Falsari in azione: non è vero che Senza Bavaglio sia contrario al voto online

Speciale per Senza Bavaglio
Massimo A. Alberizzi
Milano, 15 dicembre 2020

Si sta diffondendo sul nostro conto una voce assolutamente falsa, priva di qualunque fondamento e/o riscontro: che il gruppo di Senza Bavaglio sia contrario alle votazioni elettroniche. Ci tocca seccamente smentire: la nostra storia dice esattamente il contrario. Siamo stati i primi a invocare il voto online – quando non ci pensava ancora nessuno – e nel tempo abbiamo affinato la nostra richiesta: vogliamo un voto con il sistema elettronico ma che sia trasparente, democratico, che rispetti la segretezza e sia a prova di sospetto di broglio e imbroglio.

Fake news

La dimostrazione che queste accuse sono false e tendenziose, insomma vere e proprie fake news tese solo a screditarci, si può ritrovare, tra l’altro, nell’ultima proposta messa sul tavolo dalle nostre due rappresentanti in Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Tamara Ferrari, che partecipa alla commissione giuridica, e Alessandra Fava hanno chiesto di eliminare completemente il voto cartaceo e di sostituirlo con computer piazzati nelle sedi degli Ordini, dove gli elettori potrebbero esprimere le loro preferenze direttamente online. I voti così espressi si mescolrebbero direttamente con gli altri nell’urna elettronica.

Il dibattito sul sistema di votazione elettronica si sta sviluppando all’Ordine nazionale, all’Associazione Lombarda dei Giornalisti, all’INPGI e in altre organizzazioni dei giornalisti. Non si tratta di un gioco da ragazzi, ma di una cosa estremamente seria. Noi ce ne siamo occupati qualche tempo fa con un’inchiesta che ha messo a nudo i problemi legati a questo nuovo sistema di elezione. La ripubblichiamo qui sotto.

Il Consiglio d’Europa

Se le procedure che intendiamo scegliere vogliono assicurare sicurezza, trasparenza, garanzia di correttezza, privacy e democrazia, bisogna rifarci alle indicazioni del Consiglio d’Europa, che ha affrontato prima di noi questi problemi. Qualcuno obietta: ma tra 10 anni anche queste indicazioni potranno essere antiquate e quindi superate. Certo, con il continuo aggiornamento tecnologico c’è da aspettarsi un’evoluzione di questo genere.  Ma nel frattempo non possiamo non applicare quello che è ora disponibile in termini di completa correttezza del voto.

 

Quindi, prendendo spunto dal manuale dell’e-voting del Consiglio d’Europa noi chiediamo che la procedura di voto tenga conto di queste regole:

Il manuale dell’e-voting

– l’accesso alla piattaforma deve avvenire attraverso un sistema di autenticazione a più fattori, per evitare l’utilizzo improprio delle credenziali dei votanti. Si può prevedere, per esempio, che il votante acceda alla piattaforma usando le credenziali ricevute sulla sua email PEC e, subito dopo, confermi la propria identità attraverso un Pin ricevuto con un sms;

– il sistema deve essere organizzato in modo che l’elettore possa cambiare il proprio voto in qualunque momento quando i seggi sono ancora aperti (per evitare il voto di famiglia, di clan o clientelare);

–  ciascun votante deve poter rivedere il suo voto anche dopo lo spoglio per garantire la trasparenza e permettere ai singoli di controllare che il proprio voto non sia stato manomesso;

– creare una task force in sede di spoglio del voto (allegato 4 e 5 “E-voting handbook – Key steps in the implementation of e-enabled elections” pubblicato dal Consiglio d’Europa a novembre 2010 e nel documento “Recommendation CM/Rec(2017)5 of the Committee of Ministers to member States on standards for e-voting” adottato dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 14 luglio 2017);

Proteggere il database

– in caso di votazioni ibride (cioè elettroniche e tradizionali), il voto online deve precedere quello al seggio. Il tempo tra le due votazioni deve essere il più ridotto possibile. Nel periodo immediatamente successivo al voto online e fino all’apertura del seggio in presenza, le liste degli aventi diritto al voto cartaceo dovrebbero essere custodite da un notaio in buste chiuse e sigillate;

– i voti devono confluire in un database protetto, è fondamentale garantire la segretezza e sicurezza del voto;

– il database deve essere protetto attraverso un sistema di crittografia a più chiavi o password, interdipendenti e necessarie per poter decriptare i dati e accedere allo spoglio;

Attenzione ai possibili ricorsi

Solo in questo modo la correttezza della consultazione è garantita. E attenzione se non si rispettano i dettami del garante della privacy, si rischiano ricorsi anche in quella sede.

Personalmente chiedo poi ai mentitori seriali, professionisti del discredito, di smetterla di sostenere che Senza Bavaglio è contro il voto elettronico. Semplicemente perché non è vero. Siamo contro i papocchi e gli imbrogli e ci risulta quantomeno strano che chi insiste per un voto elettronico senza regole o con regole light e violabilissime non accetti le nostre proposte, che poi non sono nostre ma suggerite dal Consiglio d’Europa.

A pensar male – come diceva Giulio Andreotti – si fa peccato ma ci si azzecca.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
@malberizzi
@sbavaglio

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