Ugo Degl’Innocenti per Il Punto Senza Bavaglio/Giornalisti pubblici: la Fnsi suona la ritirata

Nuova segretaria è Costante, vice di Lorusso nella sciagurata stagione che ha portato alla cancellazione del contratto Fieg-Fnsi nella pubblica amministrazione. Non passa la mozione congressuale per il rilancio di un contratto ad hoc negli uffici stamp

“Di quel Lo Russo e di Costante il raglio
non impedì lo sciagurato taglio
del pubblico contratto: fu uno sbaglio
che sempre denunciò Senza Bavaglio”

Speciale per Senza Bavaglio
Ugo Degl’Innocenti*
Roma, 22 febraio 2023

Alessandra Costante segretaria, Vittorio Di Trapani presidente. Questi gli esiti da tempo annunciati del ventinovesimo congresso della Federazione nazionale della stampa italiana che si è svolto a Riccione la scorsa settimana e al quale ho partecipato in qualità di delegato di Senza Bavaglio, eletto nella lista di Informazione@Futuro a Roma.

Peggio di così non poteva andare, perlomeno per la tutela sindacale dei giornalisti nella pubblica amministrazione. Infatti, era Costante la vicesegretaria con delega agli uffici stampa durante i rinnovi dei contratti pubblici del 2018, a cui è seguita a stretto giro la cancellazione del contratto giornalistico Fieg-Fnsi, laddove fino ad allora era stato applicato.

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Nel suo intervento di fine mandato, il segretario uscente per la seconda volta, Raffaele Lorusso, ha ricostruito le vicende del “cosiddetto giornalista pubblico”, ricordando le trattative con l’Aran, nonché l’accordo del 7 aprile 2022 che “ha permesso di giungere ad intese che hanno salvaguardato diritti e retribuzioni”, riferendosi all’ormai famoso “assegno ad personam” destinato ai colleghi di quelle regioni, come la Toscana giusto per citarne una, che si sono visti scippare il contratto Fieg-Fnsi e applicare il contratto delle Funzioni locali.

In merito alla legge 150/2000, seguendo la moda di coloro che ne invocano sempre il “superamento” o auspicano la riforma di qualcosa, Lorusso ha dichiarato che “è stata sostanzialmente superata dall’evoluzione della normativa del pubblico impiego” e che “sarà necessario avviare una fase di confronto per una legge organica che riconosca pieno diritto di cittadinanza alla professione giornalistica in tutte le declinazioni e in tutti gli ambiti della pubblica amministrazione”.

Niente male per un segretario generale, uscente dopo otto anni di mandato, che solo dopo il furor di popolo di coloro che si erano visti togliere il contratto Fieg-Fnsi nella pubblica amministrazione è corso ai ripari, assieme alla sua vice, Costante, anche ricorrendo al Tribunale di Roma per la violazione di quella legge 150/2000, secondo lui “sostanzialmente superata”.

Al congresso, i beneficiari degli interventi, ancorché tardivi, della Fnsi, per salvare le retribuzioni, naturalmente sono saliti sul palco in soccorso della dirigenza uscente (ed entrante) della Fnsi, messa in discussione da un paio di interventi del sottoscritto, ma, soprattutto, del collega Davide Bertani, in servizio nell’agenzia della Giunta della Regione Lombardia, “Lombardia Notizie”, il quale nel 2018 s’è visto togliere il contratto giornalistico e dimezzare lo stipendio.

Io ho semplicemente ricordato alla platea del congresso che sono un “giornalista pubblico”, perché tale qualifica professionale non è stata decisa dal mio sindacato, ma mi è stata attribuita da Cgil, Cisl e Uil, dopo il rinnovo del contratto delle Funzioni locali del 2018. Lorusso e Costante non furono coinvolti, perché la Fnsi non è tra i sindacati ammessi alla firma dei contratti pubblici, ma per legge avrebbero dovuto subito protestare, perché è la “sostanzialmente superata” legge 150/2000 a stabilire che “negli uffici stampa l’individuazione e la regolamentazione dei profili professionali sono affidate alla contrattazione collettiva nell’ambito di una speciale area di contrattazione, con l’intervento delle organizzazioni rappresentative della categoria dei giornalisti”.

Ho inoltre informato la platea, e i due probabilmente ignari segretario uscente e segretaria entrante, anche del fatto che il “giornalista pubblico” non compare più nel rinnovo del contratto delle funzioni locali del 16 novembre 2022 (ai sindacati non giornalistici tale qualifica non piace più?).

Nella sua replica, Lorusso ha negato di aver combattuto “battaglie di retroguardia” (“excusatio non petita…”) e ha attribuito la fine del Contratto Fieg-Fnsi alle sentenze della Corte costituzionale che hanno bocciato le leggi regionali che ne prevedevano l’applicazione.

Tuttavia, tali sentenze sono state pronunciate dopo il rinnovo dei contratti pubblici del 2018, avvenuto senza la Fnsi che invece doveva essere chiamata a discutere dei profili professionali dei giornalisti, così come vuole la “sostanzialmente superata” legge 150/2000.

Lorusso e Costante avrebbero dovuto chiedere immediatamente il rispetto della 150/2000, ma non l’hanno fatto. Le sentenze della Consulta che ha giudicato illegittime alcune norme regionali sono state pronunciate dopo il rinnovo dei contratti pubblici: nel 2019 (per Lazio e Friuli Venezia Giulia) e nel 2020 (Basilicata).

Ci sono stati alcuni interventi, da parte dei colleghi, sinceramente riconoscenti, di quelle regioni in cui la Fnsi ha effettivamente salvato il contenuto economico delle retribuzioni, dopo una lunga e travagliata trattativa conclusasi con l’accordo del 7 aprile 2022, sottoscritto da Fnsi, Aran e i sindacati firmatari dei contratti dei quattro comparti della pubblica amministrazione.

Nel corso dei lavori del congresso, la maggioranza che sostiene la dirigenza di ieri e di oggi ha tentato di imbastire una narrazione abbastanza singolare. “Dopo anni di stallo, con la contrattazione 2016-2018 i giornalisti, grazie all’impegno del gruppo dirigente, hanno ottenuto cittadinanza nei contratti del pubblico impiego”: questa frase sarebbe stata credibile, se fosse stata pronunciata dal segretario generale della Cgil Landini durante il suo intervento. Invece, è scritta in un noioso documento a sostegno della segreteria Costante la cui lettura in congresso ha tenuto impegnata la collega Monica Andolfatto per 29 minuti.

L’ordine del giorno, sottoscritto dalla maggior parte dei delegati di Lazio e Lombardia, volto a rilanciare la Fnsi nella contrattazione con Aran e a perseguire l’obiettivo di un nuovo contratto ad hoc per i giornalisti nella pubblica amministrazione non è stato approvato. Il documento intendeva impegnare la dirigenza a perseguire l’obiettivo di un contratto che tenga conto dei ben collaudati istituti del contratto Fieg- Fnsi, frutto di oltre un secolo di contrattazione con gli editori.

Niente da fare: una volta salvato il salvabile, la Fnsi nella pubblica amministrazione ha issato la bandiera bianca.

Ugo Degl’Innocenti*
twitter @sbavaglio
reportersenzabavaglio@gmail.com
* Vicepresidente della Consulta degli uffici stampa Asr, uno dei fondatori di Senza Bavaglio

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