenti la rappresentanza di Senza Bavaglio ha trattato in particolare quattro argomenti: finanziamenti pubblici all’editoria, disciplina degli stati di crisi e conseguenti prepensionamenti dei giornalisti, riforma dell’Ordine dei giornalisti, equo compenso.

Per il primo tema, il nostro principale obiettivo è quello di collegare la concessione dei contributi pubblici al rispetto – non solo formale ma anche sostanziale – delle regole da parte degli editori. Per questo motivo chiediamo, fra l’altro, di comprendere nella richiesta la documentazione dei pagamenti regolarmente effettuati ai freelance, nel rispetto della normativa, come condizione necessaria per ottenere i finanziamenti, oltre al regolare adempimento degli obblighi contrattuali già previsto dal disegno di legge: in redazione devono lavorare soltanto giornalisti regolarmente contrattualizzati.

L’editore richiedente il finanziamento deve inoltre dimostrare di non aver cause di lavoro, di mancati e/o ritardati pagamenti o mobbing in corso e di condanne recenti per comportamenti antisindacali.

Enzo Marzo, portavoce della Società Pannuncio per i diritti dei lettori. Marzo era capo della redazione politica del Corriere della Sera a Roma
Enzo Marzo, portavoce della Società Pannuncio per i diritti dei lettori. Marzo era capo della redazione politica del Corriere della Sera a Roma

Queste richieste sono già parte integrante del programma di Senza Bavaglio da più di dieci anni. Erano state proposte in vari congressi della FNSI con il titolo “Bollino Blu”, una sorta di certificato di buona condotta da parte dell’editore, propedeutico all’accesso ai finanziamenti. Il sindacato non ha mai voluto fare proprie queste proposte di Senza Bavaglio, mostrando così una certa contiguità con gli editori. Un emendamento di questo genere era stato proposto in aula alla Camera al momento della discussione della legge sull’editoria, ma era stato bocciato da tutte le forze politiche che si riconoscono nel governo Renzi.

Per il secondo tema, il nostro obiettivo è impedire che ristrutturazioni aziendali vengano mascherate – come spesso è avvenuto – da stati di crisi di comodo allo scopo di sfruttare gli ammortizzatori sociali per snellire gli organici: da qui la nostra richiesta di ridefinire più rigorosamente le regole in materia. Condividiamo inoltre il principio che il giornalista prepensionato non possa mantenere rapporti lavorativi con la testata di provenienza. Diverso il caso di chi ha maturato regolarmente la pensione. Può continuare un rapporto di collaborazione nel rispetto delle regole vigenti.

Simona Fossati
Simona Fossati, uno dei fondatori di Senza Bavaglio e portavoce dell’USGF

Collaborazione, in questo caso, però non significa partecipare al lavoro di redazione. In altri termini il giornalista andato in pensione può continuare a scrivere articoli o realizzare servizi radiotelevisivi, ma non a editare testi, elaborare titoli, impaginare articoli di altri sul giornale, montare servizi audio o video e così via.

Terzo tema, Ordine dei giornalisti, al quale il disegno di legge mantiene l’obbligo di appartenenza per esercitare la professione. Abbiamo presentato una proposta di profonda revisione dell’Ordine e avanzato alcune ipotesi di fondamentali riforme. Due in particolare:

– quella disciplinare, che non deve essere affidata esclusivamente ai giornalisti;

– e quella della composizione della dirigenza dell’organismo.

Infine, l’articolo 4 del Disegno di Legge prevede la “Proroga dei termini dell’equo compenso”. L’equo compenso deve essere inserito direttamente nel disegno di legge, perché è solo attraverso una mirata azione di protezione della professionalità che si mantiene viva l’indipendenza del giornalista e, conseguentemente, del giornalismo.

Partendo dalla realtà che il lavoro della Commissione Equo Compenso è già stato bocciato sia dal Tar sia dal Consiglio di Stato, occorre considerare che nel futuro prossimo dell’editoria italiana, le redazioni saranno composte da giornalisti che avranno il solo compito “macchina” del giornale, mentre i giornalisti che avranno il compito di scrivere i pezzi, realizzare inchieste, produrre servizi radiofonici e televisivi saranno i freelance.

Fabio Gibellino che per Senza Bavaglio ha studiato a fondo la legge sull'editoria
Fabio Gibellino che per Senza Bavaglio ha studiato a fondo la legge sull’editoria

E’ quindi vitale trasformare in legge le modalità dei compensi, che possano essere definiti equi in base all’articolo 36 della Costituzione. Perché per garantire un’informazione corretta a tutela dei cittadini, i giornalisti devono essere retribuiti in modo professionale. Infine è facile capire che se un giornalista non è pagato equamente è costretto a violare l’etica e la deontologia professionale.

Alcuni senatori hanno chiesto a Senza Bavaglio e alla Società Pannunzio di avanzare concrete proposte di emendamento, cosa che stiamo provvedendo a fare.

Durante l’audizione, che sarebbe protrarsi solo 10 minuti ma è durata molto di più, è stato affrontato anche un argomento cardine, quello dei diritti dei lettori. La Società Pannunzio ha presentato sue proposte sui Diritti dei lettori e su una radicale modifica della composizione dell’Ordine dei giornalisti. Una dettagliata relazione sul progetto della Società Pannunzio si può leggere su www.criticaliberale.it/news/235468 .

I senatori hanno fatto domande e voluto conoscere a fondo le nostre posizioni.

Senza Bavagliowww.senzabavaglio.info
Società Pannunzio per la Libertà di Informazionewww.societapannunzio.eu
USGFwww.usgf.it

Condividi questo articolo