“Poca spesa, molta resa”

Avvertenza: I personaggi e i fatti riportati nelle pagine del “Diario di Piero” sono immaginari ma autentica è la realtà che li produce.

Milano, 8 febbraio 2007 – L’anno è iniziato in maniera molto strana per molti colleghi, alcuni hanno perso “senza preavviso” il lavoro, altri sono stati costretti ad accettare situazioni o modifiche contrattuali ai limiti della decenza pur di mangiare.

Le cose cambiano in negativo ma sullo stato di salute del giornalismo si continuano a consumare soltanto fiumi di parole e inopportune guerre (molto acide) tra opposte fazioni di colleghi.

È quanto sostiene il mio caro amico Gino De Benedetti, 40 anni, giornalista professionista, sposato, tre figli. Serietà, professionalità e competenza, secondo lui, si sono trasformate da qualità ad ostacoli insormontabili nel lavoro.

Non si scopre l’acqua calda nel rilevare che oggi sempre più società editrici preferiscono prendere in redazione tre elementi scarsi o alle prime armi (leggi stagisti) al posto di un solo giornalista bravo. È solo una questione di “ottimizzazione dei costi”. La qualità è diventata un optional e poi i lettori italiani sono di bocca buona.

Negli Anni Novanta De Benedetti ha lavorato in un settimanale nazionale, che poi ha chiuso i battenti. Ha iniziato a svolgere e con successo come libero professionista, poi le cose sono peggiorate per un progressivo e grave decadimento generale, che ha trasformato il settore del giornalismo in una specie di mercato delle vacche, in un sorta far west dove può succedere di tutto.

Gino ha perso definitivamente la fiducia. Lo scorso dicembre un quotidiano con cui collabora dal 1995, occupandosi prevalentemento di economia e mercati internazionali, gli ha comunicato un dimezzamento istantaneo dell’importo mensile della collaborazione ma a parità di lavoro. Prendere o lasciare. E come se non bastasse i pagamenti sono diventati molto irregolari.

La società editrice è molto stabile da un punto di vista economico ma lentamente sta tagliando e ridimensionando tutte le collaborazioni esterne con i giornalisti professionisti. In compenso continua ad infornare e ad utilizzare a tempo pieno (sette giorni su sette e spesso a costo zero) decine di giovani aspiranti giornalisti.

De Benedetti ha anche avuto modo di scoprire il piano strategico dell’azienda che si traduce nel solito e geniale principio “poca spesa, molta resa”. Il prossimo passo sarà di iniziare a sfoltire “con ogni mezzo” i redattori interni, per lasciare soltanto pochi professionisti con il compito di gestire e coordinare le decine di matricole. Una sorta di vigili che si limitano a regolare il traffico delle notizie. Le cose cambiano ma non sempre nella giusta direzione.

È tutto per oggi

Danilo Lenzo

 

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