FNSI: l’appello a Mattarella è l’ultima spiaggia contro la legge bavaglio

Speciale per Senza Bavaglio
Valerio Boni
Milano, 17 gennaio 2024

Il recente passaggio alla Camera di una modifica al Codice di procedura penale, volto a limitare la pubblicazione delle ordinanze cautelari, ha scatenato un acceso dibattito in Italia, coinvolgendo direttamente la Federazione Nazionale Stampa Italiana. La legge, proposta da Enrico Costa (Azione) e approvata il 19 dicembre, vieta la divulgazione delle ordinanze cautelari, integrali o per estratto, fino al termine dell’udienza preliminare, eccezion fatta per i partiti 5S, Pd e Avs.

Questa normativa, se ratificata anche dal Senato, potrebbe gravemente comprimere l’autonomia giornalistica. Come professionisti dell’informazione, ci troveremmo di fronte a una situazione in cui la precisione, l’analisi e la verifica dei fatti verrebbero minate, riducendo la trasparenza su atti pubblici di vitale importanza come la privazione della libertà personale.

Questo è solo l’ultimo capitolo in una serie di misure che sembrano mirare a un progressivo indebolimento del ruolo del giornalismo in Italia. Dalla riforma Cartabia sulla presunzione di innocenza alla proposta di legge Balboni sulla diffamazione, dalle restrizioni sulle intercettazioni imposte dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, fino al crescente precariato nel settore giornalistico, si assiste a un continuo assalto alla libertà di stampa.

Pilastro della democrazia

Il giornalismo, pilastro fondamentale della democrazia, si trova ora a dover difendere il proprio ruolo di controllo e verifica dei poteri. La Finsi respinge categoricamente l’idea che i giornalisti agiscano come “manettari” (questo il termine utilizzato nel comunicato sindacale di FNSI, Assostampa e Cdr pubblicato su giornali e siti web e letto in tv e radio martedì 16 gennaio 2024), sottolineando come il loro lavoro sia cruciale per mantenere viva la democrazia.

La norma in discussione, oltre a sovrastare le disposizioni dell’Unione Europea, sembra violare l’articolo 21 della Costituzione Italiana. È per questo che la FNSI ha rivolto un appello diretto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché non firmi una legge contenente una normativa di tale natura.

La situazione richiede una mobilitazione decisa: i giornalisti sono pronti a scioperare per difendere la dignità della loro professione e il diritto dei cittadini a una informazione equa e corretta. In un’epoca in cui l’informazione è più accessibile ma anche più manipolabile che mai, la posta in gioco non è solamente la libertà di stampa, ma la stessa essenza della nostra democrazia.

Grido d’allarme

La battaglia della FNSI non è solo per i diritti dei giornalisti, ma rappresenta un grido di allarme per la salvaguardia di un diritto fondamentale di ogni cittadino: essere informati in modo libero e trasparente. In quest’ottica, la legge in discussione non solo mette a rischio l’efficacia e la qualità del giornalismo investigativo, ma rischia di alterare l’equilibrio tra il diritto alla privacy e il diritto alla conoscenza pubblica.

In un contesto in cui la stampa si trova già a lottare con le sfide poste da un mercato in continua evoluzione e da una crisi economica che ha messo a dura prova le redazioni, questo ulteriore ostacolo rappresenta una minaccia ancora più grave per l’indipendenza e la vitalità del quarto potere.

La risposta della FNSI mostra la volontà di non arretrare di fronte a tentativi di limitazione della libertà di stampa. La richiesta a Mattarella è chiara: salvaguardare il ruolo essenziale che il giornalismo svolge in una società libera e democratica. Nel frattempo, la comunità giornalistica si prepara a fare tutto il necessario, compreso lo sciopero generale, per assicurare che la loro voce, e quella dei cittadini, non venga messa a tacere.

Bene prezioso che va protetto

La lotta per la libertà di stampa in Italia è un barometro di salute della democrazia. In un’era di informazioni L’appello della FNSI al Presidente Mattarella non è solo un richiamo alla tutela dei diritti dei giornalisti, ma riflette una più ampia necessità di salvaguardare i principi fondamentali della democrazia. La libertà di stampa è un pilastro della società moderna, essenziale per garantire trasparenza e responsabilità. È un bene prezioso che va protetto e sostenuto, non solo per i giornalisti ma per tutti i cittadini.

La risposta del Presidente Mattarella e delle istituzioni italiane a questo appello sarà un indicatore significativo del loro impegno verso i valori democratici e la libertà di espressione. In un’era in cui le notizie false e la disinformazione sono in aumento, il ruolo dei giornalisti diventa sempre più critico. È quindi imperativo che i giornalisti abbiano la libertà e la sicurezza di svolgere il loro lavoro senza paura di ritorsioni o censure.

Chiamata alle armi

Questo appello della FNSI non è solo una chiamata alle armi per la comunità giornalistica, ma un promemoria per tutti i cittadini sull’importanza di difendere i diritti e le libertà fondamentali in una società libera e democratica. Solo attraverso un impegno condiviso per il rispetto e la protezione della libertà di stampa, l’Italia può continuare a prosperare come una nazione che valorizza la verità, la giustizia e l’informazione aperta. Nel cuore di questo impegno, c’è la necessità di un dialogo costruttivo e di azioni concrete che possano concretizzare le parole in realtà tangibili, per il bene di tutti i cittadini e per la salute della democrazia stessa.

Valerio Boni
valeboni2302@gmail.com
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Le iconografie di Senza Bavaglio sono di Valerio Boni

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