Elezioni in pillole: Il pasticciaccio dell’ex fissa, INPGI, FIEG e FNSI contro i giornalisti

Senza Bavaglio
Milano, 6 febbraio 2020

Il sindacato (volutamente) non parla del “tesoretto” in denaro che spetterà ai giornalisti quando andranno in pensione.

Il tesoretto – si chiama “ex fissa”, creato in virtù del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Giornalistico (CCNLG) del 1985 – è ancora vigente e accantona (o dovrebbe accantonare) un certo numero di mensilità da incassare, con tanto di interessi, il giorno in cui si andrà in pensione. L’ente erogatore delle spettanze è l’INPGI.

Il “tesoretto” si forma nel tempo grazie al contributo dell’1,50% del tuo stipendio lordo, che l’editore ha versato e versa per te ogni giorno, ogni mese e ogni anno di tutta la tua vita professionale, per creare, alla fine della tua carriera, una specie di “buonuscita”. Sulla gestione di questo istituto, la ex fissa, vigila una apposita commissione paritetica FNSI-FIEG, laddove la FIEG garantisce gli editori e la FNSI garantisce (dovrebbe garantire) i giornalisti.

Nel 2009, l’INPGI comincia a trovarsi a corto di denaro: troppi prepensionamenti, troppi stati di crisi, troppe riduzioni di organico anche in aziende non tecnicamente in crisi, ma concesse con il beneplacito della FNSI. Per questa ragione, l’INPGI ha dovuto sborsare molto più di quanto previsto dai piani previsionali pluriennali. Di fatto, si tratta di un massiccio salasso delle casse dei giornalisti a favore degli editori e in parte a favore dei giornalisti “esodati”.

A spese di chi? A spese di chi andrà in pensione di lì a poco e di chi ci andrà nel prossimo futuro.

Alcuni colleghi, pensionatisi prima del salasso, hanno incassato come ex fissa più di un milione di euro netti, ma i colleghi normali hanno ricevuto sull’unghia delle belle sommette, come spetterebbe a tutti oggi, se il sindacato non avesse stipulato nel frattempo un accordo con la FIEG (nel nuovo contratto 2014) per porre – a nostre spese – un tetto di 65.000 euro lordi alla tua fissa.

Puoi lavorare cento anni, accumulare miliardi di euro di contributi, ma riceverai soltanto 65.000 euro lordi, circa 42.000 netti. Somma aleatoria, poiché potrebbero presto scomparire, visto che nel 2009, con le casse dell’INPGI che languivano sia per il diminuito numero di giornalisti attivi che per il conseguente calo di entrate finanziarie, l’INPGI decise di pagare la ex fissa soltanto a 100-150 giornalisti all’anno, mettendo gli altri in una lista d’attesa. Nel 2011 l’INPGI si accorge che neppure questa misura di contingentamento riesce a ristabilire un equilibrio finanziario e non paga più la fissa neppure ai 100-150 colleghi l’anno. In seguito si apprese che il fondo ex fissa “di fatto è fallito” e il debitore scomparso. Non esiste

Anche il Tribunale di Roma, in alcune sentenze, ci mette del suo e ignora il fatto (previsto dal codice civile italiano, nonché dalle leggi di ogni altro Paese civile o incivile compresa la Corea del Nord) che se c’è un creditore, deve per forza esserci un debitore. Intanto la FNSI, cioè il sindacato unico che tutela i giornalisti, guidata all’epoca da Siddi, dà una mano all’INPGI contro i giornalisti, costituendosi in tribunale nei giudizi civili a fianco dell’INPGI. E il Tribunale, udita la parola di un’indiscussa autorità come il sindacato unico e unitario di tutti i giornalisti italiani, non ci pensa due volte. Non approfondisce lo studio delle carte e sentenzia contro i ricorrenti. A ripetizione. Con sentenze che fanno largo uso del copia e incolla delle argomentazioni della FNSI contro i giornalisti. I quali giornalisti a quel punto non solo devono restituire i soldi che l’INPGI aveva loro dato in esecuzione del decreto ingiuntivo, ma devono anche pagare decine di migliaia di euro di spese processuali, oltre che all’INPGI e alla FIEG, anche al sindacato che bastona per la terza quel manipolo di pensionati ribelli che volevano solo quel che gli spettava, cioè la ex fissa.

Per saperne di più: https://www.senzabavaglio.info/2020/02/04/ex-fissa-quando-linpgi-si-schiera-con-gli-editori-contro-i-giornalisti/

 

Condividi questo articolo