Quotidiani ormai è il disastro: l’inizio del 2024 mantiene tutte le peggiori previsioni

I dati ADS di gennaio, rapportati al gennaio scorso e al mese precedente, certificano il tracollo del settore, con 100.000 lettori in meno. Il giornale più letto del Paese, il Corsera, scende a 120 copie (-11% rispetto asl 2023)

Speciale per Senza Bavaglio
Andrea Di Quarto
Milano 19 marzo 2024

Chiamiamola per nome: una débâcle, o peggio una lenta e inesorabile agonia quella dei quotidiani italiani fotografata senza filtri dai dati sulla diffusione resi noti da ADS-Accertamenti Diffusione Stampa. L’anno 2024, purtroppo, è iniziato in profondo rosso per le vendite di quotidiani in edicola, sia nel raffronto su base mensile sia, in modo ancora più allarmante, in quello su base annuale.

I dati sulla diffusione ADS indicano il protrarsi di una situazione d’emergenza per la carta stampata, che in un anno ha perso quasi 100.000 copie portandosi da 1,2 milioni a 1,1 milioni (17 mila in meno rispetto al mese precedente). Perdono tutti. O quasi.

Il Corriere della Sera, che resta il quotidiano più letto dagli italiani, vede le vendite in edicola contrarsi del 3% rispetto al mese precedente e dell’11% rispetto a gennaio 2023, mantenendosi di poco sopra le 120.000 copie, contro le 135.000 di un anno fa. La Repubblica, che un tempo rivaleggiava testa a testa col Corsera, è precipitata sotto le 68.000 copie con un calo del 4% rispetto a dicembre 2023 e del 9% rispetto a gennaio 2023 e viene sorpassata, in termini di vendite da La Gazzetta dello Sport, che perde a sua volta l’8% su base annua e il 5% su base mensile.

Ma restiamo sui quotidiani generalisti. È stato un anno assai doloroso anche per La Stampa, che ha perso il 14% e scende a 53.532 copie, mentre Il Messaggero ha registrato un’erosione del 10% portandosi a 39.616 copie. Il quotidiano romano può consolarsi con il fatto di essere uno dei pochi ad aver mantenuto invariate le vendite rispetto al mese precedente.

Non si ride neppure nei tre quotidiani che fanno capo a QN: Il Resto del Carlino e La Nazione arretrano, rispetto a un anno prima, del 10% mentre Il Giorno perde addirittura il 13%, con modeste variazioni negative su base mensile, nell’ordine in media del 2%, per tutte e tre le testate.

Stanno leggermente meglio i quotidiani sportivi, ma anche loro lasciano sul campo parecchie copie. Se La Gazzetta dello Sport, lo abbiamo visto, cede l’8% su base annua e il 5% sul mese precedente, Tuttosport perde il 9% (-2% su base mensile). “Pareggia” Il Corriere dello Sport, che presenta variazioni praticamente nulle sia a livello annuale sia rispetto al mese scorso, mantenendosi attorno alle 33.400 copie.

Dolorose le contrazioni nel comparto dei quotidiani economici: Il Sole 24 Ore perde in edicola, nel raffronto su base annua, il 13% delle copie, mentre crolla Italia Oggi che addirittura dimezza le vendite con un tonfo del 48%, passando dalle 6.731 copie di gennaio 2023 alle 3.523 copie di gennaio 2024.

I giornali più apertamente schierati dovrebbero contare su un pubblico fedele, ma i dati Ads raccontano un’altra storia: nel raffronto annuale La Verità perde il 15% (-3%) e Libero il 13% (-1%). Limita i danni Il Giornale che cede “solo” il 5%. (-1% su base mensile). Il più stabile è Il Fatto Quotidiano con vendite pressoché invariate rispetto al mese precedente, attestate sulle 20.300 copie e in calo dell’1% su base annua. Meno bene Il Manifesto, che riporta un calo del 4% su base mensile e dell’8% rispetto a un anno prima.

E la stampa Locale? Anche lei appare in sofferenza, da Nord a Sud: particolarmente colpite, rispetto a un anno prima, Il Giornale di Vicenza e Il Tirreno, che cedono il 23%, L’Arena che arretra del 20%, Il Giornale di Sicilia registra un meno 17% e Il Giornale di Brescia con un meno 15%. Calo del 6% per Il Nuovo Quotidiano di Puglia e del 7% per Corriere Umbria, La Nuova Gazzetta di Modena e La Nuova Sardegna. Tira un sospiro di sollievo, grazie alle vendite in edicola invariate, L’Unione Sarda ( 9% su base mensile), mentre può addirittura sorridere Il Tempo, con un progresso del 2%.

La situazione, di per se preoccupante, non può che definirsi drammatica se si accostano questi dati con quelli presenti nel 19° Rapporto sulla Comunicazione del Censis, da cui emerge che i quotidiani cartacei venduti in edicola nel 2007 erano letti dal 67% degli italiani mentre nel 2023 tale percentuale è scesa al 22%. Il Rapporto mette in evidenza un calo del 3,4% di lettori di quotidiani in un anno (meno 45% negli ultimi 15 anni).

Il dato più allarmante, però, è un altro. Nel frattempo, anche gli utenti dei quotidiani online sono diminuiti e rappresentano il 30,5% degli italiani, con una contrazione del 2,5% in un anno, mentre sono stabili quanti utilizzano i siti web d’informazione, che restano il 58,1% della popolazione, come già nel 2022, ma in crescita del 21,6% dal 2011.

Andrea di Quarto

 

Le iconografie degli articoli di Senza Bavaglio sono di Valerio Boni

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