Senza Bavaglio
Padova, 11 ottobre 2022
Diritto di cronaca sul banco degli imputati. Davanti al tribunale di Padova è iniziato oggi il processo nei confronti di Cristina Genesin, giornalista del quotidiano Il Mattino di Padova accusata di rivelazione del segreto d’ufficio in concorso con un collega e un ufficiale dell’Arma dei Carabinieri.
Due articoli con foto
Il 3 e 4 febbraio 2017 aveva firmato due articoli dal titolo ”Gli incontri proibiti di Salvuccio Riina a Padova” e ancora “Sbagliato concedere permessi a Riina junior” corredati da foto che ritraevano il figlio del boss di Cosa Nostra in un bar di Padova, città dove era sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale.
Misura che per quattro anni non ha mai rispettato mentre il tribunale di Sorveglianza gli rinnovava la misura: tutti gli obblighi imposti erano sistematicamente violati.
Favoreggiamento alla mafia
Alla giornalista, perquisita in casa e in redazione il 12 giugno 2018, era stato originariamente contestato da parte della Dda (Direzione distrettuale antimafia di Venezia) il reato di rivelazione con l’aggravante del favoreggiamento alla mafia poi caduta. Da qui la trasmissione degli atti alla procura di Padova dove il pm Silvia Golin ha chiesto il rinvio a giudizio.
Oggi le difese hanno chiesto l’inutilizzabilità di una serie di documenti della pubblica accusa – tra cui le memorie del pc e dei cellulari di Genesin acquiste agli atti del processo senza il rispetto della norma sugli accertamenti tecnici irripetibili. L’udienza è stata rinviata al 6 dicembre. Genesin aveva ricevuto nel settembre 2018 il premio Pio La Torre.
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