Speciale Per Senza Bavaglio
Eugenio Gallavotti
Milano, 21 giugno 2021
Non è la prima volta che la maggioranza della FNSI, nei suoi comunicati/eventi, lamenta come “insufficienti” i provvedimenti del governo sulla crisi dell’informazione contenuti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Non sono insufficienti. Semplicemente non ci sono. Perché non sono previsti nel pacchetto di aiuti che l’Unione Europea ha deciso di stanziare come risposta alla crisi pandemica.
Sul Pnrr è fuorviante tirare Draghi per la giacca. Banalmente perché Draghi non la indossa: la Ue è sì disposta a prestare quasi 200 miliardi (vedi tabella) all’Italia, ma per riforme che non riguardano la crisi dell’editoria e del giornalismo. Anche perché su questi temi l’Europa ha già deliberato.
Perciò la domanda è: la maggioranza della Fnsi c’è o ci fa?
Le missioni concordate con Bruxelles per il Pnrr sono 6. Eccole:
1) Digitalizzazione.
L’obiettivo è promuovere la trasformazione numerica del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, investire in particolare nel settore chiave del turismo, con fornitura di banda ultra-larga e connessioni veloci in tutto il territorio.
2) Transizione ecologica.
Il Piano prevede tra l’altro riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, per raggiungere target come il 65 per cento di riciclo della plastica e il 100 per cento di recupero nel settore tessile.
3) Infrastrutture per una mobilità sostenibile.
La terza missione è legata allo sviluppo di un trasporto al passo coi tempi ed esteso a tutte le aree del Paese, alta velocità compresa.
4) Istruzione e ricerca.
L’obiettivo è rafforzare il sistema educativo e sviluppare competenze digitali e tecnico-scientifiche. Previsti anche investimenti per asili nido e scuole materne.
5) Inclusione e coesione.
Per facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione, favorendo l’inclusione sociale con lo sviluppo di centri per l’impiego e l’imprenditorialità femminile.
6) Salute.
Il Pnrr mira a rafforzare la prevenzione, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario garantendo equità nell’accesso alle cure, potenziando anche l’assistenza domiciliare.
Insomma, le “schioppettate” dell’attuale dirigenza FNSI sono a salve. Perché il Pnrr è cosa diversa, parla d’altro, non c’entra, non è un bersaglio. Semmai sono altre le proteste da inscenare per cercare di ottenere risorse necessarie: per esempio, sollecitare i decreti attuativi per avviare le remunerazioni da parte delle grandi piattaforme online a favore del mondo dell’informazione, in base alla direttiva europea sul diritto d’autore.
Questa è una battaglia seria, da fare. Ma da mo’. Da almeno due anni. Come ha capito il sindacato francese dei giornalisti.
Eugenio Gallavotti
Leave a Comment