Lettera aperta a Urbano Cairo: “Faccia un gesto di responsabilità: rinunci al dividendo”

Senza Bavaglio
9 aprile 2020

Caro Urbano Cairo prenda esempio dal suo mentore e primo datore di lavoro. Compia anche lei il beau geste come ha fatto la Fininvest di Silvio Berlusconi e dalla figlia Marina: congeli il dividendo, 15 milioni (dei quali più della metà alla sua Cairo Communication che poi a lei personalmente ne girerà 2,7 milioni), nonostante i buoni numeri del 2019 e l’utile e il taglio del dividendo.

Caro Urbano Cairo scelga la strada tracciata dalle banche (Intesa Sanpaolo è sua grande sponsor proprio per Rcs) e dalle compagnie assicurative e non dia la cedola con l’assemblea per l’approvazione del bilancio 2019.

Ieri sera Fininvest, a sopresa, ha dichiarato che voterà no alla remunerazione dei soci della casa editrice di Segrate – che nel frattempo continua a vendere testate – che ha registrato 33 milioni di utile. Un segnale importante in un momento di crisi nera per tutto il mercato editoriale: ci si attende un drastico calo del 60% della raccolta pubblicitaria per la carta stampata nel primo semestre di quest’anno.

Ieri i Berlusconi – che resteranno a secco anche da Mediaset, nonostante il 190 milioni di profitti – hanno deciso di congelare l’incasso di oltre 8 milioni quali azionisti di controllo di Mondadori. Hanno chiesto di rinviare al secondo semestre, quando si spera che la pandemia sia scemata, ogni decisione sui dividendi. Un gesto nobile da parte di una delle famiglie più ricche d’Italia.

E lei, caro Urbano Cairo, che proprio in Fininvest ha iniziato a muovere i suoi primi passi professionali, andandosene e dimostrando di essere un imprenditore vero, prenda spunto, esempio dai Berlusconi: dica no alla cedola.

Non foss’altro perché può già contare su uno stipendio di 2,5 milioni (in crescita rispetto ai 2,34 milioni dell’anno precedente) come numero 1 di Rcs.

Ma soprattutto: rinunci a depauperare il patrimonio della casa editrice di via Rizzoli togliendo quei 15 milioni dalle disponibilità per remunerare azionisti che, forse, non ne hanno bisogno. Mentre invece c’è un forte bisogno di investire sul prodotto, sui contenuti, sulla forza lavoro.

E, invece, lei dopo neppure 4 anni dalla presa in carico dell’azienda ha deciso di tagliare con l’accetta: 50 prepensionamenti al Corriere della Sera, altri 15 in Gazzetta dello Sport, oltre a quelli nei Periodici. Prepensionamenti volontari che potrebbero essere rispediti al mittente, se non ci saranno scivoli.

E che dire poi dei 200 tra grafici e poligrafici che sta mettendo alla porta, sugli 850 in totale? Se può essere logico per un industriale tagliare la forza lavoro, dopo aver tagliato altri costi strutturali di un’azienda che non faceva cost cutting prima del suo arrivo, deve essere ancora più logico, naturale, sensato e concreto rinunciare a un dividendo. Per lasciare quei capitali in azienda. Per sostenere percorsi di crescita. Per remunerare i suoi dipendenti.

Faccia vedere che si può resistere alla tentazione del vil denaro, in un contesto così anomalo, irreale, inaspettato.

Dimostri di essere un imprenditore: rinunci al dividendo e investa in Rcs.

Senza Bavaglio
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