All’assemblea RCS domande sulle marchette al Corriere della Sera, c’è anche Toti

L’ex inviato ed ex corrispondente da Bruxelles del Corriere, Ivo Caizzi, ha posto diverse questioni. Nella numero 9 viene citato Senza Bavaglio. Le 15 risposte (che pubblichiamo) danno un’idea del cambiamento nella concezione dell’informazione giornalistica

Senza Bavaglio
Milano, 8 maggio 2024

Alcuni giornali sono stati battezzati “the Guardian” o “the Sentinel” proprio per ricordare che compito fondamentale dell’informazione è il controllo sui poteri nell’interesse dei cittadini. Spesso si sente dire  che i giornalisti dovrebbero comportarsi come “cani da guardia” con i potenti. Ma Urbano Cairo, editore di RCS e del Corriere della Sera, ha ammesso che – con la sua gestione – il quotidiano di via Solferino opera anche come fornitore a pagamento di un importante “controllato”, il Parlamento europeo, con “una serie di contributi editoriali di servizio a supporto delle elezioni europee di giugno”.

In aggiunta alla serie di articoli “Questa è l’Europa” in corso di pubblicazione sul Corriere, i “contributi” compensati con fondi Ue includono  “videoschede di avvicinamento alle elezioni, speciali con i risultati in real time, sondaggi con i lettori per identificare i temi più sentiti dagli elettori, concorsi nelle scuole con percorso didattico sull’Unione europea, podcast, webinar e altro”.

L’ammissione dell’ampia collaborazione a pagamento con la Camera Ue è arrivata in risposta alle domande dell’ex inviato e corrispondente da Bruxelles del Corriere, Ivo Caizzi, che da oltre venti anni partecipa alle assemblee degli azionisti RCS, inizialmente in rappresentanza della redazione del quotidiano di Via Solferino e poi a titolo personale. Anche altre delle 15 risposte (riportate tutte di seguito) danno un’idea del cambiamento nella concezione dell’informazione giornalistica durante la gestione di Cairo.

Senza Bavaglio da anni solleva dubbi di commistione tra l’informazione e “pubblicità & marketing” nelle pagine del Corriere. E l’editore, emerso come assistente personale dell’allora big delle tv private Silvio Berlusconi e poi cresciuto nel settore pubblicità, non ha smentito specificamente nemmeno una imbarazzante affermazione del governatore della Liguria, l’ex berlusconiano Giovanni Toti.

Questi (inquisito e arrestato in questi giorni), rispondendo a una interrogazione del consigliere regionale Ferruccio Sansa, ha sostenuto che la sua Regione  aveva pagato al Corriere anche una doppia pagina Eventi a cura della redazione Eventi culturali, una delle aree del quotidiano di via Solferino (con Tempi liberi, Buone notizie, Economia, ecc.) generatrici di perplessità negli ambienti giornalistici.

Cairo, richiesto di replicare a Toti, ha svicolato su Eventi spiegando in termini generici la vendita all’Agenzia regionale per la promozione turistica “inLiguria” di un “pacchetto di attività di comunicazione” che “rientra nelle normali proposte commerciali della concessionaria CairoRCS Media”.

Il Corriere ha perfino pubblicato una pagina di pubblicità della Tod’s dell’azionista RCS Diego della Valle sul sostegno finanziario fornito al restauro della sede del Comune di Milano, nello stesso giorno di due articoli sulla stessa sponsorizzazione, uno nelle pagine nazionali e uno nella Cronaca milanese. Ma Cairo ha negato una “correlazione tra la copertura redazionale e la pagina di pubblicita’”.

Tutto questo non allontana tanti lettori storici? Nelle risposte del numero uno di RCS le perdite di copie del Corriere (di carta e in copia di replica) vengono apparentemente sottovalutate. E sembra invece sopravvalutato l’aumento della “customer base”, composta in gran parte da abbonati digitali che pagano in genere somme minime rispetto alla cinquantina di euro mensili degli acquirenti in edicola e della decina di euro mensili per l’edizione digitale.

Cairo ha però negato che stia introducendo in Via Solferino logiche “low cost” e da “free press” con abbassamento della qualità dell’informazione rispetto ai tempi d’oro del Corriere. La copertina del supplemento 7 con la sciatrice Goggia con due piedi sinistri non lo ritiene un ennesimo segnale allarmante, ma “un evidente errore umano del quale ci siamo scusati prontamente con i lettori”.

Sulle politiche del personale, nonostante gli ingenti profitti in bilancio, gli “stipendi d’oro” per i manager e la direzione del Corriere, gli aiuti di Stato, i fondi Ue e i soldi pubblici della Liguria, non sembrano aprirsi buone prospettive per quanti collaborano a soli 10/20 euro lordi ad articolo. “Il Corriere della Sera remunera con regolarità i propri collaboratori pagando loro una retribuzione in linea, e spesso superiore, alla media del mercato”, ha risposto l’editore. In compenso Cairo dimostra di apprezzare molto la figura del “giornalista & accompagnatore” del Corriere, evidenziata nella pubblicità di costosi viaggi organizzati promossi sul quotidiano di Via Solferino. Sostiene che non violi l’obbligo di non fare pubblicità.

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Le iconografie di Senza Bavaglio sono di Valerio Boni

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Le domande del giornalista Ivo Caizzi all’editore Urbano Cairo all’assemblea della RCS:

 

 

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